Mi è venuta una mezza idea folle di collezionare videogame e software di scacchi.
Per poi provare a batterli.
Mi hanno appena offerto una cartuccia degli scacchi per intellivision e maledizione vi sto facendo un pensierino.
Per la cronaca, così torniamo in topic, il software e soprattutto la tecnologia era così scarsa che ai livelli più alti il software poteva metterci anche un giorno intero per fare la sua mossa.
Nuovi bot disponibili, categoria Coach. Solo i primi due sono senza lucchetto, quindi, Cimpy, se vuoi cimentarti con quelli più forti affréttati, finché ti dura il mese-regalo.
Eppure c’erano dei limiti tali per cui pensare un’ora o un giorno poteva non fare la differenza, che tanto non riuscivi a salvare tutti i dati (ovvero a calcolare davvero, tra enne possibilità, quale fosse la migliore). E siccome l’apertura media finiva tra la sesta e l’ottava mossa, il pondero del valore dei pezzi era statico (cioè prescindeva dalla posizione) e non c’era spazio per un db di partite e posizioni, quel sw doveva star lì a contare, per ogni mossa, ogni mossa legale dell’avversario e ogni mossa legale propria.
Secondo me, se arrivavano a una profondità di tre, era tanto. Dammi retta, parti almeno dagli anni 90, non prima.
Eh ma hanno scopi diversi!
Io ho già una mezza collezione (pochissima roba in realtà) di home computer e console 8bit, l’idea sarebbe (sottolineo il condizionale) raccogliere il relativo software scacchistico e magari sfidarlo così tanto per.
I motori scacchistici erano davvero scarsi e inizialmente lavoravano con un algoritmo di ricerca sul grafo di tipo breadth first (ricerca ed espansione in ampiezza) con pochissime ottimizzazioni sia sulla ricerca (ad esempio per limitare la ricerca nei loop) sia sulla funzione obiettivo, la quale contava esclusivamente sul materiale e non sulla posizione. Considerata poi la limitazione delle risorse in termini di RAM, la profondità di ricerca era modesta e i risultati abbastanza scadenti.
Fu solo con Deep Blue che le cose cambiarono. e deep blue introdusse ottimizzazioni sofisticate come il database delle posizioni gli hash eccetera. Ma deep blue era l’equivalente di un super computer (HPC) di oggi, si appoggiava infatti a tanti server e PC in parallelo.
E dunque sì, è roba scarsa scacchisticamente, ma mi incuriosiscono. Boh, ci penso.
È complicato. È un po’ come collezionare libri antichi, poi li sfoglia ma non li leggi. Così per le cose vecchie. le guardi , le usi un po’, le tieni li come a ricordarti che il tempo passa e una volta le cose erano fatte per durare.
Sì, capisco.
A margine di questo discorso, mi sono accorto di compensare la curiosità verso i vecchi software giocando con qualche bot dei più facili, anche se ovviamente non sono la stessa cosa.
Che strano, non riesco a giocare coi neri dal browser (né Firefox, né Brave fungono): la partita non inizia. Con l’app funziona, ma non c’è la serie dei coach. Forse deve ancora aggiornarsi.