Politica e dintorni

E se i lavorano durano più di 3 mesi? Ce la farai a fare tutti i piloni con la temperatura corretta? O uno viene meno solido e crolla?

Da quelle parti? Solo tre mesi? Sicuro?

Appunto! Per cui il dubbio tecnico, che ovviamente tracima in altri campi, è decisamente più che lecito.

Razzista!

Mica parlavo dei lavori, sai? Dicevo del clima!

Che roba: subito a sparare sui lazzaroni del sud, come se non ne avessimo importati a iosa qui al nord, al punto che pure da noi i lavori di tre mesi durano anni.
Ma tu guarda 'sti lombardi, i preconcetti che hanno…

Questo perché non hai pagato per ricoprirti di elogi. Sono anche gretto, materialista e corruttibile, sappilo.
Quasi quasi mi candido…

Dice la Meloni: “Abbiamo dimostrato, dati alla mano, che è possibile conseguire gli obiettivi della transizione verde impiegando tecnologie diverse rispetto all’elettrico, su cui l’Italia rappresenta un’avanguardia, come i carburanti sintetici, l’idrogeno. Perché, anziché sviluppare questi, vogliamo passare dalla dipendenza dal gas russo a quella dall’elettrico cinese?”

Non capisco di quali dati parli, tra l’altro come crede che si produca l’idrogeno o i carburanti sintetici? C’è un passaggio in più - e relativo consumo - tra l’utilizzo diretto dell’elettricità e quello dei carburanti prodotti, o mi sono perso qualcosa?

Non so, ho come l’impressione che nel 2035 acquisterò un comune turbodiesel, mi pare non la si stia ancora prendendo sul serio, oppure proprio non sappiamo che fare.

Ad oggi il passaggio ad elettrico in 12 anni lo vedo utopistico

IN teoria un diesel nel '35 lo troverai solo usato, il nuovo sarà vietato.

Ci sono molti che reputano 12 anni pochi…ma finchè siamo tra noi, va bene, il dramma è quando lo dicono i politici, e allora si capisce perchè le cose non cambieranno MAI in Italia, ma anche altrove.
12 anni sono una vita, altro che poco.
Mi fa ridere Barisoni, che dice ma come ma quando ma come si fa…e ospita gente che non ha nessuna intenzione di cambiare neanche tra 120 anni, che ribadisce che 12 anni sono pochi.

Poi un giorno ha ospitato un tizio di buon senso, che l’ha portato sulla retta via: Barisoni, il cambiamento in Europa, nel mondo, è già cominciato, e da un pezzo.

Perchè inutile sentire stronzate come l’officina che in 12 anni NON può convertirsi a gestire macchine elettriche, che 12 anni sono poche.

A questi direi, bene, non convertitevi che avete poco tempo, sapete cosa succederà? Che nella vostra via, tra 9 anni, nascerà un officina specializzata in gestione mezzi elettrici, in pochi mesi metteranno su una cosa che voi non siete riusciti (non avete voluto) a fare e voi, come insegna Darwin, chiuderete: chi non si adatta, dice l’evoluzione, si estingue.

I politici dicono, ok, ne parliamo nel 2026, in una grande riunione…TRA 3 ANNI? Stando fermi, intanto? Auguri, intanto il mondo va avanti…

Per lo stesso motivo, è chiaro che anche sul clima non abbiamo speranza, l’immobilismo dominerà e ciaone.

Sull’idrogeno, se un autobus normale costa, che so, 150-200k di euro, un elettrico costa il doppio e uno a idrogeno costa il triplo.
Poi boh, avere l’idrogeno…mah…penso che per la sicurezza sia un attimo da ripensare, ma magari ci hanno ripensato.

Ciao Toby,
12 anni sono pochi per accendere le centrali che ci servirebbero, non per convertire i meccanici o noi utilizzatori.
Che facciamo, mettiamo su due o tre centrali nucleari?

Stando al TG quest’anno ci mancherà pure l’idroelettrico, quinid quando accendete il clima pensateci :wink:

Il nucleare richiede quei 20 anni.

La transizione, però non è necessariamente al nucleare. Cioè, se ci si dà da fare. Se invece si indicono riunioni a cadenza triennale per pensarci su, è chiaro che 12 anni (=4 riunioni) son pochini. Poi ci sono quelli che ci marciano, tipo appunto le officine - che non è che devono costruirsi una centrale in cantina: sono utilizzatori di quella corrente, ma devono costruire apparecchi diversi. Come dire che ieri producevi tagliaerba a gasolio, oggi devi farli elettrici e senza filo: certo che è “un’altra cosa”, ma non ci metti 12 anni a cambiare, ci metti che perdi quello che hai adesso e devi spendere per prendere macchinari nuovi. Già due anni sarebbero più che sufficienti, per riconvertirti, ma il problema vero è: chi te lo fa fare di partire smenandoci? Aspetta l’emergenza, poi vedi come ti arrivano fimanziamenti a pioggia.

Utilizzeremo centrali galleggianti come i gassificatori :smiley:

Pensavo più a cyclette sotto le scrivanie, così risolviamo anche il problema della sedentarietà degli impiegati: tu pedali, l’ufficio resta illuminato e la tua salute migliora…

Come ne “La ragazza meccanica” dove in ufficio se volevi usare il computer dovevi pedalare :smiley:

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Un’idea che non mi sembrava cretina era fare prese per ricariche (a pagamento) alla base di ogni pilone della luce (dove c’è posto, chiaro, non è che metto la macchina nel fosso).

Le centrali nucleari sono caso mai un problema italiano, altrove ce le hanno senza problemi da decenni, anche negli Stati super “green”.

Si, per ricariche blande può andare il palo della luce. In città per city car.

ma anche totem da fare ogni 3 metri .- magari anche al posto di quelli per pagare il pedaggio (che, dalle mie parti, sono ovunque, insieme coi pali dei cartelli per ricordarti di pagare). Comunque, sarà giocoforza. Oppure tutti in bici.

Toh, il ponte sullo stretto è stato approvato. Faremo lezione a tutto il mondo.

Sul come sperperare denaro pubblico senza ottenere risultati.

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Intanto

Il ponte è stato progettato secondo lo schema del ponte sospeso. Il progetto tecnico ad oggi è costituito da 8.000 elaborati progettuali e prevede: una lunghezza della campata centrale di 3.300 metri; una larghezza dell’impalcato di 60,4 metri; un’altezza delle torri di 399 metri; un’altezza del canale navigabile centrale di 65 metri per il transito di grandi navi. 6 le corsie stradali previste (3 per ciascun senso di marcia compresa la corsia di emergenza) e 2 binari ferroviari, per una capacità dell’infrastruttura pari a 6.000 veicoli/ora e 200 treni/giorno. Il ponte è stato progettato con una resistenza al sisma pari a 7,1 magnitudo della scala Richter, con un impalcato aerodinamico di “terza generazione” stabile fino ad una velocità del vento di 270 km/h. Grande attenzione è stata posta alle opere di collegamento: nel progetto definitivo sono previsti 20,3 km di collegamenti stradali e 20,2 km di collegamenti ferroviari.

Invece, in Giappone:

Akashi Kaikyō, che vuol dire Ponte dello stretto di Akashi e si trova in Giappone. È, con i suoi 3911 metri, il ponte sospeso, o a campata unica, più lungo del mondo. Collega due città su due isole giapponesi ed è stato inaugurato il 5 aprile 1998. Il ponte è attraversato da circa 23mila auto ogni giorno e il costo per attraversato è di circa 18 euro. La campata principale è lunga ben 1991 metri

Gli facciamo un mazzo così, ai giapponesi.