Visto che se ne è parlato un po’ in questo periodo apro una discussione dedicata alle serie anime non fantascientifiche.
Inizio con qualcosa che ho finito e ritengo fatto molto bene.
Blue Period (Netflix, 2021 - 12 episodi)
Racconta di uno studente al penultimo anno di liceo che non ha ancora trovato la sua vocazione ed indeciso su come proseguire la sua vita.
Un giorno rimane affascinato da un dipinto e decide di provare a cimentarsi con la pittura.
La storia è una classica “coming of age” in cui l’adolescente deve affrontare il passaggio all’età adulta scegliendo come proseguire il suo percorso di studi, confrontandosi con la difficoltà di una scelta abbastanza fuori dal comune, valutando le pressioni sociali, le aspettative dei genitori, il parare degli amici, etc…
La storia riesce a trattare un argomento complesso in modo leggero e senza cadere nel banale, visivamente è molto bello.
Come età direi che è adatta un po’ a chiunque.
Il Mio Matrimonio Felice (2023, Netflix - 12 episodi)
Serie abbastanza particolare, che miscela fantasy e cultura giapponese.
E’ ambientato nel periodo Meiji (seconda metà del 1800), in cui il Giappone subirà un rapido e profondo cambiamento sociale.
Per certi verti ricorda Cenerentola e La bella e la bestia, anche si qui siamo in un Giappone alternativo di fine '800 dove la magia esiste e ci sono famiglie che possiedono dei doni soprannaturali.
La protagonista è una ragazza di nobile famiglia, che persa la madre viene relegata ad un ruolo servile, in quanto non ha dimostrato di possedere doti soprannaturali.
All’inizio della storia viene data come premessa sposa ad un potente rampollo noto come uomo freddo e duro, che fa generalmente scappare le sue fidanzate nel giro di 3 giorni.
La storia si alterna tra lo sviluppo della storia d’amore e gli intrighi di palazzo, con tanto di elementi fantasy. Ne esce un’opera originale, delicata, per certi versi difficile da classificare, ma realizzata molto bene e capace di soddisfare un pubblico abbastanza ampio.
Anche qui non vedo grossi limiti di età, però gli elementi fantasy tendono più al dark, quindi per i figli meglio valutare.
Interessante! anche se purtroppo non ho tempo per vedere serie o simili,l’argomento interessa assai.
The Promised Neverland (2019)
Serie che spazia tra fiaba, horror e fantasy, è composta di 23 episodi ed è una delle serie più originali che ho visto negli ultimi tempi.
L’ambientazione è un orfanotrofio stile vittoriano nelle campagne di una paese non specificato, tutto molto classico sotto ogni punto di vista, unica peculiarità il fatto che il luogo è circondato da alte mura.
La prospettiva cambia quando tre orfani inseguono una bambina appena adottata per portargli il suo pupazzo preferito dimenticato.
I tre si trovano così a scoprire l’esistenza di mostri e di li si dipana una storia che cresce in complessità fino ad un finale che tende alla fantascienza.
Nel complesso l’ho trovata molto bella, complessa ed originale, anche se il finale mi è sembrato “sbrigativo”.
Al momento mi pare si disponibile su netflix e primevideo.
Per quel che riguarda la visione ai minori direi che è da valutare con attenzione, il tono è prevalentemente cupo e l’argomento non lo vedo adatto ai ragazzi troppo piccoli.
In questo periodo tendo a tenermi lontano da serie che presentino elementi fantastici, vado più sul genere slice of life e commedia; tra l’altro a volte capita che gli autori inseriscano nelle loro opere certi elementi come puro pretesto, senza poi approfondirli adeguatamente.
Un esempio: Tonikawa: Over the Moon for You. (2020-2023)
Nasa è un brillante studente quindicenne che non ha dubbi sul luminoso destino scolastico e professionale che lo attende, finché una sera, mentre ritorna a casa, un incidente sconvolge i suoi piani: attratto da una ragazza attraversa senza accorgersi di un camion in arrivo. L’impatto non viene mostrato, ma da ciò che segue capiamo quanto sia stato violento, dato che vediamo il ragazzo sanguinante e sofferente a terra. Accanto a lui appare la ragazza cui era interessato che lo conforta, pur essendo rimasta lei stessa seriamente ferita nel tentativo di salvargli la vita.
L’autista del camion accorre in loro soccorso e li invita a non muoversi in attesa dell’ambulanza ma la ragazza, nonostante il sangue che le cola copiosamente sul viso, si allontana, avviandosi a una fermata di autobus poco distante. Il camionista non riesce a capacitarsi di come riesca a farlo, avendo notato che al momento dell’incidente l’impatto più forte lo ha subìto proprio lei.
A questo punto Nasa, determinato a non lasciarsi sfuggire la ragazza, con grande sforzo le va dietro, cercando di strapparle la promessa di iniziare una frequentazione. Ok, risponde lei, ma prima dobbiamo sposarci. Come se fosse una richiesta assolutamente normale in una circostanza del genere il ragazzo acconsente, e poi perde i sensi.
Dopo la degenza in ospedale e la riabilitazione necessaria a rimettersi in piedi, Nasa decide di cambiare vita e inizia a svolgere vari lavori “a contatto col pubblico”, come dice lui, nella speranza di incontrare di nuovo la misteriosa ragazza. Ma passano alcuni anni senza che questo avvenga, finché un giorno lei si presenta alla sua porta con le scartoffie necessarie per contrarre il matrimonio. Sorprendentemente lui non accenna nemmeno a chiederle “come sei riuscita a trovarmi?”, tanto meno come ha fatto ad andarsene dal luogo dell’incidente come se nulla fosse: accetta invece di compilare i moduli e poi andare in municipio a sposarsi.
Così inizia la loro vita insieme.
Si sviluppa quindi una rom-com che, a parte qualche dettaglio bizzarro che dovrebbe tenere acceso l’interesse verso il “mistero” della ragazza, non va in realtà da nessuna parte e avrebbe tranquillamente potuto fare a meno dell’elemento fantastico, con piccole modifiche nella dinamica dell’incidente.
Vabbè.
Avevo provato ad iniziare il manga, ma o avevo aspettative diverse o ci stava mettendo troppo ad ingranare, lo mollai dopo il secondo volumetto. Ora penso siano più di venti i volumi e già ho troppe serie a metà…
Recovery of an MMO Junkie (2017)
Moriko Morioka è una trentenne single che, dopo aver lavorato per anni in un’azienda, decide di mollare. Il carico di lavoro sempre maggiore, oltre alla sua timidezza e senso di inadeguatezza, la induce ad andarsene nonostante i buoni risultati conseguiti e l’apprezzamento dei colleghi.
Desolante il momento in cui la si vede rientrare nel suo mini-appartamento dopo le dimissioni: non c’è neanche un cane - o un gatto - ad udire il suo saluto, il tradizionale “Tadaima!” (“Sono a casa!”).
I giorni passano, e Moriko, ricordando alcuni momenti felici passati tempo prima in un MMPORG ormai non più attivo, decide di creare un account in un nuovo game, Fruits de Mer. Qui, a differenza dell’esperienza precedente, crea un personaggio maschile e trova presto compagnia e supporto in Lily, che la presenta successivamente alla sua “gilda”, il gruppo di cui fa parte nel gioco.
Moriko inizia a trascorrere sempre più tempo on line, finché un giorno, dopo aver fatto l’alba, si ritrova con un bel febbrone. Uscita a prendere delle medicine incontra, anzi si scontra, con un uomo molto gentile… Ma ci vorrà ancora tempo perché esca dal suo guscio; e intanto la vita on line e quella reale continueranno a intrecciarsi sempre di più.
Voto medio su IMDb: 7,3.
Sempre a proposito di serie che partono da uno spunto fantastico/fantascientifico per sviluppare in realtà una rom-com:
A Galaxy Next Door (2023)
Ichiro Kuga è un giovane mangaka che, dopo la morte del padre, deve occuparsi dei due fratellini più piccoli. La madre già da tempo sembra si sia rifatta una vita altrove, mentre Ichiro non si è sottratto alle responsabilità di fratello maggiore: affittando alcune stanze dell’abitazione di famiglia, e coi proventi del suo lavoro, riesce in qualche modo a far quadrare i conti. Ma i ritmi sono sempre serrati, e un giorno, con una scadenza incombente per la consegna di uno dei suoi manga, riesce solo all’ultimo momento a trovare una nuova assistente, Shiori.
La ragazza si mette subito all’opera e, pur al suo primo lavoro, dimostra buone doti e resistenza: così, sfruttando anche le ore notturne, i due riescono a concludere in tempo.
Shiori si assopisce quindi nella stanza dove hanno lavorato, e poco dopo anche Ichiro crolla. Al risveglio, ancora mezzo intontito, intravede qualcosa di acuminato che fuoriesce dalla schiena della ragazza, alla base della colonna vertebrale: temendo che uno dei pennini utilizzati durante il lavoro le si sia conficcato lì, allunga una mano verso di esso e ne rimane punto. In quel momento si sente come proiettato nello spazio, tra le stelle, finché Shiori, risvegliatasi improvvisamente, non lo scuote riportandolo alla normale coscienza. La ragazza lo rimprovera per averla toccata mentre dormiva, e lui, ancora confuso, cerca di spiegarle il motivo. Tocca quindi a Shiori dare spiegazioni, che saranno per il momento ancora parziali.
Da ciò che viene raccontato, e da quello che emergerà successivamente, la ragazza fa parte di una famiglia che da varie generazioni governa un’isola, Yobijima, la cui gente viene soprannominata “popolo della stella cadente”. Il nome è dovuto a un evento accaduto molti anni prima, la caduta di un meteorite: pare che esso ospitasse una qualche forma di microorganismo che finì per entrare in simbiosi con la nonna di Shiori, allora bambina, riproducendosi in seguito nella figlia e poi nella nipote. La simbiosi donò alle tre donne particolari capacità, come la forte connessione (persino telepatica) col proprio popolo; oltre all’ “aculeo” scoperto da Ichiro. Il fine della particolare appendice è di creare un legame permanente tra le donne della famiglia e i loro partner; dal momento in cui questi ultimi vengono punti non possono allontanarsi oltre un certo raggio dalla loro compagna, pena malesseri e malanni vari. Stessa conseguenza possono avere screzi e disarmonie della coppia (come se non fosse abbastanza chiaro il simbolismo scelto dall’autore).
A questo punto Ichiro e Shiori si chiedono: esiste un modo per recidere il legame involontariamente creatosi? Possiamo magari frequentarci senza subire costrizioni?
È quello che provano a scoprire nel corso della serie.
Consigliato solo a chi non teme l’elevato tasso di zuccheri.
ReLife (2016 - 2018)
Ancora uno spunto fantascientifico, non proprio originale, per questa serie.
Arata Kaizaki è un ventisettenne che ha sempre maggiori difficoltà nel condurre la propria vita: ha ridotto ormai da tempo al minimo i contatti sociali, che si limitano a un lavoro notturno part-time in un minimarket e a qualche rara uscita con vecchi amici, di fronte ai quali mantiene la facciata d’impiegato in un’azienda a tempo pieno. Ma da quell’azienda sciagurata Arata si è dimesso in seguito al suicidio di una collega dovuto a un continuo mobbing: un trauma col quale fa ancora i conti, senza trovare modo di superarlo. I genitori gli comunicano intanto che non possono più integrare le sue scarse entrate, e che è tempo di darsi da fare seriamente. Ma i colloqui di lavoro falliscono uno dopo l’altro, anche per la reticenza di Arata sulle sue dimissioni dalla vecchia azienda.
Inaspettatamente, qualcuno sembra alla fine disposto a concedergli un’opportunità: si tratta di Ryo Yoake, un coetaneo di Arata, che gli propone di prendere parte a un esperimento di reinserimento sociale. Grazie a un particolare farmaco prodotto dalla ReLife, Arata dimostrerà dieci anni in meno e verrà iscritto all’ultimo anno di liceo; durante l’anno il suo mantenimento sarà garantito e alla scadenza del contratto il giovane otterrà un nuovo impiego. Lo stesso Ryo prenderà parte all’esperimento, assumendo il farmaco e facendogli da supervisore “in incognito” come compagno nella stessa classe (ma di questo Arata si accorgerà solo all’inizio dell’anno scolastico, trovandoselo ringiovanito nella stessa aula; anche altri due personaggi, verrà rivelato in seguito, non sono esattamente quello che sembrano).
La serie segue quindi le vicende di questo gruppo di liceali - niente di particolarmente originale - mentre Arata cerca allo stesso tempo di interagire con loro e di affrontare il passato che si riverbera ancora nel presente, a volte in modi inattesi.
Media dei voti su IMDb: 7,8.
Dovendo ancora terminare la visione, aggiungerò magari successivamente le mie considerazioni finali.
Edit: non aggiungo altro sulla trama, finirei per spoilerare troppo. Per quanto riguarda il giudizio: un po’ palloso quando tratta la vita scolastica, con le simpatie e rivalità che si formano in quell’ambito e che in altri anime ho visto resi in modo più vivace; bel tentativo, invece, di affrontare qualche tema più serio, come il mobbing e i NEET, pur con tutti i limiti che ci si può aspettare da un anime.
Ho visto diverse serie negli ultimi mesi, alcune le ho scartate dopo qualche assaggio; niente di particolare da segnalare, però è stato comunque interessante. Il canale pirata su Telegram che ne ospitava qualche migliaio è stato alla fine chiuso, comunque ho accesso a Prime e a Crunchyroll, che ha un bel catalogo corposo (e non bisogna pagare supplementi per sbarazzarsi della pubblicità o noleggiare singole serie).
Se salta fuori qualche serie che si distingue dalle altre la segnalo.
Non so se ne può discutere (nel caso, chiudo qui), comunque pare che i “pirati” di Telegram non vogliano mollare. D’altra parte, gli hanno buttato giù il “catalogo”, ma la maggior parte dei vari anime resta disponibile nei singoli canali dedicati (però ci vuole il link per accedervi). È incredibile la quantità di materiale che avevano messo insieme, circa 2600 tra serie e film. Non c’è niente di paragonabile in giro, almeno di legalmente fruibile, mi pare.
Attento a far pare di canali pirata. Vero che di base i server telegram non son proprio come quelli di whatsapp.
C’è rischio di sanzioni, dici?
Ho già un account su Prime e Crunchyroll (e Netflix non mi pare abbia chissà che). Se manca l’offerta, finisco per migrare altrove…
Qualcuno ha visto Frieren?
Su IMDb ha un voto di 8,9 (!).
Be’, io ci ho provato, ho guardato 8 episodi (su 28).
Lo spunto in fondo non era male: un’elfa dalla vita (ultra)millenaria come può riuscire a rapportarsi al senso del tempo umano, alla loro breve vita? E come elabora il lutto, quando a morire sono persone che conosceva?
Purtroppo la protagonista è scialba e i dialoghi banali, non all’altezza del soggetto che vorrebbero sviluppare. Ma ho visto meno di un terzo della serie, poi magari migliora, eh. Però iniziavano le battaglie, e a me non fregano proprio.
Questo andrebbe nelle serie di fantascienza, ma vabbè…
Plastic Memories (2015)
La storia si svolge in una città (sul modello di Singapore) in un futuro prossimo, in cui gli esseri umani vivono accanto ad androidi che hanno l’aspetto esatto degli esseri umani e sono dotati di emozioni e memoria umane. La SAI Corp, azienda leader nella produzione di androidi, ha introdotto il Giftia, un modello avanzato di androide con le qualità più simili a quelle umane di qualsiasi altro modello. Tuttavia c’è un problema: la durata di vita di un Giftia è determinata in anticipo e un Giftia può vivere solo per un massimo di 81.920 ore (circa nove anni e quattro mesi). Oltre quel limite si verifica la disintegrazione della personalità, con perdita di memoria e insorgere di episodi di violenza; coloro che sperimentano questo fenomeno sono noti come wanderer. I wanderer agiscono solo d’istinto e non sono più in grado di riconoscere i loro proprietari. Di conseguenza, i Servizi Terminali sono stati istituiti con il compito di recuperare i Gifta che sono vicini alla fine della loro vita dai loro proprietari e di cancellare i ricordi dei Gifta. Per svolgere questo lavoro, i dipendenti del Terminal Service lavorano in squadre composte da un umano (definito “spotter”) e da un Giftia (“marksman”). La storia segue il lavoro e la vita di una squadra di questo tipo nell’ufficio Terminal Service One della SAI Corp, composta dal protagonista maschile (e umano), Tsukasa Mizugaki e da una Giftia di nome Isla. La loro relazione progredisce e, mentre entrambi s’innamorano lentamente, si scopre che Isla è prossima alla fine della sua vita.
Per ora ne ho visti solo un paio di episodi, vediamo se arrivo alla fine. Intanto, qualche considerazione.
Capisco chi si ritrova involontariamente ad aver a che fare con un Giftia, come il protagonista, e ci si lega; mi paiono invece un po’ masochisti i proprietari degli androidi, che li acquistano e finiscono per affezionarvisi come a membri della famiglia (a volte per loro un Giftia è l’unico “familiare” su cui possano contare), pur sapendo che non potranno restare con loro per sempre. Ma probabilmente è parte dell’intento dell’anime mostrare come noi umani riusciamo, o non riusciamo (v. la resistenza di alcuni proprietari a restituire i loro androidi), a gestire la fine di rapporti importanti, e i lutti in generale.
Perché mi ricorda Blade Runner?
Sarebbe strano se non ti fosse venuto in mente.
Dunque, finito di vedere la serie. Come prevedibile, non è delle più allegre, e lo sapevo in partenza, ma dato che sto guardando per lo più cose abbastanza leggere volevo compensare. È comunque migliore di altri anime sul tema - film o serie - che ho ripescato quest’anno. Su Imdb la valutano 7,3, mi pare.
Attualmente sul tema dei rapporti umani/androidi stanno trasmettendo varie serie, ne sto seguendo senza particolare entusiasmo un paio, vediamo come evolvono.