L'ultimo film che hai visto

L’ultimo film che ho visto

(commento nel terzo messaggio)

Non è vero gnente! L’ultimo film che ho visto è questo

Dune

Ok lunedì sera l’ho terminato. Con calma.

Dunque, devo dire che mi è piaciuto moltissimo. Visivamente ineccepibile. Credo che non fosse possibile far meglio di così.
La storia la conosciamo, ero abbastanza scettico sulla divisione in capitoli, però a ben vedere mi pare che non manchi nulla né ci siano argomenti di troppo. Forse si poteva sviluppare un po’ di più, o un po’ di meno, l’argomento delle Bene Gesserit, che così mi sembra mezzo sviluppato. Ma forse nel romanzo non ci sono più cose dette.
Tempi narrativi: forse potrebbe essere un punto dolente, c’è chi l’ha trovato pesante. Personalmente avendolo visto in 3 o 4 pezzi separati non ho subito quest’impressione, e questo mi fa pensare che in fondo i tempi non siano particolarmente azzeccati. Però non vedo molte alternative, se non farne una serie, ma a quel punto, che si infilino presunte storie parallele, anche no.
Storia: non c’è nulla da dire. E’ Dune, punto. E’ esattamente come l’avevo immaginato, anzi qualche dettaglio in più, altrimenti povero il mio sense of wonder, però ecco, se avessi fatto un film di Dune, l’avrei fatto proprio così (se ne fossi stato capace, ovviamente).
A proposito di Sense of Wonder: Uno dei miei problemi con la fantascienza cinematografica e con la fantascienza in generale è proprio la sospensione dell’incredulità. Ho ovviamente dovuto sollevarla, e non da poco (gil ornitotteri non possono semplicemente volare), però, ecco, l’incredibile bellezza visiva del film si fa apprezzare anche nonostante ciò. O grazie? ecco, fossero stati elicotteri forse non sarei stato attratto positivamente. Quindi bene, anzi, molto bene.

Desiderio: lo stesso team regista + sceneggiatore + scenografo a tentare di portare sullo schermo “Perdido street station” di China Mieville.

@HC avevi per caso visto la miniserie tratta da the city and the city di Mieville?

Produzione BBC

Pensa che ci ha lavorato a entrambi mia zia come una assistente di Bozzetto

Ho pescato il primo Zombieland e (per quanto non strabeda per i film di zombie [Romero iniziale a parte] mi sono divertito

A me ha fatto ridere, anche il 2

Benvenuti a Zombieland? Visto un po’ di anni fa - ho anche riso.

È però un film da ragazzi. A mia figlia è piaciuto molto,.ma è tipicamente YA.

2017, La truffa dei Logan

Mah

Allora, se sei dell’umore giusto per un film non velocissimo, non granché comico né giallo, né noir, né… Insomma, un film un po’ così, che ti intrattiene anche, ma tipo che hai un appuntamento e sei arrivato in anticipo di quell’ora e mezza, mentre hai finito tutti gli episodi della tua serie preferita e hai già visto tutti i film che volevi vedere, allora ci può stare che te lo guardi dall’inizio alla fine.

Gli do sei, ma solo perché ero in anticipo di due ore, e mi ha aiutato a passare il tempo.

Il trailer - non fatevi ingannare dal sound: non è così emozionante.

Cito questa recensione:

Come sempre in Soderbergh il bluff e il trucco non raccontano mai solo un’esibizione di maestria ma si tramutano in gesto politico con cui farsi beffe del potere, dell’industria e del cinema stesso.

Soprattutto del cinema, direi. Bei personaggi (o attori anche validi) sprecati.

Concordo, film non esaltante, soprattutto nella prima parte. Film non perfettamente riuscito, quantomeno.

Il numero 2 ti fa ridere?
forse perché ti solletica con con le puntine? Il 3 allora è più solleticante

So da fonte certa che @claudia vuole dire la sua sul tema.

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Tar (2022)

La Tar del titolo sarebbe tale Lydia Tar, personaggio fittizio, direttrice dei Berliner Philharmoniker, dunque all’apice del successo nel suo lavoro. SPOILER!!!

Il film racconta la sua caduta, causata (ma si suppone) da scandali dovuti ai suoi comportamenti passati, autoritari e dispotici, se non pure ricattatori e vendicativi, nei confronti di altre persone. E infatti abbiamo un’aspirante direttrice che alla fine, veniamo a sapere, si suicida; c’è poi l’assistente della Tar che la molla di punto in bianco, appena capisce che con lei non avrà mai avanzamenti di carriera, e poi si vendica spiattellando vari segreti (che sia stata lei a farlo, si intuisce solo); quindi i Berliner che, per via degli scandali, prima la sospendono, poi la sostituiscono; la protagonista che vaga cercando altre orchestre, il finale.

Allora. Allora, boh. Nel senso che non mi è chiaro l’intento del regista. Voleva fare vedere che la cattiva, alla fine ha avuto quello che si merita? E allora ha fallito su tutta la linea. Voleva fare vedere che la protagonista (un’ottima Cate Blanchett) è la cattiva e gli altri sono le sue vittime? Altro disastro, altro bersaglio non centrato.

Insomma, capiamoci. La sua assistente è bravissima e paziente, dato lo status da diva viziata della direttrice, ma ha anche rotto i maroni. Non ti ha scelto per la promozione? Amen. Non serve scomparire nel nulla e poi “vendicarsi” come una bambina coi filmati e le email. Lo studente “non binario” che si rifiuta di suonare Bach perché costui era bianco e misogino (?), beh, che vada a fare in culo, ha sbagliato mestiere. Durante il film, insomma, non nasce l’astio per la protagonista, ma tutt’altro. Quanto meno, comprensione. Poi, certo, lei è una brutta persona, che si invaghisce pateticamente della nuova violoncellista (non ricambiata) facendo naufragare il suo rapporto di coppia. Il finale è comunque ridicolo, con la sceneggiatura che vuole umiliare definitivamente la protagonista, “ridotta” a dirigere le musiche per un nuovo videogioco. Forse gli sceneggiatori non conoscono il mondo dei videogiochi, porelli, un mondo che fattura più di cinema e musica (streaming compreso) messi assieme. Non parliamo poi rispetto alla musica classica: se i CD o i DVD di classica li trovi nei cestoni dell’Autogrill, magari una domanda dovresti fartela. Pure nei cestoni alla Feltrinelli, li ho visti. Perciò altro che umiliante, se sfonda in quel mondo, quello dei videogames, altro che i Berliner. Certamente, non c’è lo stesso prestigio, soprattutto per un film che raffigura questo mondo estremamente ricco, algido, verboso, chic, intellettuale, dove i protagonisti discutono amabilmente di Schopenhauer in ristoranti stellati. Il film è lungo, forse troppo, ma malgrado il pippone qua sopra è piacevole e si segue volentieri. Io sono per un 7, cioè il classico voto per un bel film che non è un filmone. Ebbe 6 nomination all’Oscar, senza portare nulla a casa; partecipò a Venezia, dove la Cate vinse come migliore attrice. Al botteghino è andato male, malgrado i costi molto limitati. Nota particolare, i titoli di coda sono in testa, e penso che al cinema servisse un telescopio per leggerli. Forse era un test di oculista, boh.

Cosa non si fa per vendere paia di occhiali in più…

The deer king - Il re dei cervi (2021)

Bel racconto a cartoni animati, con disegni molto belli e una storia che non può fare pensare ad altro che a un Miyazaki minore. Il Maestro qua non c’entra…oddio, il disegnatore, si, essendo il celebre Masashi Ando, già allo Studio Ghibli, e che ha dato il suo apporto là, come altrove, a vari capolavori. E citare Miyazaki vuole essere un complimento per un buon film a cui darò un 7, ma ci sta anche un 7 e mezzo. Tratto da un fumetto, un manga giapponese, è stata una produzione dove in Italia non si è creduto molto, snobbata con una uscita estiva e con poche o nessuna critica professionale. Invece meritava e merita: la storia, un fantasy che non anticipo, appassiona, i personaggi sono molto indovinati, così come il finale, durante i titoli di coda. Insomma, se capita, meglio non lasciarlo scappare, soprattutto se appassionati di cartoni animati di qualità. Da noi arrivò al nono posto nelle varie classifiche degli incassi settimanali, ma credo sia uscito in poche sale e in poche copie.

Va bene, me lo segno. Però sappi che coi manga ho un rapporto difficile - ghost in the shell 1 mi era piaciuto, gli ultimi mica tanto. Va che, se poi non mi piace, do la colpa a te…

:laughing:

se ti piace Miyazaki, qua vai tranquillo…Ghost in the shell siamo in SF, tutto altro mondo.

Occhio che però su IMDB ha 6,4, non tanto…però credo (ma veramente!) che il voto sia stato dato senza vedere i titoli di coda, perchè in realtà il film continuna durante gli stessi…senza, il finale potrebbe deludere i romanticoni.

Triangle of sadness (2022)

(vincente Cannes 2022). Non mi avevano fatto impazzire i due precedenti film che avevo visto di questo regista, Ostlund. Forza maggiore così cosà, cose interessanti e cose meno; The square (che vinse a Cannes) forse anche meno convincente. Questo invece mi è piaciuto: ci sono i ricconi, sempre presenti nei suoi film, sempre educatissimi, ma spesso tonti se non idioti. Ci sono le riprese del regista, sempre precise, pulitissime e con un nitore interessante; c’è la presa per il culo della società molto ricca, qua portata forse al suo massimo. E come sempre, non tutto viene bene centrato, ci sono cose che funzionano e altre no. La storia è quella di un modello e della sua fidanzata, anch’essa modella e influencer. Lei sta con lui ma non lo ama, sa che fa bene al suo lavoro, farsi vedere in coppia, ma sa anche, come dice, che la sua carriera è destinata a terminare diventando la moglie – trofeo di qualche riccone. Sono invitati, gratis, su uno yacht di super ricconi (nella realtà, quella nave fu di Onassis). Tutto procede bene, ma poi ti accorgi che anche la nave stellata è in realtà retta da cialtroni, a cominciare dal capitano, un alcolizzato comunista (grande Woody Harrelson). Il regista trionfa nella cena del capitano, quando la stessa viene fatta col mare mosso, terminando in un’enorme vomitata di gruppo, da parte degli ospiti ricconi ma che tengono poco il mare. Ricconi che si rotolano nel loro stesso vomito, incapaci di rimane in piedi; water intasati che eruttano cacca come un geyser…il regista non ha pietà. La nave verrà poi (inverosimilmente) attaccata dai pirati, imbranati pure loro, dato che salta tutto per aria. I pochi naufraghi finiscono su una spiaggia deserta, dove prenderà il comando l’unica che sa fare tutto (accendere il fuoco, catturare pesci…): l’addetta alla pulizia dei bagni. La quale, raggiunta una nuova posizione di potere, riconosciuta da tutti (se no, non mangi), si comporterà esattamente come prima facevano i ricconi, conquistata dal potere e decisa anche ad uccidere se serve, per mantenerlo. Il film, dunque, si presta a facili letture (il potere che avvelena; siamo tutti della stessa pasta, e altre banalità così, per quanto teorie accettabili) ma offre il fianco pure ad altre interpretazioni. Non sempre ci prende. Funziona bene lo scontro dialettico tra il comandante comunista e il ricco russo capitalista, a colpi di citazioni famose (con entrambi ubriachi fradici). Non funziona la scena dell’addetto licenziato in tronco, perché si era messo in mezzo agli ospiti, in pausa, a torso nudo….forse il regista voleva schierarsi con gli ultimi, gli umili, ma hanno fatto bene, che cavolo, buonsenso e professionalità ciaone, e dunque, ciaone. Il film mi è piaciuto, infine; darò un sette malgrado la lunghezza forse eccessiva (ben più di due ore e mezza), lunghezza che sta tornando un classico, da qualche tempo, per i film che “vogliono dire qualcosa”. Ovvio film d’essai, chiaro, che andò naturalmente maluccio al botteghino (in Italia non oltre l’ottavo posto settimanale). Partecipò agli Oscar: tre nomination, nessun premio. Il titolo si riferisce a una (presunta) zona della fronte, che si nota corrugata se uno fa un viso corrucciato….roba da modelli.

Ho visto che su YouTube ci sono diversi film di Tarkoskij in alta definizione sottotitolati in inglese, ho iniziato a guardare Stalker, ma mi sa che ci vorranno vari tentativi per concludere la visione. :sweat_smile: