L'ultimo film che hai visto

Questo passo, mi sa

Napoleon (2023)

Questo film ebbe varie critiche, tra le quali quelle su una certa sbrigatività, se si può dire, e quelle sugli errori storici. Volutamente, non me ne sono curato e ho deciso di vedere il film senza informarmi prima ma, soprattutto, senza controllare dopo, e così mi sono immerso e basta. E mi è piaciuto. E’ la storia d’amore tra Napoleone e Giuseppina, incidentalmente uno condottiero e imperatore, l’altra, la sua consorte. Tutto il resto del film mi è parso secondario a questo, che è l’unico tema del film, il resto è accessorio. Qualcuno forse avrebbe voluto il contrario, un film su Napoleone guerriero, o Napoleone politico, o Napoleone imperatore (o Napoleone muratore, o chissà cos’altro). Impossibile, credo, servirebbe una serie tv, ma non con una stagione da 10 puntate: una decina di stagioni, e vediamo anche così che cosa si tralascia….Ho trovato pertanto il film interessante, con un grande cast, anche nei personaggi comprimari, una storia che si segue volentieri e con un ottimo ritmo, che fa volare le ore. Io sono alla fine per un 7, decisamente più di molto pubblico e della gran parte della critica. Commercialmente è stato un floppone, un disastro, anche per gli enormi costi sostenuti. In Italia arrivò fino al secondo posto delle classifiche settimanali.

Una porcheria

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Blackberry (2023)

Nel vedere questo film sul Blackberry sembra quasi di vedere la preistoria, o comunque un mondo di decenni fa, in bassa definizione o roba anni ’80. Invece quel telefono fu l’oggetto del desiderio per quasi tutti gli anni Zero, finchè venne massacrato da Steve Jobs e dall’evoluzione tecnologica (che i creatori del Blackberry non erano stati in grado di prevedere e cavalcare). Il film non è niente male, gli darò un 7, è una gran bella ricostruzione delle vicende di allora, che mi erano in gran parte sconosciute. Non sapevo ad esempio che la RIM, casa madre del Blackberry, fosse una stanza al secondo piano nel nulla USA, piena di ingegneri super nerd, mai cresciuti (e un tantino fancazzisti). O che il loro capo, Lazaridis, fosse un genietto visionario (tante delle sue pensate sono oggi quotidianità, al di là dello smacco finale). O che all’inizio, a un passo dal fallimento, trovarono lo “squalo” giusto, che li fece decollare. Insomma la storia è intrigante e interessante, ricorda un mondo che oggi pare antico (e sì, pure io al tempo avevo il Blackberry). Peccato la regia che non mi è parsa felice, compresi quei ridicoli zoom improvvisi, verso chi sta parlando in quel momento, che fa molto trasmissione da canale satellitare, o robe simili. Costi e incassi d’essai per un film che partecipò anche a Berlino, senza fortuna. Consigliato, al grande pubblico e a me è piaciuto.

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Cos’ è " una stanza al secondo piano nel nulla USA"?

un edificio anonimo in un paesino perso da qualche parte, edificio a due piani, al secondo c’era la RIM.

Questa la ricostruzione nel film

Così, dentro l’ufficio

Il “nulla” è Waterloo, Iowa, residenza della RIM, circa 60-70k abitanti.

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Visto questo anime:

Mi aspettavo semplicemente uno slice of life sulle conseguenze dello tsunami del 2011 nella vita delle protagoniste, ma qui miti e leggende reclamano il loro spazio; l’elemento fantastico più appariscente può essere letto simbolicamente, e ci può stare.

Il voto di 6,6 su IMDb sembra abbastanza azzeccato.

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Povere creature! (2023)

Avendo già visto vari lavori del regista Lanthimos, ne ho riconosciuto qua quella che quelli bravi dicono la sua cifra stilistica. Cioè in definitiva le caratteristiche comuni a molti suoi film (tutti, via): stranezze, personaggi strani, personaggi sinceri, ma con una sincerità spesso fuori posto, inopportuna; un generale nitore nelle scene, molto gradevole, così come spesso ci sono elementi disturbanti, antipatici, che causano rabbia e insofferenza; film spesso pieni di bellezza, attori e attrici belli; situazioni surreali che nessun personaggio del film giudica tali, e così via. Insomma, spesso sono film facilmente riconoscibili, spesso sono oggetti su cui si possono applicare molti piani di lettura. E spesso c’è tanto sesso. Vabbè, tutto questo pistolotto per dire che anche questo film è palesemente un prodotto di Lanthimos e del suo (forse) genio, anche se il soggetto è tratto da un romanzo altrui e la sceneggiatura non è farina del suo sacco. Il film parla di una ragazza (morta) ma riportata in vita grazie a un trapianto di cervello; non aggiungo altro, se non che si seguirà il suo processo di crescita e maturazione. Film che va visto; è anche molto audace, va detto, c’è tanto sesso, e mette in definitiva tanta carne al fuoco: gli argomenti trattati sono parecchi, ma il tutto con molto equilibrio. Ha un gran ritmo, si segue facilmente e volentieri; c’è pure una sorprendente musica dissonante. Io sono per un 8, anche per un 8,5. La Emma Stone è bravissima e molto disponibile, e tutto il cast è azzeccato e all’altezza. In Italia è stato sorprendentemente al primo posto per gli incassi settimanali, anche se poi una certa parte del pubblico, forse non quella con maggiore apertura mentale, ha lasciato il cinema a metà film, o anche prima, vinta dalla scabrosità di certe scene, che a loro saranno sembrate inaccettabili. Il film ha vinto l’ultima edizione del Festival di Venezia; è stato poi il grande avversario di Oppenheimer, agli Oscar, dove aveva ben 11 nomination, vincendo alla fine per la migliore attrice (la Stone), la migliore scenografia, per i costumi e per il trucco. Buoni incassi in tutto il mondo, ottimi per un film che in sostanza è d’essai.

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Mah, non so, non mi convince.

Film importante, però. Venezia, 11 nomination, 4 Oscar…

A me piacque molto, ci sta che fosse eccessivo, anche grazie agli interpreti talentuosi in grado di reggere senza problemi una narrazione sopra le righe. Emma Stone superlativa e ambientazione tra lo psichedelico e il steampunk da urlo

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American fiction (2023)

Ogni anno la cinquina o decina di film candidati all’Oscar ha, in mezzo, un film d’essai, o comunque un film “d’autore”, che faccia sentire pulita la coscienza dell’Academy. Che poi non so proprio se le cose stanno così, ma già in passato ho visto delle gran cagate che, pure, erano candidate come migliore film.

Nell’ultima edizione c’era questo (ed è il motivo per il quale me lo sono visto), un film che è ritrovabile su Amazon; in Italia non mi pare sia uscito al cinema. La storia è presto detta: uno scrittore ha avuto successo in passato ma ne ha poco nel presente, decide dunque, quasi per scherzo, di scrivere un libro molto brutto ma che dà ai lettori bianchi i soliti clichè sui neri (lui pure è nero); con sua grande sorpresa, il libro ottiene un grande successo. Man mano che andava avanti il film, mi rendevo conto che la botta di stereotipi era sì nel libro scadente, ma pure nella vita dello scrittore, e infatti ero per un 6, al massimo, ma a un certo punto ci sarà il colpo di teatro e allora ci sta anche un 7.
Il film ha avuto un successo (d’essai) solo in patria, in USA cioè; ebbe ben 5 candidature agli Oscar, vincendo infine quella per la migliore sceneggiatura (non originale). Bravi anche i due attori protagonisti (i due fratelli), giustamente finiti in nomination. Se capita, da vedere, ma solo se capita, in definitiva.

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Memento C.Nolan

Non dico come Tenet ma insomma, non mi è piaciuto granchÊ.

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Diabolik - Chi sei? (2023)

Avevo giudicato passabile il primo film del 2021 e improponibile il secondo, che veramente non mi era piaciuto per nulla. Dunque qua temevo che si andasse pure peggio, e invece no, dai. Soprattutto da un certo punto in poi il film prende, anche perché più violento dei precedenti (c’è pure un nudo). Non svelo gli arcani, c’è un qualche omicidio eccellente; Diabolik, come da titolo, svela le sue misteriose origini (comprese quelle del suo nome), e insomma il tutto regge e si salva. Lo paragonerei al primo, dunque, ma non capisco come la serie stia continuando, malgrado riscontri non esaltanti al botteghino; questo addirittura non superò il sesto posto degli incassi settimanali italiani. Personaggi credibili, storia onesta, una sufficienza ci sta.

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Fammi capire: sei rimasto agli anni 70, quando i film si misuravano sul numero di morti ammazzati al minuto?

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La mia recensione:

●●

Un colpo di fortuna - Coup de chance (2023)

Cinquantesimo film di Woody Allen, scopro, e primo in francese. Film anche scritto da lui, ed è un thriller o un giallo, abbastanza leggero, invero; Allen ormai va col pilota automatico ma spesso a livelli alti, come qua, dove mette in scena una storia lieve, simpatica, ambientata in una Parigi molto ricca, e dove una tizia incontra un ex compagno di liceo, un tempo innamorato di lei, e ancora oggi tra i due c’è qualcosa, malgrado la presenza del marito possessivo di lei, che sarà la variabile numero uno del film. Altro non anticipo, il titolo si riferisce al fatto che il ricco marito non crede al caso, alla fortuna, la fortuna uno se la crea, dice, ma magari Woody Allen, in questo film, dimostrerà di avere idee diverse. Il film è molto carino, con un ottimo cast, gli darò un 7, è preciso, diligente, pulito, non c’è una scena o un’inquadratura o un dialogo che non sia assolutamente essenziale; vero che il tutto è molto lineare, ma è un film di rara asciuttezza, e non mancano a sorpresa un paio di situazioni in cui si potrà riconoscere, un po’ alla lontana, l’Allen grandissimo comico e umorista.
Il film arrivò al quarto posto degli incassi settimanali italiani; lo consiglio? Beh, è “un Allen”, tutti i suoi film vanno visti, e poi sì, lo consiglio, per quanto forse al genere femminile potrà darsi che rimarrà l’amaro in bocca, ma magari anche no. Spese e incassi da film d’essai, alla critica è piaciuto, un po’ meno al grande pubblico.

Mah gli ultimi erano veramente robetta, tipo Midnight in Paris, che trovai ciarpame pretenzioso e supponente, pieno di sĂŠ e delle citazioni e di triti luoghi comuni. Ma anche film precedenti erano del tutto inutili, mi ricordo vagamente uno su dei tennisti che ho volutamente rimuovere dalla memoria e altri ancora, tutti scarsi.
Non è colpa di nessuno invecchiare e sopravvivere a sÊ stessi, ma se evitasse per me sarebbe meglio.

Sì. Forse l’ultimo che mi ha divertito davvero era “La maledizione dello scorpione di giada”. Ma ne ho saltati diversi negli ultimi anni.

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Beh dai, anche il dittatore dello stato libero di bananas non era male. O pallottole su broadway. O magic in the moonlight. E molti altri.