Ahà! Beccato!
Notai che vicino alla porta del negozio c’era Gaia e le due clienti prenotate.
(p.18)
C’erano.
E uno.
anzi, aspetta: a ben guardare:
C’erano un numero spropositato di giornalisti davanti alla porta del negozio.
(p.18, poco sopra, in realtà )
è frequente nel parlato, per cui potrebbe passare. In realtà il soggetto è il “numero spropositato”, che è singolare, e quindi, nello scritto, “C’era”
E due.
Ne manca solo uno (e sono al 42% del racconto), poi scrivo all’editore…
Vabbè, lo dico solo per far capire come “lavoro”: questo NON è un errore
La madre della ragazza prese la parola. «L’importante è che ora stai bene, Erica.
(p.34)
Al di là del discorso “fatto oggettivo”, che per alcuni giustifica l’uso dell’indicativo anche dove non dovrebbe (tipo qui: non può), c’è a prescindere un’ottima scusa, anzi un buon motivo, per usarlo: si tratta di “parlato”, e nel parlato comune (cioè se non stai interloquendo col Babbano o la sua prole) , ci sta eccome che i congiuntivi (e a volte anche i condizionali) “saltino”. Anzi, uno scrittore risulta tanto più bravo quanto più, attraverso la “parlata” riesca a mantenere un personaggio nel suo ruolo. Che poi, il difficile, come ha scoperto Jorm a sue spese, è quando si faccia parlare quelli che, per descrizione, sarebbero persone dall’eloquio complesso (o ricercato o comunque non prono agli errori).
Non appena la porta automatica si aprì ci ritrovammo in mezzo al padiglione più grande, colorato e variegato che io abbia mai visto.
(p.36)
Ahi!
Che avessi
E tre. Dove ho messo la scimitarra?
E non ce ne sono altri, mi pare. È un racconto molto bello, complimenti davvero.
Dunque, lo hai scritto nel 2022; anzi, hai scritto (o ti sono stati pubblicati) una cifra di racconti tra il 2021 e il 2022, ottima cosa.
Ora, se ti serve qualcuno che ti strapazzi prima di andare in stampa, ricordati che vieni dopo @fantawriter e Missiroli.
Diciamo a parimerito col @Jabbafar, che però ti può scavalcare nella classifica fornendo sottobanco verdura o frutta di prima categoria. Che adesso, non è che ti si dà la priorità solo perché sei bravo, eh? Ci teniamo agli affetti, noi.