No, a differenza di tuo nonno mio padre non era militare: la sua esperienza è stata quella di un semplice ragazzo catturato durante un rastrellamento successivo all’Armistizio, e deportato a Dachau. Lì e altrove ne ha viste e subite di ogni genere, e ne portava ancora le cicatrici.
Sono stato a Dacau, ci sono le foto dei test di accelerazione e lucidità in aria rarefatta fatte con gli ebrei come cavie.
Non vorrei fare il bastian contrario, ma oserei dire - anche perché sto facendo discussioni in casa di questo tipo e leggendo argomenti poco convincenti a riguardo - che in realtà è il esattamente contrario: l’uomo è un animale feroce che ha imparato empatia e regole solo con la civiltà. La storia ci insegna che la crudeltà è sempre stata la normalità, e ci son voluti fiori di filosofi e giuristi per fare capire che le istituzioni non dovevano fare del male agli accusati (come il dei delitti e delle pena).
Davvero l’esposizione ci rende meno sensibili? (Variante: i film horror e i videogiochi rendono violenti. Quanti nerd serial killer conoscete?) O è più facile che certi argomenti ci tengono poco o nulla? Che li possiamo scorrere perché tanto accade ad altri? Che vita, diritti e rispetto degli altri sono del tutto superflui?
Fino ad oggi nessuno è riuscito a mostrarmi una persona pia che perde l’empatia piuttosto che essere davvero “umani” richiede impegno, riflessione, sentimento e un bagaglio che alla fine pochi possiedono, purtroppo. Ma civiltà significa farsi fardello di questo bagaglio e spesso lo diamo per scontato quando non lo è per nulla.
Ricordate la puntata di Startrek TOS dove due pianeti avevano dimenticato cosa fosse la sofferenza della guerra arrivando al punto da essere un gioco con la lotteria per chi dovesse morire?
@il_Babbano mettimi a posto la consecutio tempore
In pratica le battaglie erano simulate al computer, ma le vittime erano reali e dovevano venire disintegrate:
Esattamente, direi che ben si adatta al pensiero di HC
L’episodio di ST parlava più che altro di una popolazione che aveva reso la guerra pulita ed anche economicamente accettabile.
Qui il concetto è diverso. Il brutto continua ad esserci solo che viene ignorato finché alcuni casi non vengono resi eclatanti, seppur di fatto irrilevanti per la società.
In questi giorni vedevo le ormai periodiche alluvioni, solite scene, soliti discorsi delle persone, ma nessuno a cui passi per la testa di avere un qualche tipo di reazione verso le politiche economico/industriali che hanno portato a questo e che non cambiano.
Uno sciopero generale, una raccolta firma per un referendum che blocchi i supporti alle fossili, una cosa qualunque, giusto per far capire che uno non ce la fa più a rischiare di perdere tutto ogni volta che piove …
I fiumi stanno dicendo che si è costruito dove non si doveva. “Eh ma un tempo non era così!”
Esatto, la crisi climatica dirà a milioni di persone (nel mondo) che devono sloggiare, dove hanno costruito non va più bene, una volta era ok, ora non più. Se no, convivi con i vari fenomeni, ma sai che diverranno ricorrenti.
Come è stato detto giustamente, con l’acqua che è venuta giù potevi fare tutti i bacini di contenimento che volevi, non sarebbero bastati.
“Ma…tutto questo avrà dei costi enormi…!!!”
Ma va?
Abito in una piana alluvionale della Sesia, ai romani piaceva tanto, terra fertilissima, infatti tutti i comuni qui sono ex castrum.
Due secoli orsono iniziarono a costruire gli argini, mandando miliardi di metri cubi d’acqua provenienti dal Monterosa direttamente a Casale Monferrato.
Ora i problemi li hanno laggiù nel basso Piemonte
Secondo me si. Pensa alla guerra in Ucraina, pensa al panico avuto a inizio guerra, e pensa a come oggi sostanzialmente ce ne sbattiamo le palle.
Oppure ai fatti di cronaca. Ai delitti dei ragazzini. Il primo ci colpisce, il secondo ci scandalizza, il terzo lo leggiamo distrattamente, il quarto, boh, forse ci indigna.
Questo intendo.
La zona del casalese ha problemi, ma recentemente sono stati più che altro legati al fatto che, per qualche ragione, si trova in una zona in cui le precipitazioni sono più simili a quelle dell’Europa centrale che a quelle del basso Piemonte.
Notavo quest’anno che è come se ci fosse stato una specie di confine per cui le precipitazioni tendevano a fermarsi tra Casale e Alessandria.
Qui in basso i problemi li abbiamo avuti seri nel '94, quello ha fatto si che a livello di lavori si siano investito parecchio a livello di messa in sicurezza delle zone alluvionali.
Però il problema è che attualmente gli studi scientifici sul cambiamento climatico dicono fondamentalmente che:
La situazione si è rivelata peggiore anche rispetto alla previsioni più pessimistiche.
Per i prossimi 20 anni la situazione peggiorerà.
Il rischio che i peggioramenti seguano un andamento esponenziale è serio.
Quindi parlare di messa in sicurezza dei fiumi, argini, etc… mi lascia decisamente perplesso.
Alla fine arriverà talmente tanta acqua che gli argini non servono.
Vedi i viadotti a Genova qualche giorno fa
C’è anche il problema dell’innalzamento del livello dei mari. I modelli tendono a non valutare o sottostimare l’instabilità delle calotte glaciali (non è necessario che fondano per fare danni, basta che “scivolino” dalla terraferma al mare), e non mi stupirebbe un innalzamento inatteso di uno o due metri entro la metà del secolo (sicuramente entro la fine, continuando poi ad aumentare nei secoli successivi). Mi domando dove ci toccherà emigrare.
Marte
Ma tanto toccherà ai nostri, o meglio vostri, discendenti
Sempre che non siano troppo impegnati a sviluppare una tecnologia per riportarci in vita e farci soffrire
Ma voi pensate che il grosso problema del cambiamento climatico sia “solo” il cataclisma?
A me pare che sia per lo piu’ un problema indiretto e molto, molto cogente di instabilita’ politica ed econimica.
Noi abbiamo margini per adattarci. Nei paesi poveri, no. Le migrazioni diventeranno IL problema climatico.
Senza dubbio, e non a caso ci sono nazioni-arcipelago che hanno già preso accordi per il trasferimento della loro popolazione. Ma si tratta di piccole quote dei futuri migranti climatici. Il grosso sarà tutto da gestire…
@Nirgal posso confermare che piove e soprattutto nevica molto di più verso Casale che non qui a 30 chilometri dalle Alpi.
Di nuovo in gioco (2012)
E’ un film di e con Clint Eastwood, ed era anche il film più vecchio, tra quelli che mi interessa recuperare. E’ stato ritenuto un Clint minore, un film non molto riuscito, la critica in definitiva l’ha bocciato, e in effetti pure per me è un film con difetti, alcuni dialoghi sono inverosimili, così come certe reazioni dei protagonisti, alcune cose non funzionano molto, non basta un “finalone” trionfante a fare dimenticare le varie incertezze di sceneggiatura. Però vabbè, un 5/6 ci sta, Clint era molto in forma (a 82 anni!!), così come il resto del cast, pure Justin Timberlake se la cavava bene…vero che il baseball non ha mai sfondato, da noi, e questo magari depotenzia tutto, ma anche qua, il film gira attorno a concetti elementari, non serve conoscere per forza le regole del gioco. Guardabile, insomma, anche se il vecchio Clint ha fatto molto meglio, altrove, sia come regista che come attore. Curioso il titolo italiano, lontanissimo dall’originale Trouble with the curve, peraltro difficilmente traducibile, dato che si riferiva alle difficoltà del nuovo astro nascente, un battitore che in realtà, come scopre Clint nel film, ha grossi problemi con le palle ad effetto che gli arrivano. Andò male al botteghino, anche se al grande pubblico non era dispiaciuto.
Black Canary (2024)
Classico action thriller con protagonista femminile (Kate Beckinsale), nulla a che vedere con il personaggio DC Comics.
Film godibile, senza farsi grosse aspettative, mi è parso comunque leggermente sopra la media della marea di film di questo genere che ormai invade il mercato streaming. Diciamo un film da 6-6,5 (mediamente siamo sul 5-5,5).
Kung fu Panda 4 (2024)
Per quanto tecnicamente perfetto, ricco di colori e di molta azione, mi è sembrato quasi di vedere un film per la tv, in questo quarto episodio. Certo, al cinema fa molti più soldi, invece che andare direttamente su qualche piattaforma, e infatti economicamente è stato un successo, incassando come il precedente, seppure con costi addirittura minori (anche da noi andò primo nelle classifiche settimanali). Comunque ha un bel ritmo, qualche battuta funziona, la nuova cattiva ha il suo perché; certamente manca l’originalità e in definitiva quanto accade sembra sempre la variante di quanto già visto. Ma la formula funziona, porta denaro, porta pure il mio sei e si parla già di ben due seguiti, anche se la cosa è tutta da definire. Critica non entusiasta, pubblico neppure, ma la serie è pur sempre una gallina dalle uova d’oro e dunque tra qualche anno ci sarà un Kung Fu Panda 5.