L'ultimo film che hai visto

Attività insolita

Our rating mechanism has detected unusual voting activity on this title.

Peraltro alcune recensioni sembrano fatte con simile struttura linguistica, chissa’.

L’ho notato anch’io.

Quello che mi colpisce é che provando a guardare in rete non c’è il solito casino sulla faccenda.
Si legge giusto dei problemi vari legati al “colore” della protagonista, a Israele/Gaza, ai nani in cg, ma generalmente su queste cose trovo molte più notizie.
Invece mi sono solo imbattuto in questo rating chiaramente anomalo, sono andato a controllare se fosse il film giusto, poi mi sono fatto una risata, più per il numero di voti che per il voto.

Un po’ come il miglior ristorante di Londra

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Contrariamente alle oltre 100 recensioni di TripAdvisor che hanno reso poetiche la profondità del sapore del cibo, l’arredamento rustico e un pasto che merita l’attesa, il ristorante The Shed at Dulwich in realtà non esisteva.

Butler, che ha 26 anni, è un giornalista freelance per Vice UK, con una testa biondo candeggina e un debole per la burla. I suoi precedenti scherzi hanno incluso la creazione di un falso stilista di moda per farsi strada verso la vetta della settimana della moda di Parigi, oppure intrufolarsi in uno show britannico per fare casino con i membri del cast. È stato a lungo affascinato dalle dinamiche sociali di TripAdvisor, il sito più popolare del Regno Unito per le recensioni dei ristoranti, o come lo ha definito a AD “uno strano cruciverba che è considerato affidabile da tutti, ma quando lo osservi da vicino, è solo pieno di gente strana che lascia una recensione a tema.

Sì, quello delle recensioni false - che siano di ristoranti, di film, di articoli venduti su Amazon o di…annunci di lavoro civetta (provate a cercare offerte di lavoro per animatore di villaggi turistici, e vedrete quanta formazione obbligatoria, anche praticamente gratis, salvo forse una piccola caparra, e con vitto e alloggio in albergo a carico tuo dovrete fare, per esempio) - è un problema reale.

Infatti bisogna guardarle a campione, andando an che a leggere quelle negative. Ma pure lì, come insegna Biancaneve, non è che le negative siano necessariamente più vere di quelle positive, perché esistono gli spiritosi e (magari in altro settori) i concorrenti.

Però diciamo che questo Biancaneve, a differenza del ristorante fantasma, parte molto male.

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Per come cucinano gli inglesi ci sta che il miglior ristorante sia uno inesistente

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Del caso di Biancaneve si occupa anche Snopes:

… the movie […] had been the target of "review bombing," a phenomenon in which hordes of internet users give one-star ratings, usually with malicious intent.

The review bombing was a result of the fact that the film had been steeped in controversy even before its premier. In August 2024, Zegler, who is Colombian American, shared on X a post thanking fans for the millions of views on the “Snow White” trailer. In a second post replying to the first, she added “free Palestine,” referring to the war between Israel and Gaza

Meanwhile, her co-star Gadot, who is Israeli, was the target of death threats due to her nationality, forcing Disney to pay for added security, according to a Vanity Fair report.

Senza considerare le polemiche sul colore della pelle della protagonista.
Insomma, oltre alla scarsa qualità del film, ce n’è abbastanza per capire come si è arrivati a un voto così basso.

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Horizon - An American saga cap. 1 (2024)

Il buon Kostner di solito sa raccontare bene le storie, ti sa prendere, ma qua la cosa accade solo a momenti. Nelle intenzioni iniziali, il progetto prevedeva 4 film, questo sarebbe il primo, già di suo bello lungo (non lontano dalle tre ore). La regia e la sceneggiatura però si perdono, in tutto questo tempo; il film è via via sempre più slegato, fino ad un assurdo “finale”, in pratica un trailer delle prossime avventure, trailer dove mi pare non manchino pure vari spoiler. Un’opera in definitiva incompiuta, e non solo per il finale ovviamente aperto: c’è troppa carne al fuoco, che viene però male padroneggiata, i molti personaggi vagano per le loro avventure, più o meno credibili, e c’è solo da sperare che alla fine il tutto si risolva. Per ora, no. Pure il personaggio di Kostner, al momento, è un brutto personaggio, al di là della notevole panza del nostro; è un commerciante che suscita poca empatia e non porta certamente a una immedesimazione. Forse il giusto habitat di tutta sta cosa era la serie tv, magari su una decina di puntate da un’ora, su qualche piattaforma.

Pure, alcune cose non sono chiarissime, e non sempre è ovvio dove si svolgano le vicende di alcuni personaggi, rispetto ad altri, sia temporalmente, ma anche geograficamente. Certo, talvolta siamo in un caldo soffocante (USA del sud, dunque), in altri momenti vediamo altri personaggi tra la neve (USA del nord, si immagina), ma che serve che ti scrivano Arizona, Montana, Wyoming, chi cazzo sa dove siano, se non è statunitense? Kostner potrebbe ben dire, cazza tua, non è l’arte che deve arrivare allo spettatore, ma lo spettatore che deve farsi il culo per studiare e comprendere l’arte….e sarebbe giusto, ma qua, dove è l’arte? Magari che so, una cartina in più, scrivere a video un anno in più, sarebbero serviti per un microcefalo come lo scrivente.

Poi, ok, ci sono vari momenti buoni, momenti validi, gli indiani tornano a fare gli indiani, uccidendo senza onore donne e bambini, i bianchi continuano a fare i bianchi, uccidendo senza onore donne e bambini; io sul totale sono per un 6,5, che però è un risultato deludente, data anche la supposta epicità del progetto.

Il film è stato quarto negli incassi settimanali in Italia; nel mondo gli incassi sono stati estremamente deludenti, tanto che il secondo capitolo è stato sì presentato a Venezia fuori concorso nel 2024 ma non è ancora mai arrivato nelle sale. Il terzo pare sia stato girato e il quarto al momento è solo un’ipotesi.

Oceania 2 (2025)
Classico film disney, bello anche se non mi ha appassionato più di tanto, mi pare che almeno la qualità delle canzoni sia superiore alla media.

Il Grande Lebowski (1998)
Film cult che non ricordavo minimamente, quindi l’età inizia ad avere almeno qualche vantaggio, direi che è bello penso sia scontato :slightly_smiling_face:

Passaggio in India (1985)
Altro classico, pluri-candidato all’oscar (film, regia, etc…) devo dire che mi ha un po’ deluso, sia come trama, sia come recitazione.

Nel frattempo continuo a seguire i rating di Snow White, sembra che su IMDB nessuno sia disposto a dare un voto serio.
Ho provato su RT, il rating del pubblico è 74%, ho provato a leggere le recensioni e la seconda era questa

when I walk into the place is clean and everybody help us in the movie was fantastic. I will recommend anybody to go see it.

:melting_face:

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Hey Dude!

Avevo circa 19 anni e una fidanzata di quelle da libro cuore che mi ha costretto a vederlo al cinema. Io, che volevo andare a vedere “All’inseguimento della pietra verde” o “Ritorno al futuro”.
Lo ricordo con orrore. E ho pagato anche per lei, eh?

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Domenica scorsa ho visto La città proibita di Mainetti. Se vi sono piaciuti i suoi precedenti film, probabilmente vi piacerà anche questo; fa di nuovo l’operazione di prendere un genere specifico, con tutti i suoi cliché e archetipi (in questo caso i film di kung fu invece dei supereroi) e trapiantarlo nella Roma contemporanea.

A me è piaciuto molto!

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Mettiamo un trailer

di lui ho visto Lo chiamavano Jeeg Robot. C’era del buono, anche, ma il film non mi ha preso in modo particolare - sarà che la tipa squilibrata mi ha messo troppa tristezza e io invece preferisco sorridere, di base. Però chissà, a questo magari una canche la darò.

Sto guardando Blodd and Gold.
La sinossi lo definisce un film alla tarantino.
In effetti ci sta: lo trovo una cagata

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Oceania 2 (2024)

Tra il voto della rivista FilmTv (un 5 scarso) e quello del grande pubblico (un sei e mezzo e poco più) metterò il mio in mezzo, un sei dunque. Film ritrovabile sulla piattaforma Disney+ (dove approfitto di una offerta 3 mesi gratis), l’opera era prevista inizialmente come una serie tv canterina, una roba che la gente si mette a guardarla e si mette a cantare, e vabbè. Poi decisero molto saggiamente (ma molto) di farne un film per il cinema, e il risultato è: caruccio, anche se varie canzoni sono presenti e sono giusto, come numero, un filino più del necessario. Il film è molto tradizionale, molto semplice e schematico nella trama, dove la nostra eroina, assunto ora un ruolo di prestigio, assolda un equipaggio per trovare, nel Pacifico, altre isole come la sua ma soprattutto altre persone, perché si chiede dove cavolo sono tutti, siamo solo noi, qua, e basta, su un’isoletta? Il tutto è però fatto molto bene, ci sono vari personaggi già presenti nel bel film iniziale (di una decina di anni prima), personaggi poi tutti azzeccati, c’è ritmo, azione, tensione (oddio…da film Disney, diciamo), insomma, tutto benino. Ciò che nessuno aveva previsto, neanche alla Disney immagino, è stata poi la mostruosa fortuna al botteghino, il classico prodotto giusto al momento giusto. Lasciamo stare il primo posto in Italia, settimanale, che si può dare per scontato; il film ha incassato oltre un miliardo nel mondo, terzo incasso 2024 e nella Top 50 all-time. Colpaccio, insomma, soprattutto perché non è che sia sto filmone, come hanno pensato anche agli Oscar, dato che non entrò neanche nella cinquina dei candidati.

Roma città aperta (1945)
Su netflix hanno messo per un periodo limitato alcuni grand classici del cinema italiano (Trilogia della guerra antifascista di Rossellini, 8 e mezzo, La dolce vita, etc..) così ne sto aprofittando per vederli.
Questo è considerato il capolavoro di Rossellini, un classico della storia del cinema e del neorealismo italiano, la prima grande produzione cinematografica italiana del dopoguerra … in pratica uno di quei film che, se ti interessa il cinema, devi vedere.

Il film racconta la storia di roma nella fine del periodo dell’occupazione tedesca ed è oggettivamente bello.
Se da un lato si nota l’età, soprattutto a livello di recitazione, a fronte il confronto con i grandi film Hollywodiani degli '50 o '60, questo non sfigura, anzi.

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Insoomma, niente di che, però sono andati tutti a guardarlo. Delle due l’una: mancavano alternative oppure siamo schiavi dei bambini.

Ricordo che pure il primo non era esattamente un filmone - gli dai un sette se ti piace la Disney, che però ha fatto decisamente di meglio (e sì, pure di peggio, a volte). Questo è anche meno bello? Faccio bene ad aspettare di aver poche alternative anch’io.

Ah, ecco perché ieri sera un canale satellitare iraniano che scrocca Netflix passava La dolce vita. :slight_smile:

Oggi altro classico su Netflix, La Dolce Vita (1960).
Per chi volesse e disponibile anche gratis su Plex

Oltre le nuvole (2004, da noi 2017)

Il regista giapponese di film a cartoni animati Makoto Shinkai (Your name., Weathering with you, ma pure altri) come tutti gli altri esordì con un primo film, un lungometraggio, e cioè questo, uscito da noi nel 2017 ma che risale in realtà al 2004. A volte parti con una lavoro minore, poi migliori, a volte magari parti col botto; o magari che so ti chiami Michelangelo e anche se non sono i tuoi primi lavori, a 25 anni sei che fai il David e hai già fatto la Pietà. Qua siamo nel primo caso, il più comune, tanto che questo film, a cui darò una sufficienza, è pure perdibile, e poco paragonabile ai successivi, come qualità.

Sia chiaro, è ben realizzato, non è malvagio, però è confuso, ha varie cazzate, cazzate tecnico scientifiche, intendo, e poi si vede che è “vecchio”, per quanto ciò sia poco definibile (ma avvertibile benissimo).

La storia è quella che è, si immagina un Giappone che nel dopoguerra è diviso, una parte sotto l’influenza sovietica, l’altra sotto quella USA, la tensione è elevatissima; le vicende sono concentrate attorno a una torre altissima (ma proprio, sarà ben più di un km) e alla sua proprietà di modificare lo spazio-tempo circostante (!), ma vabbè, poi ci sono i protagonisti, questi amici che tra loro si trovano ma in realtà sono tre disadattati, una ragazza e due ragazzi….non è così bruttino come lo dipingo, ma in conclusione nulla di che e occupava senza particolari meriti un posto alto nella mia lista, per “colpa” di una recensione troppo entusiasta su FilmTv.

Parthenope (2024)

Ma dove è finito Sorrentino? O dove è finita l’idea che avevo di Sorrentino, forse…Il film mi è sembrato per lunghi tratti terribile, addirittura uno strazio arrivare alla fine della prima ora (ne dura due circa). Per fortuna c’è Silvio Orlando, e per fortuna c’è Peppe Lanzetta, e la sua figura di Cardinale “sui generis”. Ma la prima ora….ho messo pure i sottotitoli, perché anche con le dizioni non ci siamo (il film è su Netflix), poi li ho lasciati, e ho fatto bene.

Il film punta troppo sulla protagonista, quasi esordiente, e quasi mandata al massacro. Lei è carina, certamente una bella ragazza, ma non è COSI’ bella da giustificare tutti i vari complimenti e le situazioni presenti in sceneggiatura. Erotismo, poi, zero. Come attrice, se la cavicchia, ma non se la cava, ma non era neanche giusto metterle il film sulle spalle. Tanti sguardi, tanti sorrisetti, tanta recitazione di maniera, ma in definitiva il film tutto è afflitto da manierismo, da Sorrentinismo, da una imitazione dello stile e dei grandi film passati (di Sorrentino stesso), e infatti la sensazione, per tutto il film, è di quella di vedere qualcosa di artefatto, di falso, in fondo. Tranne quando c’è Orlando, certo, ma lui è un attore mostruoso, si sa.

La storia è quella di questa ragazza, Parthenope, figlia di ricconi sfondati, sempre un po’ svagata e disinteressata, alla fine si laurea in antropologia e diventa professoressa. Fine? Più o meno. C’è anche un fratello, un fannullone impenitente, morbosamente attratto dalla sorella, la quale non lo mette al suo posto, anzi, pare dargli pure corda, e come le dirà la madre, correttamente, sarà della sorella la colpa di quanto accadrà (non anticipo).

I dialoghi sono spesso irreali, nessuno parla così, forse qualche psicopatico, sembrano scritti e recitati, come sono in realtà, e si vede. La storia è piuttosto pesante e in definitiva suscita ben poco interesse. Ancora una volta, l’altra protagonista è Napoli, e questo ha un tantino fracassato le palle (ora arriva pure un altro scudetto, aiuto) con tutto il bene che si può volere, e una e due e tre, ma anche basta; che poi la napoletanità (ma forse anche l’italianità) si può brevemente e facilmente riassumere nella cosa più azzeccata del film: da Parthenope, un nome poetico e aulico, a Partè, come la chiamano tutti, in maniera molto più prosaica e popolare, è un attimo. Dalle vette agli abissi, insomma, esagerando.

E che bello se la protagonista, al centesimo personaggio che le chiede “Ma a cosa stai pensando?” avesse detto “A stucazzo!”. Che poi, sai chi se ne frega a cosa stava pensando Parthenope.

Spiace, altro ce ne sarebbe da dire, forse, ma in sintesi il mio voto è 4/5; il film fu primo per incassi settimanali in Italia, record assoluto tra l’altro per un film di Sorrentino, se ho visto bene. Il film ha spaccato la critica (FilmTv, comunque, lo promuove con una media di 7,2); il grande pubblico ha mediamente promosso, senza slanci, però. Partecipò senza fortuna a Cannes.

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