L'ultimo libro letto

Intanto quello su base sei ha perso. E mica solo nel liceo linguistico parastatale di Frittole.

Io sto con Darwin: se sei davvero buono, puoi perdere una battaglia, ma alla fine vinci la guerra. Se perdi su tutta la linea, o ti sei schierato dalla parte sbagliata (come Immuni, che di per sè è fatta benissimo, ma…) o tanto vincente non sei.

E la base due e la base 16.
Lo sai che lavoro nel settore? So usarle, ma mi capita di rado - e ogni volta ci devo pensare e no, le dita non mi aiutano: carta e penna o sbaglio. Però noi si aveva solo le dita, ai tempi.
E infatti binario e, ancora di più, l’esadecimale, sono qualcosa che si usa in settori particolari e da tempi relativamente recenti. Te lo vedi, Pitagora, a fare i conti in esadecimale? Già lo guardavano male così… Che poi: i maia usavano anche le dita dei piedi e contavano in base 20. Sembra anche buono, ma che fine hanno fatto? Coincidenze? Io non credo.

No. Non garantisce ne che la soluzione sia ottima ne che la soluzione ti faccia vincere.
Altrimenti avrebbe vinto il COVID, per dire.
Altrimenti il gene che permette agli umani adulti di digerire il lattosio sarebbe universale e io sono la prova[1] vivente che così non è.
Secondo, è una legge che si applica alla biologia non agli ambiti umani. Altrimenti nessuno più userebbe i gradi centigradi, le unità anglosassoni, le monete su base 120, la scala angolare, e così via.
Terzo, distinguere casualità da causalità: se il vantaggio non è chiaro, quello che tu interpreti come effetto della selezione è probabilmente dato dal caso. Come è stato con la base 10.

In realtà se vincesse il metodo migliore, dovrebbe aver vinto la base 6. Perché non l’ha fatto? Perché già si usava, ma con metodo sbagliato: i romani usavano una mano (V) o due mani (VV che poi è diventata X), e poi L e C… Da lì a passare all’aritmetica posizionale è stata un attimo.
Quindi, no, la base è assolutamente neutra (contare sommare o moltiplicare base 6, 10 o 13 sarebbe stato lo stesso), ma la cultura e l’uso ci ha messo il suo.


  1. vabbè “una”, con me ci sta circa il 10% della popolazione mondiale. ↩︎

Guarda che ha vinto. Abbiamo smesso di tamponarci a nastro, ma lui, evolutosi oltre la EW5 o quel che l’è, è sempre qui, e per restare, cilco evolutivo dopo ciclo evolutivo.

E perché mai togliere al caso la possibilità di vedere se abbiamo imparato a fare il latte dalla soia? È evoluzione anche quello. Sei vivo? Visto che abbiamo imparato?

La prova di quel che succede a cercare di usare sistemi diversi da quello decimale senza necessità. C’hai presente gli inglesi? Sono quelli con la guida a sinistra…
Ma ti vengo incontro, hai saltato un esempio basico: la gestione del tempo in ore, minuti e secondi. Che però, a ben guardare, noi si sinsiste a cercare di usare in base dieci: dai 5 ai 10 minuti, per dire., o i famosi 10 secondi. Un caso, vero?

Certo: è un caso che, in maggioranza, si abbia tutti 5 dita per mano e si impari a contare sulle dita. Potevamo farlo sulle orecchie - e vai di binario - , o aggiungere quelle dei piedi (e finire come i Maya) o aggiungere naso, gomiti, lingua e ginocchia alle mani e c’avevamo l’esadecimale. Invece no, le dita. Di gente che le aveva tutte, poi. Che razza di pigroni.

E sarebbe in base sei? Comunque il sistema decimale lo hanno documentato un attimo prima gli egiziani, giusto nel 3000 AC.
Pare che i Fenici usassero un sistema diverso. Che fine hanno fatto? Ecco, fai un po’ tu.
La cultura e l’uso ci hanno messo del loro. Ovvio, a quello servono.

Perdonami babbano ma tu mi stai portando solo vantaggi legati alla nostra fisiologia o prove che provano solo che squadra che vince non si cambia.
Io invece ti sto spiegando che dal punto di vista matematico non sarebbe cambiato assolutamente nulla. A controprova, che esistono sistemi in uso che non sono neanche decimali, come la base 12 usata tutt’oggi da alcune culture.
Il fatto che alcuni siano estinti non implica che il loro metodo fosse sbagliato, ma solo che hai un enorme difficoltà col bias di sopravvivenza.

Base 12 lo usano quelli strani che misurano la temperatura in base alla temperatura media del sangue del cavallo.

In effetti, sono certo che i millepiedi imparino a contare diversamente.

Secondo me non si vedono tutti i piedi…poi fai tu

A parte che come dicevo la gente ha smesso di contare, quindi nessun sistema ha veramente funzionato, io non uso più le dita, ma a doverle usare, la base 6 è decisamente più facile su due mani (non calcoli, intendo)

I demoni con tre dita per mano non contano.

Quanta discriminazione per ha sei mani…

Pensa, chi ha sei mani potrebbe contare fino a 6^6-1=46655 che tra l’altro è anche un bel numero.

È la password del mio wifi

Finito di leggere Appleseed di Matt Bell.

L’avevo iniziato a fine luglio, ma era tendenzialmente pesantuccio, quindi me lo sono trascinato fino a questa settimana.
E’ uscito solo in inglese, ma siccome alla fine lo metto tra i pochi romanzi che vale la pena leggere al di la delle difficoltà, lo segnalo.

Si tratta di un romanzo che affronta il tema del cambiamento climatico e si muove tra tre storie ambientate in linee temporali diverse (1800, prossimo futuro, e un futuro remoto).

La prima descrivere le origini del problema, con la mentalità ottocentesca di espansione e conquista della frontiere dei colonizzatori del nuovo mondo; dove la natura è vista come un qualcosa da sottomettere alle necessità umane.
Sembra più che altro un fantasy o protofantasy (il protagonista è un fauno metà umano), molto strano, però rende l’idea dell’origine del problema
La seconda è ambientata nel prossimo futuro dove la civiltà umana ha ormai subito i danni del cambiamento climatico ed è in lotta per salvarsi dall’estinzione.
Questa è pura SF, è la parte che ho apprezzato maggiormente e l’ho trovata molto bella.
La terza è ambientata in un futuro remoto in cui la terra è in una fase di glaciazione e un fauno sopravvissuto va alla ricerca di una misteriosa base che potrebbe essere l’ultima speranza per l’umanità.
Classica, ma non troppo, SF post apocalittica ed è quella che ci guiderà alla conclusione del libro.

Come anticipato è stato difficile leggere il libro.
Lo stile tende ad appesantirsi, il mischiare tutti questi generi (fantasy, hard SF, cambiamento climatico,post umanismo, post-apocalittico) sviluppandoli pure su storie diverse, non facilità certo la lettura.
Il problema più grosso è che rispetto ai grandi capolavori manca chiaramente qualcosa a livello stilistico.

Però arrivato alla fine mi sono trovato ad essere molto soddisfatto della lettura, senza avere una idea concreta del motivo :upside_down_face:
Principalmente ho apprezzato il modo esaustivo in cui ha affrontato il problema del cambiamento climatico ed il finale che riesce a sommare in se l’intero spettro di tematiche/generi/emozioni del romanzo.

Alla fine è riuscito a farmi dimenticare tutte le difficoltà incontrate nella lettura.
Un (raro) romanzo in cui le idee riescono sovrastare gli altri difetti.

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Allora,nel frattempo che sto leggendo a casa The Weird di Ann e Jeff Vandermeer, un tomo pantagruelico, ho finito sempre di loro Le Visionarie, raccolta di scrittrici che hanno usato il fantastico come tema di genere. Veramente, veramente bello.
Finito un numero di Clarksworld - con fatica, perché sto leggendo con poca voglia e molta stanchezza - poi un numero di Lost Tales sull’heroic fantasy (sempre bella come rivista!!). Per adesso di loro ho finito 2 numeri S&S, 2 horror, 1 hardboiled e uno di FS.
Stavo leggendo anche Tokyo Blues di Murakami ma non mi stava prendendo. Un tizio sul treno mi ha chiesto cosa stessi leggendo ed era simpatico, quindi glielo ho regalato. Magari poi lo prenderò usato.
Poi, poi, poi, boh penso basta, a parte parecchi fumetti, tra cui uno splendido Sheriff Of Babilon, su un militare investigatore americano a Baghdad nei primi anni 2000 (scritto da un ex CIA), l’integrale di Criminals, di Brubaker e Philips - noir violento, moderno, con tre generazioni di criminali - un paio di numeri di Dalla, Planetary Romance a fumetti dell’argentino Juan Zanotto, un numero di Kalya, un fantasy italiano e che altro?
Ah a breve inizio l’analogia Alia EVO 1.0

E io ancora lì che devo trovare il tempo e la forza di proseguire col libro di @salvatore.mulliri

Si direbbe un’occupazione faticosa, purtroppo non si fanno rimborsi :stuck_out_tongue_closed_eyes:

I suoi li ho fatti fuori in un sol boccone, ma io son particolare. Si leggono bene e sono diretti, buone le idee. Direi che può puntare anche a qualcosa di più ambizioso.

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Stavo pensando a una trasposizione in chiave galattica della Caduta dell’Impero Romano di Gibbon, ma mi dicono che qualcuno ci aveva già pensato.

Puoi fare la rivoluzione francese e l’ascesa di Napoleone in chiave space opera

Credo che se solo ci provassi @Jabbafar mi sfiderebbe al duello cavalleresco con sciabola e colbacco

Nell’immagine Jabbafar che mi chiede cortesemente di ripensarci