Aspetta che esca qualche altro episodio. Altrimenti potresti dire che ti do fregature.
Ho ripreso a guardare in questi giorni A Killer Paradox l’inizio mi aveva lasciato un po’ tiepido, ma con l’arrivo del terzo è iniziata a piacermi.
Poi il quarto Shyamalan
Sono molto curioso di vedere come evolve la seconda metà.
Ho provato a seguire The gentlemen (Netflix, sesto nella loro classifica di non so cosa), dato il suggerimento di FilmTV e il fatto che il film mi era piaciuto.
Prima puntata, una scena riuscita molto male, per difetto di sceneggiatura.
Seconda puntata, terribile stronzata in sceneggiatura. Ho interrotto prima, poi ho ripreso, le cose sono andate (implausibilmente) come pensavo…sono andato avanti… altra terribile cazzata in sceneggiatura.
Per me, basta, mi fermo qua, belli i personaggi, belle le ambientazioni, ma se volete il mio interesse, non scrivete col culo, grazie, e ciaone.
Sto spulciando l’enorme quantità di materiale del famigerato canale Telegram sugli anime e mi chiedevo se qualcuno qui segue il genere e ha suggerimenti da condividere. Robottoni esclusi, lì ho già dato.
Gundam si deve citare comunque
Ci sono i classici moderni come Sword Art Online, Code Geass: Lelouch of the Rebellion, Cowboy Bebop, Trigun, anche Attack on Titan io lo considero vicino alla SF, anche se molti probabilmente lo considerano fantasy.
Steins;Gate a me non mi aveva fatto impazzire, non credo di averlo neanche finito di vedere, ma è molto famoso ed apprezzato. Il tema sono i viaggi nel tempo.
Capolavoro assoluto, indipendentemente dal genere, è Violet Evergarden, definire il genere è arduo. Fondamentalmente è antimilitarista, con un ambientazione che potrebbe essere vicina ad un paese postbellico anni 50 (?) ed elementi di meccanizzazione umana, la protagonista un ex bambino soldato con due braccia meccaniche (e caratterialmente sembra più un robot).
Altro capolavoro assoluto è Pluto, miniserie anime netflix basata su un anime ambientato nell’universo di Astro Boy.
Questa è pura SF, anche qui siamo in ambito post bellico/antimilitarista, campo in cui i giapponesi sono maestri assoluti.
Poi i titoli sono veramente molti, andando in ordine sparso ci sono:
7Seeds un post apocalittico originale, ci sono vari gruppi di ragazzi che devono ripopolare il mondo dopo una catastrofe ecologica. E’ un prodotto adulto, per certi versi abbastanza crudo, però nel complesso è un prodotto che si differenzia dalla massa.
Altro post apocalittico che non mi era dispiaciuto era Tokyo Magnitude 8.0, decisamente più classico, il titolo dice più o meno tutto
Japan Sinks è probabilmente il classico post apocalittico giapponese per eccellenza (tratto da un romanzo del '73), devo dire che ho trovato molto meglio la miniserie.
Psycho Pass è invece ricorda Minority Report, credo di averlo visto ai tempi dei giovedì di RAI4, quindi ho ricordi alquanto vaghi, però positivi, quindi deve essermi piaciuto
Ergo Proxy altra memoria dai giovedì di RAI4 (credo), particolare almeno nei toni, variazione sul tema umani/robot.
High-Rise Invasion questo è recente, visto se netflix, fa parte del filone YA videogiochi/mondi alternativi, tipo Alice in Borderland. A me è piaciuto.
Legend of the Galactic Heroes è uno dei pochi SF classico in cui mi sia imbattuto, l’avevo trovato su VVVVid quando cercavo qualcosa di ambientazione spaziale, purtroppo la piattaforma non è esattamente ideale per vedere qualcosa , quindi ho retto giusto qualche episodio.
Inuyashiki L’ultimo eroe è invece qualcosa di decisamente peculiare. Parte dalla domanda cosa faresti se avessi un potere assoluto, e lo sviluppa usando due personaggi completamente diversi, un teenager e un vecchio impiegato anonimo.
Da vedere.
Se mi viene in mente altro aggiungo
Grazie della lista.
Ci sono alcuni titoli che ho sentito nominare o che mi sono già stati consigliati, comunque al momento volevo esplorare altri generi. Si parla ad esempio di “slice of life”, ma da quel che ho visto sotto quell’etichetta passano vari temi. Ho iniziato a vagliare trame e recensioni grazie a Wikipedia, IMDb e altre fonti, potendo così scartare subito quello che non mi attira. Il passo successivo è stato guardare uno o due episodi delle serie selezionate e vedere come andava. Qualcosa mi è piaciuto (pur con qualche riserva), non so se grazie ad una rapida regressione adolescenziale.
Se trovo qualcosa che mi convince appieno la segnalo.
Ne stavo accennando nel thread sui manga
Higehiro (2021)
È la storia di Hoshida, giovane impiegato, e Sayu, liceale fuggita da casa e arrivata a Tokyo dalla natia Asahikawa (Hokkaido).
Il loro incontro avviene una sera in cui Hoshida è stato respinto da una collega ed è andato a ubriacarsi con un amico: tornando a casa, scorge seduta sotto un lampione Sayu, che gli chiede di ospitarla offrendosi in cambio di avere rapporti sessuali con lui. Hoshida rifiuta fermamente, ma finisce comunque per farla restare a dormire per la notte, a condizione che lasci l’appartamento il mattino seguente. Il giorno dopo, però, la ragazza gli racconta di come, nei mesi precedenti, per farsi ospitare per qualche giorno sia stata costretta a prostituirsi; ascoltata la sua storia, Hoshida non se la sente di sbatterla fuori, e le propone di restare per un po’ per cucinare e occuparsi della casa (che in effetti ne ha un gran bisogno). Da qui inizia un periodo di coabitazione, durante il quale i due avranno modo di conoscersi più a fondo: il passato di Sayu, in particolare, si rivelerà davvero tragico.
Nonostante alcun parti non proprio riuscite e la premessa inverosimile - se sei davvero preoccupato per una ragazzina scappata di casa e non intendi abusare di lei non dovresti prima di tutto portarla alla polizia? - è un anime che si fa guardare (e non per il fanservice).
Voto medio su IMDb: 7,4
A salad bowl of eccentrics
Dopo gli ultimi episodi trasmessi, mi rimangio quanto detto in precedenza. Sembrava promettesse di più, ma ora ha preso una piega decisamente rivolta a un pubblico di ragazzini/e. Peccato.
Sto continuando a guardare serie anime (non sci-fi), ma per ora non ne trovo da consigliare caldamente. A volte lo spunto iniziale è buono, ma non trova uno sviluppo adeguato.
Ho aperto una discussione dedicata agli anime, così raggruppiamo l’argomento.
A me è toccato guardare un pezzo di Bridgerton …
Geek Girl (2024, Netflix)
Commedia YA, in cui una classica ragazza secchiona, diventa una modella.
Ho provato a guardarla per cambiare un po’ e staccarmi dalle serie di genere, l’ho finita in due o tre giorni .
Devo dire che è fatta molto bene, leggera, divertente, molto favola moderna, mai niente di eccessivo.
Per di più 10 episodi di mezz’ora, quindi mantiene il giusto ritmo.
Finite
Manhunt (Apple), sulla caccia all’assasso di Lincoln e sulle conseguenze a livello politico e sociale. Bella e ben fatta (sceneggiatura a partire da un libro). Poi, ovviamente, a me interessano in partenza le serie storiche.
Shogun. Merita a tutti i livelli (se interessa il drammone storico, certo). Hiroyuki Sanada braverrimo.
Finito Il gioco della Morte - Death’s Game, serie coreana, che affronta il tema del suicidio in ottica fantasy/horror.
Un giovane non riuscendo più a sopportare le pressioni della vita, si getta da un palazzo.
Si risveglia di di fronte alla Morte, decisamente inc@**ta perché ha cercato di usarla per risolvere i suoi problemi; per punizione lo reincarnerà in 12 persone sul punto di morire, se riuscirà a sopravvivere potrà in una di queste, avrà la possibilità di vivere nuovamente, altrimenti è destinato all’inferno.
La serie parte da una serie di vite scollegate e poi vira in qualcosa di più complesso, riuscendo a non risultare banale o monotona.
Ne risulta una serie varia con i tempi giusti, capace di affrontare un tema delicato e complesso mediante il fantastico senza che questo diventi predominante.
Disponibile su Prime Video, anche in italiano, sono 8 episodi che variano tra i 40min e l’ora.
questo m’intriga. Basta che non sia troppo orientale
Vista tutta.
Buona, a parte un paio di episodi che, sì, ci stanno anche ma sono decisamente diversi dagli altri. Alcuni passaggi sono decisamente discutibili (specie quando gli assassini seriali s’incontrano e il nostro personaggio si fa trucidare apposta), eppoi non mi è piaciuta la piega presa verso la fine: alla fine, è della gran pubblicità contro il suicidio - e qualcosa mi dice che, da quelle parti, è un problema molto sentito, visto il tipo di vita che si fa. Da noi, dove il problema esiste anche, perché la depressione è una brutta bestia, ma le richieste sociali di confromarsi (verso un vita dedicata al lavoro più che perfetto, per poi sposarsi, fare ben UN figlio , e vivere solo per lui dicendo sempre sì ai capi) esistono ma sono mediamente molto meno forti, fa tanto libro cuore misto hollywood nipponico - che poi, anche lì: ovviamente ti devi sentire in colpa per le persone che sono rimaste vive mentre tu, brutto animale vigliacco, ti sei ammazzato per delle stupidate, con loro che hanno vissuto una vita di sacrifici solo per te - certo, perché la mamma a cui hai spezzato il cuore viveva solo per vederti crescere - che in effetti, per il resto non aveva altro: marito morto, lavori umili, colleghe che la emarginavano e scarpe rotte…Pure un figlio molle e insensibile, poi.Ma per fortuna ha potuto chiedere il giro extra e, indovina un po’? Gli è stato anche concesso. Vabbè, alla fine anche un sette, dai - ci stanno in effetti delle belle trovate - però boh, a me il discorso delle ultime puntate - oltre a qualche macchia qua e là - non ha convinto nemmeno un po’.
Mi pare che sia un tema piuttosto di moda per le serie orientali o sbaglio?
Maschio.
Penso che per noi occidentali sia difficile comprendere le società orientali.
Mi sono trovato a leggere saggi sul Giappone che mi parevano più originali ed alieni di molta FS.
L’idea della famiglia che hanno Cina, Giappone e Corea per me sembra presa da un film di Jordan Peele
Quindi direi che a noi non convince, ma da quelle parti potrebbe essere plausibile.
Il problema suicidio è molto sentito soprattutto in Giappone, dove il fenomeno è in un certo senso recente (anche se poi c’era la storia dei samurai), ma ha assunto progressivamente proporzioni allarmanti.
Poi ci sono vari fattori che contribuiscono al fenomeno.
Nelle società orientali la famiglia ha un comportamento ossessivo riguardo al futuro dei figli, orientandosi più a mettere pressione che a supportare.
In nazioni come Cina e Corea, che vengono da periodi di grande povertà e dominazione straniera, la società è ancora spinta da uno spirito di rivalsa, soprattutto adesso che sono potenze tecno-industriali. Per loro, primeggiare nel mondo è necessario per non finire dominati dagli altri.
Quindi pressione sociale senza supporto famigliare idoneo crea situazioni estreme per giovani.
Ma a guardare quello che arriva a noi dell’oriente (dalla cina, dalla corea, dal giappone…) , non è tanto o solo la famiglia - è tutto, dalla scuola al il lavoro. Tutto incentrato sulla preoccupazione di fare “brutta figura”, tutto rigido, tutto massimo sforzo. Poi sarà la versione propagandistica, eh? Ma l’idea che ci si fa noialtriè di una vita molto, molto scomoda - che sia corea, dove si deve lavorare di più a prescindere, o cina, dove si deve laorare o morire, o giappone, dove non si deve mollare mai. E guai a soffiarsi il naso, eh? Son cose che da noi è difficile capire, persino per chi alla fin fine fa uguale.
Nella cultura giapponese, l’onore è molto apprezzato e considerato essenziale. È profondamente radicato nella loro storia e nel loro modo di vivere. L’onore è spesso associato al codice di condotta dei samurai, che enfatizza la lealtà, il coraggio e l’onore sopra ogni altra cosa. Nei tempi moderni, l’onore rimane un aspetto cruciale della società giapponese e si riflette nella vita quotidiana, nel posto di lavoro e nelle relazioni.
in Giappone la reputazione è tutto. La propria reputazione non è solo un riflesso di se stessi, ma anche della propria famiglia e comunità. Portare disonore a se stessi è considerato un reato grave e può avere gravi conseguenze. Ad esempio, un politico coinvolto in uno scandalo può dimettersi per preservare la propria reputazione e quella della propria famiglia.
il rispetto è una parte vitale della cultura giapponese e viene mostrato in molti modi. Un esempio comune è l’inchino, che è un segno di rispetto e gratitudine. I giapponesi si rivolgono tra loro anche con il cognome seguito da “-san” in segno di rispetto.
(ecco, l’inchino da noi pià che rispetto è servilismo - uina questione culturale oppure, sotto, sotto, anche per loro?)
compiere il proprio dovere è un aspetto cruciale dell’onore giapponese. Ciò è particolarmente evidente sul posto di lavoro, dove ci si aspetta che i dipendenti lavorino sodo e antepongano gli interessi dell’azienda ai propri. Questa idea si riflette anche nel codice dei Samurai, dove la lealtà al proprio padrone era considerata essenziale.
ci provano anche molti datori di lavoro italiani, a spingere i dipendenti a pensarla così. Qualcuno forse ce la, la maggior parte si ritrova i sindacati in casa.
portare vergogna a se stessi o alla propria famiglia è considerato un grave reato nella cultura giapponese.
e niente, questo a me fa pensare alla vita dentro una società estremamente verticistica - tipo in un convento, dove la giornata inizia alle 5 e - a dispetto di quello che si potrebbe pensare - nessuno si ferma se non per le preghiere comandate, non importa quanti anni o acciacchi abbia: se c’è da lucidare, si lucida, se c’è da dissodare, si dissoda (etc.). Solo che - alemo sulla carta, nel convento, oltre a pause, hai anche una cominutà relativamente ristretta e nota. In Giappone forse c’è qualche confratello in più e magari anche lì non conosci chi abita nel tuo stesso condominio. Eppoi nel convento non è questione di “non fare brutta figura” o di “vergogna” (o, per lo meno, così ce lo vendono), ma di “vocazione” - cioè appunto, mica tutti, solo chi ha fatto una certa scelta precisa. In Giappone la scelta non c’è: funziona così, se sei nato lì o espatri o quello è il modo di vivere - o così si dice.
Ho visto la prima puntata di “the day of the jackal” su now.
Rifacimento dell’omonimo romanzo di Frederick Forsyth, In una oretta riesce a farmi perdere ogni interesse, nonostante mi sia piaciuto immensamente il film del 77 e il romanzo.
Situazioni inverosimili: riesce a uccidere un obiettivo in movimento da 3900m con vento e attraverso un vetro. Con un fucile smontabile.
Jackal, che nessuno conosce, accetta di incontrare un committente di persona, in un oasi dove non c’è nessuno tranne loro due, e vi si reca non mascherato ma con la propria bella faccia.
Errori: nonostante siamo in Europa , viene chiesto il passaporto al confine tra Germania e Francia
Personaggi cliché: l’agente che dà la caccia è una donna che rinuncia all’incontro genitori insegnanti e delude la figlia adolescente.
Voto. Al momento, diciamo 2/5 perché ho visto di peggio.