L'ultimo libro letto

E tu che ci fai lì?

Vende le erbe. Purtroppo il @Tobanis non si decide a passare…

Perché mi ricorda Castaneda? Che, furbissimo, da tossico è passato ad ambasciatore di una religione per tossici, così da monetizzare (e non poco, mi sa).

Io sono ovunque. Specie nei luoghi più zozzi, così mi sento in buona compagnia

Ho terminato ieri sera dove sono i bambini? di Mary Higgins Clarke.
Romanzo datato ma assolutamente ben scritto e ben articolato, con una trama relativamente semplice e senza troppe contorsioni o intrecci strani, anzi, proprio per la sua semplicità ha un ritmo sostenuto e non noioso.
Una cosa colpisce, che ad un certo punto l’autrice debba spiegare cosa si intende per pedofilia… Segno dei tempi che son cambiati.
Consigliato,. nonostante l’età.

http://www.bibliotecagalattica.com/romanzi/mastodonia.html

un Simak minore

Simak è troppo classico per i miei gusti, ma fa piacere leggerti.

1 Mi Piace

Sto leggendo La forma del ghiaccio Linda Tugnoli

1 Mi Piace

Che è?

Hai presente i ghiaccioli, stessa cosa senza i coloranti

Il terzo di una serie di gialli ambientata in Valle Cervo (Biella) con dialoghi in dialetto e amenità varie piemontesi.
Mezzoretta da casa mia. :slight_smile:

1 Mi Piace

recentemente ho letto Furore di Steinbeck.
un ritratto della Grande Depressione, bello tosto e con un finale forte seppur incompiuto.

1 Mi Piace

Il caso vuole che sia indietro nella lettura dei Robot e lo abbia appena finito…
più o meno direi che ho avuto la stessa impressione
Potrebbe dipendere però dalla selezione: i racconti esteri hanno dovuto emergere per essere prima pubblicati su una riviata (o simile) negli USA e poi emergere di nuovo e poi essere selezionati dai redattori di Robot. I racconti italiani sono semplicemente proposti alla redazione di Robot e passano o no.

Ho finito, non l’avevo mai letto, Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde (1890)

Il libro è celeberrimo, la storia la sapevo e si sa, così come cosa accade e il finale. Ho trovato molto bello anche tutto il resto, sia l’indagine psicologica, o come vogliamo chiamarla, diciamo l’evoluzione dei pensieri del protagonista, sia l’ovvia trasposizione di Wilde nel romanzo, con tutte le sue frasi ad effetto, le forzature, i paradossi, la brillantezza nel dialogo.
Insomma, scopro l’acqua calda, l’opera è bella, piuttosto ben scritta, scorrevole, interessante.
L’omosessualità è di fatto molto più celata di quanto credevo, ma veramente molto. L’affetto tra i vari personaggi maschili è più un’ammirazione verso qualcosa di bellissimo, un’adorazione del soggetto, piuttosto che il desiderio dello stesso.
Consigliatissimo, come noto dopo un secolo e mezzo continua ad influenzare tv cinema arte e quant’altro.

Lo lessi ai tempi del liceo, ne ho ricordi molto vaghi.

Come tutte le opere di Wilde è veramente bello .

Ricordi vaghi anch’io. Però rammento che si faceva leggere.

Approfittando del weekend al mare, mi sono spazzolato L’isola del tesoro, di Stevenson (1883), che è un classico dell’avventura e tale l’ho trovato, un vero classico dell’avventura. Per quanto la storia sia celeberrima e ben nota, almeno a sommi capi, non l’avevo mai letto.
250 pagine che si bevono in un sorso, bello bello, Stevenson (morto molto giovane, scopro) era maestro nel narrare. Si torna insomma alle sere ataviche dell’umanità, quando senza tv e cellulari toccava al Narratore, attorno al fuoco comune, raccontare qualcosa prima di andare tutti a nanna. Eh beh, Stevenson li avrebbe avvinti tutti. Non vedi l’ora di sapere come va a finire, mentre non leggi il libro.
Dunque, bello, dunque consigliato, e poi, questo sì, può bene essere un classico anche per ragazzi, quale in effetti è. E’ anche per adulti? Hai voglia.
Come noto, Stevenson “partì dalla fine”, un giorno disegnò un’isola, si divertì a dare il nome alle varie parti della stessa, la chiamò L’isola del tesoro e di seguito pensò alla storia che c’era dietro (e davanti). Creò da par suo personaggi memorabili, tra tutti ovviamente il pirata Long John Silver. e se ti dicono “Quindici uomini sulla cassa del morto”, siamo all’icona. E non è il solo elemento che nasce in questo libro, anzi, da qua parte tutto. Se vedete un tesoro con una X, un pappagallo con un pirata, la “macchia nera” e chissà cos’altro, come dice anche WIKI, derivano da questo libro. Credo che anche Corto Maltese gli debba tanto.
Ma direi che le influenze sono state enormi.

2 Mi Piace

http://www.bibliotecagalattica.com/antologie/thomas_incredulo_102_bombe_h.html

una Antologia di Disch

2 Mi Piace

Ho terminato Il giro del mondo in 80 giorni, di Jules Verne (1872), che non avevo mai letto (e ho vaghi ricordi del film con David Niven).
Direi sorprendente, ma non tutto in positivo.
a) non avevo mai letto Verne, credo. Qua il suo stile assomiglia molto alla voce “off” nei film. Nei film, è spesso insopportabile. Qua, è molto gradevole e come detto, sorprendente. Alla lunga, però non regge e lascia un che di superficiale all’opera tutta.
b) il libro è un filino deludente. Le “avventure”, tranne due tre casi, raramente arrivano a quella voracità in cui le pagine ti volano. Non mancano i momenti di noia, soprattutto nelle descrizioni dei posti esotici. Descrizioni che avevano senso nel 1872, ma oggi, ricolmi di documentari e documenti…beh hai voglia. Al limite, sono un certo documento storico, con S. Francisco e i suoi 200mila abitanti.
c) Phileas Fogg è molto figo. Mi sono abbastanza riconosciuto in lui, soprattutto nelle sue manie e nella sua condotta MOLTO abitudinaria.
Purtroppo è il protagonista si fa per dire, spesso è sullo sfondo, e mai sappiamo che pensa o che prova, un po’ perchè il personaggio è un inglese imperturbabile, un po’ perchè lo stile dell’Autore ha quasi zero psicologia.
d) se sei pieno di soldi, in definitiva, fai quel c***o che ti pare. Questo libro è l’ennesima conferma.
e) mongolfiera…boh, avevo immagini di un pezzo di viaggio in mongolfiera…no, non c’è nessun volo in mongolfiera, nel romanzo.
f) Passpartout è vivace e simpatico, ma di fatto un mezzo coglione.
g) scopro che un tizio pochi anni prima aveva fatto veramente il giro del mondo, e che i tempi erano più o meno quelli, anzi, nel giro di pochi decenni si andò già sui 60 giorni (prima dell’invenzione dell’aereo).
h) il colpo di scena finale, che non svelo, è un po’ debole; poco veritiero, poco credibile che il protagonista, così attento ai dettagli, non si sia accorto di ciò, oltre al fatto che per caso avrebbe potuto ben scoprirlo.
Voto 6/7.

No, dài, impossibile. Nemmeno “Ventimila leghe sotto i mari”? Dovresti rimediare.

Per quanto riguarda “Il giro del mondo”, non ne ho ricordi memorabili (letto da bambino). Pochi anni fa ho provato a leggere “Viaggio al centro della terra”, ma ho mollato a metà; preferisco di gran lunga il vecchio film con James Mason.