No, non fa per me.
Ti capisco, che senso ha guardare la propria autobiografia?
Kaboom (2010)
Boh, ma oggi si potrebbe fare un film così? E’ passata una dozzina d’anni, ma pare una vita. Oggi, come da ricerca recente, il sesso è quasi sparito dai film. La violenza no, per capirci, ma solo il sesso. Mah…che poi, questo sarà mica legato anche al crollo demografico occidentale (e italico)? E chi lo sa. Fatto sta che questo è un film strampalato, con una storia assurda, che ovviamente non regge, e il tutto è fighissimo. Sono strani i personaggi, la sceneggiatura è scritta proprio bene, e c’è tanto sesso, tantissimo se si considerano i parametri odierni. Che poi, il film è pure politically correct, sembra fatto oggi, da tanto che è corretto. Tutto si svolge in un campus universitario, dove ci sono giovani etero, gay, lesbiche e anche ragazzi/e con sfumatura varie. In mezzo, trame massoniche che riguardano su una setta segreta pronta a distruggere addirittura il mondo. Film insomma senza senso, divertente, sboccato, incasinato, per me un comodo 7. Dirige e scrive il tutto Gregg Araki; cast in stato di grazia, con attori poi destinati a oneste carriere di seconda fascia. Nota particolare per il protagonista, bravissimo, e la sua amica, bellissima. Incassi minimi, oggi un piccolo cult.
I colori del male: Rosso (2024)
Giallo/poliziesco polacco, tratto da un libro omonimo, sembra il compitino forzato di uno studente di cinema poco dotato alla prime armi.
Totalmente incapace di trasmettere anche una minima emozione, sembra più uno che ti spiega cosa racconta il libro.
Storia? boh ? non sembra granché, magari con una realizzazione decente poteva avere un suo perché.
Disponibile su Netflix.
Dream scenario - Hai mai sognato quest’uomo? (2023)
Strano ma strano forte anche questo film. Lo spunto è che tutte le persone (tutto il mondo, intendo) sognano il personaggio interpretato da Nicholas Cage, un oscuro professore, una persona piccina e sfigata. Naturalmente non sanno chi sia, molti neanche capiscono, all’inizio, che tutti lo stiano sognando, in contemporanea…però è chiaro che nel suo paese, là dove vive e lavora, c’è chi lo riconosce, e la sua popolarità aumenta via via (lui ovviamente non sarà in grado di gestirla). Mentre nei primi sogni il professore non fa nulla, nel proseguo del film gli stessi sogni diventano via via più cruenti, una specie di horror dove Cage uccide e tortura. Serve poco che, nella realtà, il professore professi il suo essere una persona normale e inoffensiva: la popolarità crolla e viene emarginato; pure il suo matrimonio naufraga. Lo spunto del film è insomma interessante; le chiavi di lettura sono più di una, non ultima la presa in giro sulle nuove generazioni, viste come incapaci di affrontare qualunque trauma, tra i quali pure i brutti sogni. Il film interessa abbastanza, per me è da 6/7, in qualche modo riesce a mantenere viva l’attenzione, anche se la sceneggiatura non ha avuto alcuna pietà nel delineare questo personaggio veramente sfigato. Il film ebbe una minima risonanza in Italia, finendo decimo nelle classifiche settimanali; un classico film d’essai che portò Cage a una candidatura al Golden Globe.
Non ho visto il film, ma mi è capitato di leggere qualcosa sulla storia che gli ha dato spunto:
Confermo. Secondo me vale la pena vederlo anche solo per questo motivo.
Può piacere o meno, ma la soddisfazione di vedere finalmente una sceneggiatura che originale rimane
Condivido, un film da vedere. Un grande spunto e un’attenta esplorazione delle conseguenze. Personaggi realistici nella loro deriva verso la follia. Unica pecca: un finale un po’ appiccicaticcio
Sisu - L’immortale (2022 ma in Italia 2023)
Film recuperabile su Amazon, narra di una vicenda in una qualche sperduta zona della Finlandia, durante la II GM. Lui è un vecchio cercatore d’oro, baciato dalla fortuna e dalla scoperta di una vena del prezioso metallo, i cattivi sono dei nazisti, un po’ sbandati, in ritirata, un piccolo convoglio su due camion, un carrarmato e un sidecar. Incontro inevitabile, inevitabilmente i soldati vorrebbero divertirsi col vecchio e, sorpresa, lui ne ammazza subito parecchi, con inaudita ferocia. Si viene poi a sapere che, in precedenza, era stato l’incubo dei russi, avendone uccisi almeno 300, da solo. Insomma, saranno cazzi per i nazisti, inutilmente consigliati dal loro generale di smammare. Il personaggio è quasi da fumetto; la sua immortalità, come da titolo, è francamente impossibile, così come le sue capacità di recupero sono simili a quelle di Wolverine, o poco meno. Le prende di santa ragione, certo, ma in qualche modo si riprende pure. Però ci sono bei personaggi, anche tra i cattivi, c’è un bel clima quasi tarantiniano, una bella storiella, io sarei comunque per un 7. Le vicende sono immaginarie, il personaggio è vagamente ispirato a un terribile cecchino finlandese, che uccise oltre 500 soldati russi, da solo, ma con un fucile di precisione. Il film è andato bene, il personaggio è piaciuto tanto che quest’anno si potrebbe già cominciare a girare un sequel.
Sa un po’ il genere di Stathman (o simili)
Ieri ho guardato Fargo non l’ avevo mai visto.
Film particolare.
Direi che è diverso, molto meglio, personalmente l’ho trovato fantastico, ovviamente per il genere di film.
Rispetto alla marea di film simili americani, questo riesce a prendere ispirazioni da cose come Rambo, i film di tarantino (non i western che ho trovato soporiferi ), volendo anche un po’ di film sui supereroi.
Ogni tanto guardo questi action per passare una serata leggera, ma alla fine, non mi rimane niente, questo invece mi ha lasciato soddisfatto.
Okay. Lo avevo snobbato, ma lo metto in lista.
Silent night - Il silenzio della vendetta (2023)
Mi ha fregato Filmtv, dando un voto mediamente alto a questo filmetto di serie B, un action irreale in molte parti (ma fin qua, gran parte degli action lo sono), ma che poi diventa una sorta di videogioco, soprattutto quando lui sale dal cattivo, là è puro videogame, con cattivi da fare fuori ad ogni piano. Lui, il protagonista, è una sorta di Walter White de noaltri: avendo subito una tragedia in famiglia, decide di vendicarsi da solo e comincia un percorso per essere più forte, più letale, impara ad usare il coltello, la pistola, etc; pure per lui il matrimonio va verso il naufragio. Il film è piuttosto adrenalinico, non era male l’idea di eliminare i dialoghi, ma i continui richiami al figlio sembrano più un tentativo di dare spessore a un film che non ne ha, che altro. Portano una eccessiva tristezza, fuori luogo in un filmetto dove si contano a decine i morti ammazzati. Non è piaciuto granchè al pubblico, e ha ragione lui: anche io sono per un 5/6; per il grande pubblico anche meno. Alla regia il grande, un tempo, John Woo; incassi pochi, anche in Italia.
Visto questa sera. Sì, sembra un incrocio tra Rambo e Wolverine (che sono film americani, anche se Stallone ha origini italiane - ma non facciamo come con Caruana, che noi consideriamo italiano e lui, tolta qualche vacanza - o trasferte di lavoro - sta negli Usa e si pensa di quel Paese lì) con la regia di un Quentin Tarantino (statunitense pure questo, poi a te Djiango sarà anche sembrato soporifero, ma a me è parso anche di no).
Comunque, pur nell’assurdo delle cose mostrate (dal caduto usato come scudo per fermare proiettili di una mitragliatrice da carro - o anche la padella con cui cercava l’oro, chiaramente di adamantio - all’assalto di autocarri e aerei con un piccone - cioè, dai…E , cosparso di benzina, darsi fuoco per sfuggire ai cani - geniale, sì, se sei la Torcia umana), si fa effettivamente vedere, almeno per passare una sera alternativa. E mi son piaciuti anche i due cattivissimi - di cui, ovviamente, il capo è il boss finale, cativissimo ma non stupido. E, sconfitto quello, c’è ancora la sfida con la morte (la quarta? La quinta? La decimillesima?). Che si vince, si capisce: come si fa dire a una prigioniera, Sifu non è immortale, ma si rifiuta di morire, cascasse pure da 2 o 3 mila metri a schiantarsi sul suolo: areo in polvere, lui emerge dalla palude a colpi di quell’incredibile piccone (che, al confronto, il martello di Thor è un giocattolo per bambini).
Climax (2018)
Il regista di questo film, Gaspar Noè, si disse sospettoso di tutte le lodi che gli piovvero addosso, sostenendo che i suoi film dovrebbero invece dividere. E allora sarò io a parlare male di questa che è quasi una stronzata fantozziana. Ritrovabile su Amazon, per me merita un voto di 5, forse pure un po’ generoso. Narra di questi ballerini, prima intervistati con risultati noiosi, poi impegnati in una gran bella coreografia (la cosa più bella del film), poi in questo capannone dove tracannano sangria che qualcuno, se ne accorgeranno presto, ha rinforzato con un qualche tipo di droga. Ciò li porterà ad essere aggressivi, violenti, stupidi più di quanto già non siano. Tutti strafatti e cattivi, insomma: il regista ha dato loro uno straccio di sceneggiatura e detto loro di improvvisare, mentre lui li seguiva con la telecamera. Peccato che questa improvvisazione si riveli un disastro; i nostri in sostanza non sanno che fare, se non vagare senza scopo e senza meta, dire gran cazzate, passare il tempo, perdere tempo, mentre la regia, per vivacizzare il tutto, insiste su luci forti, spesso monocromatiche, e riprese che nel finale sono pure a testa in giù, che tanti avranno detto “Che figata, che genio!” mentre io dico più prosaicamente “Che cagata! Non si capisce un cazzo!”. La mattina dopo arriverà la polizia e troverà un gran casino… fine del film. Che scemenza. Mi aveva fatto ben sperare la coreografia iniziale e pure l’iniziale lungo piano-sequenza, ma fu falso allarme. Perché se vuoi fare vagare i tuoi attori, un conto è se sei Terrence Malick, e hai, di solito, dei signori attori; un altro se sei Noè, con rispetto parlando, e stai dirigendo quattro sfigati. Il film prese spunto da un fatto reale e partecipò a Cannes in un concorso minore, dove vinse un premio. Suscitò le lodi di molta critica, ma anche al grande pubblico non è dispiaciuto, a differenza mia.
Me lo ricordo ma non so focalizzarmi se.mi fosse piaciuto o meno. Diciamo che crea una suspence e una attesa di un disastro che poi non avviene . Certe dinamiche tossiche di relazione sono anche ben costruite ma oserei dire che non mantiene quel che promette.
L’ho trovato interessante nonostante tutto ma tutt’altro che perfetto.
Ecco, mi sa che ho pensato pure io che le coreografie fossero la parte migliore del film.
Questo peché lo hai visto senza aver assunto alcuna droga…Che certi film, da sani, proprio non si capiscono. E infatti, io manco lo metto in lista.
PIg - La vendetta di Rob (2021)
Film molto strambo, recuperabile su Amazon. Nicholas Cage è un cuoco molto famoso, che ha scelto di vivere nel nulla, tra i boschi, da solo ma in compagnia di una maialina trova tartufi. Due sbandati gli fregano la maiala, in una rapina maldestra e con lesioni; il nostro non va dalla polizia, li rintraccia e scopre che i due drogati hanno venduto il maiale a “uno di città”. Ancora, Cage non fa giustizia, o vendetta, ma mira solo a trovare il suo quadrupede. Si va così in città, dove il mondo dei cuochi è il mondo della malavita, per qualche motivo oscuro. Chi ha tanti ristoranti è un boss, pronto pure a uccidere (?), rispettato e temuto, e lo stesso Cage finirà per prendere un sacco di botte, per avere informazioni, neanche fosse finito in un fight club. Polizia, al solito, assente e non chiamata. Come va poi a finire non lo svelo; il film è scentrato, a volte esagerato, spesso strampalato, ma ha tutto un suo perché e io sarei per un 6/7, che fu anche il giudizio del grande pubblico. Vedibile se capita, ma anche perdibile, e pazienza. Tutto si regge sull’interpretazione di Nicholas Cage, attore al solito sempre oscillante tra il sublime e l’abisso (qua, molto bravo), anche se la sua parte da duro molto duro poco si sposa con una carriera da chef tre stelle. La vendetta del titolo italiano non c’è, poi, ma vabbè; su Wiki appare come Il piano di Rob, che c’entra un po’ di più. Film con incassi d’essai, che in Italia uscì direttamente in piattaforma.