Dexter era un altro assolutamente normale.
La donna dello scrittore (2018)
Super melodrammone super d’essai, una gran bella storia, ottimamente sceneggiata, con bei personaggi, e ben orchestrata. Anche se ambientata ai giorni nostri, si svolge in una Francia collaborazionista, dove stanno rastrellando chi è scappato o sta scappando; il tempo per fuggire purtroppo sta finendo. Il protagonista finisce in una storia incredibile, viene scambiato per uno scrittore (che in realtà è deceduto) e ottiene il visto per andarsene, ma le persone che conosce a Marsiglia lo costringono a scelte molto difficili. Bello, bravissimi gli attori, gli darò un 7, anche per le belle musiche presenti. Incassi di super nicchia, partecipò al Festival di Berlino, senza fortuna. Ritrovabile su Amazon.
Il castello invisibile (2022, Italia 2023)
Film uscito solo per un paio di giorni al cinema, in Italia, e bocciato dal critico di FilmTv che lo vide. Il grande pubblico è invece rimasto attorno a un sette. Io pure sarei per un voto simile, e dunque sto con il pubblico. Capisco che il film, un cartone animato giapponese, non sia il massimo dell’originalità. I personaggi sono tutti un po’ degli emarginati, chi più chi meno, chi più bullizzato, chi meno (cosa ultimamente vista e rivista). Pure il fatto che non si siano incontrati (chi ha visto il film, lo saprà) ha una spiegazione banale e telefonata, già vista altrove. Eppure, ci sono elementi decisamente interessanti. L’anno trascorso nel castello ha il suo perché, con le sue stagioni e i cambi di abiti dei protagonisti; il fatto stesso che non siano obbligati ad andare nel castello, se vogliono, o che tornino a casa ogni sera, tornando alla realtà, suscita interesse, con le vite parallele. La realizzazione grafica non è particolarmente spinta, ma è buona, un buono di routine; la cosa migliore è la storia, che alla fine prende e si ha voglia di vedere come andrà a finire. Più di una scena è indovinata e alla fine sono per un 7,5.
Il film è recuperabile su Netflix, anche se direi che è solo per appassionati del genere.
Lo metto in lista, grazie.
Mi ha lasciato indifferente, mi è parso orientato più che altro ad un target molto giovane, direi intorno ai 14 anni, quindi proprio non mi ha preso.
il trailer, devo dirlo, non mi ispira - come animazione mi sembra scarsina, le musiche discutibili (vuoi mettere gli inni al don’t panic?), la storia forse qualcosa può avere d’interessante (ma proprio quella dici di no, @Tobanis ) e in effetti sa più di telefilm per ragazzini mancato, o comuque di cartone da tv per un pomeriggio di pioggia e senza compiti
A me il trailer non mi scoraggia (anche se avrei preferito qualche lacrima in meno). Più che altro sono ormai disabituato a guardare film e serie in italiano, lo vedrò coi sottotitoli. Poi valuterò.
Ho visto un pezzetto di Interstellar, un pezzetto di Confusi e felici ed infine due minuti contati di Sound of silence (2023) che mi ha fatto paurissima in un attimo.
E ha proprio un bel voto su Imdb: 4 (su 10).
Ah ecco!
Non posso esprimere un giudizio però.
Perché come faceva il fratello figlio unico di Rino Gaetano “non ho mai giudicato un film senza prima, prima verderlo”
interstellar non dirmi che non lo avevio visto tutto già da mo’, confusi e felici ci sta che magari lo tenevi in coda, ma sound of silence? A me vengono in mente Simon e Garfunkel…
Aspetta:
Questo?
No, sono contrario agli horror. Vado a (ri)sentirmi the sound of silence
Follemente (2025)
Campione di incassi in Italia, ennesimo film di Genovese, che ne ha girati molti e di qualità altalenante (Perfetti sconosciuti e Una famiglia perfetta, i due che mi erano piaciuti di più; Per tutta la vita, forse il più inguardabile, ma non è il solo). Ero curioso perché il pubblico aveva apprezzato questo film (media oltre il sette), mentre la critica che seguo (rivista FilmTv, media voto 5,4) si era abbastanza divisa, con il sig. Roy Menarini che diede addirittura il voto di 1.
Invece mi è piaciuto; la storia è abbastanza nota, riprende il concetto del cartone animato Inside out, anche se il regista ci arrivò prima e dunque sarebbe da dire il contrario (ma certamente in realtà nessuno copiò nessuno). C’è curiosamente una unità di spazio e tempo (un appartamento, e poco altro; una serata) ma una grande pluralità nel cast, che è veramente ottimo. L’idea funziona bene, il film si giova di un montaggio formidabile, con alcune scene che durano pochi “fotogrammi” (se ci fosse una pellicola), giusto il tempo che l’attore dica un’unica parola, a volte; eppure, il ritmo del film non perde un colpo, tanto che direi che non c’è una pausa o qualche scena che magari andava tagliata, nulla, il film va bene così come è.
Bella la scrittura del film, a molte mani, bella anche l’idea finale, con l’incontro a otto che era un peccato se non ci fosse stato; direi che sono una decina o più i momenti top, quelli più divertenti o indovinati, o quelli da farne dei piccoli cult.
In definitiva sono per un 7/8, una piacevole sorpresa; gli incassi continuano ad andare bene anche se non so se raggiungerà il successo di Perfetti sconosciuti….il passaparola, positivo, però sta continuando.
Trovo sia uno dei pochi registi italiani che riesce a fare di film per il grande pubblico di qualità.
Una famiglia perfetta non l’ho visto, ma è su netflix quindi lo recupero. Perfetti sconosciuti penso sia uno dei più grandi successi “commerciali” a livello internazionale del cinema italiano degli ultimi decenni, hanno fatto il remake in una marea di paesi, dalla Corea all’Islanda.
Mi è piaciuto anche The Place, mentre Supereroi è nella lista di Amazon da un po’ ma temo non sia molto nelle mie corde.
Si, Interstellar l’ ho visto più volte.
Rompicapo a New York (2013)
Questo era sia un film altino nella mia lista dei most wanted, sia il più vecchio di detta lista, l’ultimo della stagione ’13 – ’14. E, tra l’altro, è anche l’ultimo di una trilogia iniziata 20 anni fa con L’appartamento spagnolo e Bambole russe, film di cui ormai ho solo pallidissimi ricordi. Molti degli attori e dei personaggi sono gli stessi degli altri due film, tra cui il protagonista, ovvio, l’ottimo Romain Duris, che qua fa lo scrittore ma che, poiché si è separato e la moglie e andata in USA coi loro figli, decide di andare pure lui a vivere a New York. Il film racconta delle quotidiane peripezie del nostro, che coinvolgono alla fine tre donne, ma non solo. È una commedia, molto simpatica, consigliabile; gli attori sono tutti bravi e la storia ha ben poche pause, direi anzi nulle. C’è giusto un filino di dramma, o di serietà, ma il giusto, il mio voto alla fine è un 7. Al tempo piacque alla critica ma non andò bene al botteghino.
Allora, l’ho visto e in effetti certi sviluppi della trama s’intuivano in anticipo, sarà perché siamo abituati a fantascienza e fantasy.
Come voto sarei per un 6,5.
Dililì a Parigi (2018, da noi 2019)
Parte un po’ come un cartone animato per bambini, questo film, con protagonista questa piccola ragazzina, Dililì, molto educata e molto decisa. Ma poi si rivela per quello che è, in definitiva: un grandioso omaggio alla Parigi che fu. Sono innumerevoli i personaggi che appaiono nell’opera, non solo artisti e scienziati di ogni genere, ma a volte vedi in carne e ossa anche i soggetti poi ritratti in quadri famosi. Non so se il tutto regga cronologicamente, cioè se tutti potessero veramente essere a Parigi, in contemporanea, a quel tempo, comunque si va da Pasteur a Toulouse-Lautrec, dalla Curie a Picasso, da Sarah Bernhardt a Ravel e Proust, e poi Rousseau, Rodin e Camille Claudel, Eiffel, Degas, Monet, Renoir, il nostro Modigliani e tanti tantissimi altri, il tutto calato nella Parigi d’epoca, con sfondi magnifici, gente nelle strade, auto del tempo, manifesti fantastici del tempo, etc….Certamente poi il film, nella seconda parte, ha pure un momento molto impegnato, con la prevaricazione sulla donna e la giusta rivolta della stessa, per cercare di riaffermare la parità. Il tutto ha questo tratto elegante, pulito, preciso, un tratto straordinario, che forse alla fine è questo il vero protagonista. Il film è ritrovabile su Amazon, era piuttosto in alto tra i miei most wanted, anche se alla fine io mi limiterò ad una sufficienza. Non ha molto senso parlare di botteghino, è stata un’operazione d’essai, forse non pensata per un grande pubblico.
Sembra che il pubblico stia apprezzando l’ultimo Biancaneve
1.6 su più di 155mila voti, penso sia un record per un colossal …
Premettendo che non sono interessato alla visione e che magari avrà ragione chi lo stronca, mi chiedo se un voto così basso non sia dovuto anche a fattori ideologici, che hanno innescato una shitstorm da parte dei soliti noti. Considerando certe dinamiche social…
Esattamont. il film ha una botta di voto 1, di cui immagino il 99% non l’abbia visto.
Per la precisione, l’89% dei votanti (di TUTTI i votanti) ha dato 1, il che è impossibile, fidatevi, io vedo almeno una sessantina di film al mese (non vi tedio su tutti) e so cosa è un film da “1”.
Pure io, che non ho pietà, fatico a dare spesso quel voto, perchè poi qualcosa da salvare c’è sempre (quasi, di 1 ne ho dati anche io).
Credo che tanta gente si sia loggata per la prima volta su IMDB solo per dare il voto 1.