L'ultimo libro letto

Ho letto l’articolo e mi lasciano perplessi alcuni elementi cardine.

Del tipo

Malgrado un noto aforisma, ben difficilmente una farfalla scatena un uragano

Per un libro che si prefigge di essere una analisi austera e oggettiva, che raccoglie il pensiero di incrociato di molte discipline con rigore scientifico, travisare in maniera così grossolana e priva di ogni nesso la frase che denigra, mi lascia estremamente scettico sulla qualità del metodo .

Contrariamente al pensiero comune, una nuova mitologia è più importante di una nuova tecnologia perché attribuire un senso a ciò che ci accade e nutrire una qualunque forma di speranza sono due bisogni assoluti per noi umani, senza i quali non riusciamo a sopravvivere a lungo.

Ecco il mito del progresso, non esiste. Se non capiamo neanche questo, che nuovo mito (?) vogliamo propagandare?
Sì nell’800 era un mito effettivo, molti ci credevano, di certo non i capitalisti (che erano diversi da adesso). Negli anni '80 si usava ancora questa parola, ma era giusto una frase vuota e auto assolutoria cui non credeva nessuno dei capitalisti che la usavano ma i tanti lettori sì (tanto che ancora a quanto pare questi scrittori ci credono).
E poi come esistesse un unico e monolitico capitalismo, che avesse un unico e univoco connotato. Come se non ci fossero alternative o se le parti peggiori fossero intrinseche e non delle costanti universali e trasversali (se ci fosse una monarchia corporativistica le cose sarebbero migliori? Vi risparmio la fatica: no).

Insomma, come presentazione mi lascia freddo

Ho anch’io le mie perplessità, ma aspetto di aver letto un po’ di più del libro, poi dirò la mia opinione.

Hai ragione. È che i libri che asseriscono che il capitalismo sta crollando mi fanno un tantino ridere, quando va bene.

Infatti il primo commento negativo è stato:

“Il 700esimo collasso del capitalismo dai tempi della rivoluzione industriale.”

Al che uno degli autori ha risposto:

Chi lo ha scritto non ha letto il libro, ma il commento merita comunque una riflessione perché potrebbe darsi che abbiamo sbagliato il sottotitolo, visto che il capitalismo è solo uno degli elementi costituenti il Leviatano. Semmai lo possiamo considerare come il metabolismo del Leviatano, un poco come l’omeotermia è il metabolismo degli elefanti, così come dei topi. E’ però vero che il Capitalismo è stato dato per spacciato un’infinità di volte ed è ancora vivo, anche se non vegeto, anzi! Ed è proprio questo uno degli argomenti del libro: cercare di capire perché il capitalismo ha sconfitto e spesso assorbito ogni tentativo di contrastarlo e come proprio questo totale successo lo abbia condannato. Secondo il nostro punto di vista infatti, le dinamiche che in un determinato contesto ambientale e storico hanno permesso all’umanità di evolvere in un “quasi-superorganismo” che occupa oramai l’intero Pianeta sono sostanzialmente le stesse che, nel contesto attuale, lo stanno uccidendo.

L’argomento è complesso, purtroppo una risposta di poche righe appare sempre superficiale. Ma nel libro c’è un’esposizione approfondita (anche se sulla questione del mito, specie quello che dovrebbe aiutarci per il futuro, sono a dir poco scettico).

Il capitalismo è finito da mo’. Ora imperversa il capitalismo statale, che prevede utili e profitti se tutto va bene, e l’intervento dello Stato se tutto va male. Coi soldi tuoi, chiaro, che salvano l’azienda privata che non può fallire.

Negli USA ennesima iniezione di liquidità in arrivo per le aziende private, stavolta sotto il nome di incentivi ecologici o chissà che altra stronzata, con tanti saluti alla concorrenza planetaria.

Noi nel nostro piccolo scopriamo che a Venezia l’80% delle attività non batte gli scontrini ed evade le tasse e anche qua, concorrenza ciaone. 80%!
Il reddito di cittadinanza viene tolto perchè l’8% (sto largo, era molto meno) faceva il furbo, in assenza di controllo.
Ah già, a Padova cos’era, un cantiere edile su 3 trovato fuori regola. Concorrenza? E’ per chi ci crede ancora.

Si’, certo, il capitalismo si è trasformato in capitalismo di relazione - commistione tra capitalismo e potere. Ma l’alternativa al capitalismo può essere solo il comunismo, per definizione, quello invece… ah, non funziona come mai? perché mentre nel capitalismo di relazione c’è commistione tra mezzi di produzione detenuti dai privati e potere, nel comunismo mezzi di produzione sono direttamente in mano al potere.
Funziona? ah, saperlo.

Nota a margine: non vorrei far franare il thread sulla diatriba capitalismo - comunismo, nel caso apriamo un thread a parte.

La questione non è la contrapposizione capitalismo-comunismo, sarebbe troppo banale, e già ampiamente sviscerata.

Tutti e due hanno fallito perché si basavano sul dualismo felicità e lavoro.

Credevo fosse felicità e potere, che poi in un caso è in mano a oligarchi, in nome di una presunta “capacità imprenditoriale”, nell’altro anche, in nome del bene del popolo. Strucca, strucca, alla fine in entrambi i sistemi ci sono “decime dovute per il bene comune”, amministrate da pochi eletti, furbi che non le pagano e furbissimi che le raccolgono.

Okay, poi in un caso hai la proprietà privata, e quindi anche proprietari di orticelli (grandi o piccoli che siano) che a quelli ci tengono, se ne curano e li difendono con le unghie, nell’altro no, col risultato che ci si tiene un po’ meno (o, illegalmente, anche di più) , e quindi è anche più facile che le cose vadano male. Almeno, così pare sia andata la storia finora. Che poi, la vicenda delle concessioni statali, anche da noi, insegna che certi prestiti sono in realtà regalie per alcune famiglie - perché dovrebbe essere diverso nei paesi che dicono di essere comunisti?

Thread, please.

Concordo con tutti voi, ma va detto che gli storici parleranno di questo periodo economico come quello del dominio della FINANZA…e purtroppo, va detto…finanza spesso aiutata dalla miopia politica, anche perchè di fatto i politici, al 90%, di finanza non capiscono nulla, neanche un minimo…e di conseguenza, l’assenza delle regole che i politici stessi avrebbero dovuto legiferare…anche se poi certi meccanismi finanziari perversi, una volta inventati, non puoi “de-inventarli”, neanche se sono totalmente slegati dalla produzione o dalla realtà…potresti regolarli invece…oddio, DOVRESTI regolarli.

Si potrebbe aprire un thread su economia e finanza.

finanza, non lavoro. Ovvero fuffa digitale.

Quindi il mutuo e’ fuffa?

In parte è fuffa, perché quello che ti prestano sono solo bit digitali e non corrispondono alle riserve effettive. Mi riferivo al mercato finanziario, a tutti i suoi prodotti fuffa, che è alienato dal mondo reale e lo muove da padrone.
W la fuffa!

Quindi la tua carta di credito è fuffa?

Quindi il tuo mutuo è fuffa? la tua assicurazione sanitaria è fuffa? la tua liquidazione è fuffa? La tua pensione è fuffa? I prestiti verso lo stato (AKA Buoni del Tesoro) sono fuffa?

Attento, @HC: già la pensione tua è a rischio di diventare fuffa realmente. E se arriva una guerra, rischia di diventarlo anche la tua carta di credito.

Solo per dire che, a parte l’adesso e un domani molto breve, nessuno può davvero giurare che convenga il tasso fisso, quello variabile, o investire in oro, o in canne da pesca, da qui a 20 anni.

Purtroppo è tutto una cambiale, che non è detto ci verrà pagata.

Come direbbe Felice Piantagrassa, torniamo in thread? :slight_smile:

“Torniamo in thread. Il thread e’ tutto”
(F. Piantagrassa, Aforismi, 1922)