L'ultimo film che hai visto

Ma il paese che vorrebbe essere democratico non è l’India, vero?

Poi per il nostro, non ricordo se ho riportato il thread “che giornalismo che c’abbiamo”.

Casomai, stasera.

Syncrhonic

visto stasera via Amazon prime.
film del 2020 da noi, settembre 2019 al festival di Toronto. In wiki eng passa per un horror movie, probabilmente perché, coi paramedici di mezzo, qualche ferita si vede. Vlendo, c’è anche un alligatore e qualche Baron Samedi, ma son lì per sbaglio e di re che fanno paura mi pare leggermente eccessivo.

Viene descritto così dalle nostre parti:

Una coppia di paramedici s’imbatte in una serie di incidenti molto strani. (…) e altre situazioni simili accomunate dall’utilizzo da parte degli infortunati di una droga sintetica legale, la Synchronic. L’allucinogeno in questione, scopre Steve, uno dei due paramedici, ha la caratteristica di far viaggiare nel tempo

L’idea è anche buona, Anthony Mackie (che ha una filmografia notevole) fa la sua porca figura, però:

  1. il film parte molto lento.

  2. oltre all’idea carina, non c’è altro.

Tante incongruenze e faccende messe lì per girare intorno al fatto che lui è buono anche se in crisi, l’amico è buono anche se in crisi, e per la figlia dell’amico si fa tutto, persino rischiare la vita che ti resta (6 settimane o 60 anni, ma di più 6 settimane se non fai le cure che ti hanno dato. Se poi vai in giro da uomo di colore durante la guerra di secessione, anche meno) e abbandonare il tuo cane chissà dove.

E insomma no, non ne vale la pena: è un cinque secco per me (e sapete che di solito abbondo). Film penoso, che non merita nemmeno in un giorno di pioggia.

Quoto questa parte di una recensione:

il viaggio nel tempo è un pretesto che serve a dare un motore narrativo a una vicenda che, tutto sommato, poteva essere gestita a partire da tutt’altro incidente narrativo e senza la componente fantastica che, in fin dei conti, non serve a nulla.

Ma la ribalto:

l’unica parte divertente è quella dei viaggi nel tempo, in stile corti da 500 battute - che non sono nemmeno tutti belli, anzi.

La storia intorno (lui che deve morire, l’amico in crisi con la moglie, la figlia diciottenne che sparisce tra i drogati) fa cagare. Io ve l’ho detto, eh?

Una famiglia mostruosa (2021)

Ho cominciato a vedere i film che gli italiani vanno al cinema a vedere, ovviamente non tutti. Questo, ad esempio, era entrato nella top ten settimanale del dicembre 2021. In tutta onestà, mi aspettavo una porcheria inguardabile; ho trovato una commediola in fondo inoffensiva e simpatica, con lui che deve presentare la nuova lei alla sua famiglia, che però è una famiglia di mostri. Ma sì, tutto ovvio tutto prevedibile, però la prima volta che ho dato un’occhiata all’orologio era già passata un’ora, cosa che vuol dire che si fa vedere. Non calcherò troppo la mano e darò un 5; gli attori mi sono sembrati in gran forma, da Lillo, alla Spada (è bravina!), al Massimo Ghini che è una certezza, al giovane Caccamo, interessante. Gli effetti sono decenti e insomma classica oretta e mezza disimpegnata, soprattutto se temevi peggio. Alla fine al botteghino non mi pare sia andato granchè bene, se non erro.

'Spetta: non è una porcheria, anzi, si fa guardare e in fondo anche bravini, ma cinque? Che scala usi? Devo dare due a Syncrhonic?

edit:

una famiglia mostruosa

appena un cicinin copiato da Hotel Transilvania…

in mix con la famiglia Addams, direi.

Cinque non è un brutto voto, considerando i difetti, che non ho sottolineato, per l’appunto.

Però si viene bocciati lo steso se la media è quella.

Eh sì.

Cry Macho - Ritorno a casa (2021)

Questo brutto film è entrato nella Top Ten settimanale dei film più visti in Italia, nel dicembre 2021. Io l’avevo messo in lista anche perché è un film diretto (e interpretato) dal vecchio Clint Eastwood (siamo già a 92 anni compiuti). Purtroppo, è brutto. La sceneggiatura è addirittura imbarazzante in alcuni momenti, i dialoghi non funzionano, i tempi sono spesso sbagliati, l’empatia verso i personaggi è nulla, il ragazzino protagonista è un disastro e pure i soliti clichè risultano proprio quelli, dei clichè (vedi la signora buona che li accoglie, con tanto di bambine, ovviamente da Mulino Bianco). Aveva ragione il grande pubblico a bocciarlo e io, a malincuore, darò correttamente un 4. La storia è banale, un road movie, un coming of age, o più semplicemente un percorso di crescita, che è quello del ragazzino, ma pure per il protagonista il viaggio diverrà un percorso di guarigione interiore. Mah…non salvo neanche il pollo, il “Macho”. (Cry Macho, il titolo, boh, non saprei, riprende quello del romanzo da cui è tratto il film). FilmTv l’ha promosso (?); meglio la critica oltreoceano, che l’ha bocciato. Lo sconsiglio, personalmente è stato tempo perso. Al botteghino, malgrado i costi limitati, è andato malissimo.

@Tobanis a proposito di Road Movie, hai visto Bones and All? Me l’hanno consigliato (anche per via della colonna sonora)

Okay. Non che l’avessi in programma, ma grazie lo stesso, questo lo scarto al volo e via.

dicembre 2021: si cominciava ad averne le palle piene della situazione. Che qualcuno dal 26 aprile 2021, fosse andato al cinema a guardarsi qualsiasi cosa ci sta anche. Certo, a dicembre quello anche no a prescindere, mi sa.

No, ma credo lo metterò in lista.

Esterno notte (2022)

Bellocchio, alla continua ricerca di una sorta di catarsi, torna al rapimento Moro, dopo quasi vent’anni da Buongiorno, notte (che non mi aveva entusiasmato). In quello, immaginava una fine migliore di quella reale, in cui Moro semplicemente se ne andava nella notte, nel finale. Qua fa per un po’ lo stesso, ipotizzando una liberazione alla fine della prigionia (che sarebbe stata la mossa “giusta”, per le BR), facendolo passare per un sogno a occhi aperti da parte di Cossiga. Film fiume, diviso in due parti, con prima un’uscita estiva, al cinema, e poi in sei parti nella riproposizione televisiva. Allora: non mi è dispiaciuto, mi è piaciuto più del precedente, ma non sto con la critica entusiasta, tipo FilmTv che dà una media di 8,3 – 8,4. Io sono per un 7: un buon prodotto, che tratta argomenti che sembreranno ora preistorici ai giovani, mentre io sono di quell’età per cui rispondo a “Tu dove eri quando hanno rapito Moro?” (tipo “tu dove eri quando sono cadute le due Torri?”). Le cinque sei ore complessive volano via rapide, in linea di massima, l’attenzione non cala mai, ha anzi dei bei picchi; nel complesso però boh, mi manca quel quid per il quale lo definirei un filmone imperdibile, che era poi quello che mi aspettavo, dato che i due film erano in assoluto i miei due most wanted da vedere. Sulla fattura, poco da dire, siamo a un livello molto alto. Regia e sceneggiatura non si discutono, sulle interpretazioni, direi sbalorditiva quella di Gifuni; la Buy, poi, si mangia tutte le altre. Sui fatti narrati, che dire, parla di cose bene note, per chi ha una certa età, nomi e volti molto familiari, comprese le BR che, come dice giustamente Berlinguer in un passaggio, non erano altro che “un piccolo gruppo di assassini”, malgrado tutta la dietrologia e tutte le seghe mentali che si erano costruite loro, al tempo, coi comunicati, con il proletariato, con la lotta al sistema, e quant’altro ora appare (ma già allora) una serie di troiate elaborate dai dei coglioni che oggi diremmo degli scappati di casa, ma cattivi e armati. Non ci fu alcun seguito popolare alle loro azioni di malati di mente, non ci fu alcuna sollevazione di massa verso la rivoluzione, il tragico errore di uccidere Moro, poi, fece cessare ogni possibile “simpatia” verso le loro azioni. Da lì in poi le BR verranno smantellate e ricoperte di anni di galera, seppure quasi tutti siano fuori, alcuni almeno di giorno (anche questo lascia sbigottiti).
Come dicevo, critica entusiasta; grande pubblico pure; io lascio n buon voto. Al botteghino non ebbe particolari riscontri, pure entrando nelle varie Top Ten settimanali dei maggiori incassi in Italia.

Sì, ma armati, organizzati e con risorse non proprio da nulla: anche solo poter cambiare covo spesso, cioè averne più di uno, o organizzare e assaltare un convoglio scortato non è esattamente alla portata di tutti.
Pare facessero rapine in banca per questo: per finanziarsi.
Comunque “un piccolo gruppo di assassini”, ma con un modus operandi da mafiosi rodati.

È andata mia figlia a vederlo al cine.
Dice che per un po’ non mangerà carne.

Bones and all è la storia del primo amore tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società poiché cannibale, e Lee, un solitario dall’animo combattivo, cannibale anche lui; è il viaggio on the road di due giovani che, alla continua ricerca di identità e bellezza, tentano di trovare il proprio posto in un mondo pieno di pericoli e che non può tollerare la loro natura antropofaga.

Sarà pure un capolavoro, ma anche no: io sto con Bianca e Bernie.

very good

Diabolik (2021)

Film forse inevitabilmente fumettoso, come è chiaro dall’inizio dello stesso, con la pedana che si alza in mezzo alla via e le volanti fermate dal “gas”, o nel finale, quando lo stesso schermo si divide in riquadri, un po’ come nel fumetto stesso. Ma pure i dialoghi e le situazioni ricalcano momenti del personaggio cartaceo, a volte manca solo il “baloon” con scritto cosa stiano pensando. Però il tutto ha il suo perché e, un po’ a sorpresa, si segue bene. Ha i tempi giusti, molto giusti, e una volta stabilità una notevole sospensione dell’incredulità, il tutto funziona benino e viene voglia di vedere come va a finire. La storia è presa da quelle iniziali del personaggio: qua Diabolik conosce infatti per la prima volta Eva Kant e qua finisce pure arrestato, a un passo dal patibolo. Tra le interpretazioni, spicca quella di Mastandrea con il suo ispettore Ginko; l’atmosfera anni ’60 poi dona un gusto particolare a tutto il film. Al quale io darei una sufficienza, bel tentativo. Promosso anche dalla rivista FilmTv e dal grande pubblico, tutti come me sul 6. Non mi pare sia andato molto bene al botteghino e non credo si sia rifatto dei costi; in classifica (italiana settimanale) non ha superato il terzo posto. E’ un po’ a sorpresa dunque che oggi si vede in giro un seguito.

Elvis (2022)

Biopic del mitico Elvis Presley, dal punto di vista del suo manager padre – padrone, che l’ha sfruttato, ci ha fatto una marea di soldi, ma l’ha pure reso la leggenda che è. Ed è forse il punto di vista giusto, se non si vuole fare un documentario, col Tom Hanks – manager che spiega come è andata, dal suo punto di vista, con tanto di scuse o spiegazioni nei momenti più controversi.
La storia è nota, la fama imperitura di Elvis pure, una carriera e una vita che terminò infine giovanissimo, per i canoni odierni, morendo a soli 42 anni. Il film è una figata e si seguono con passione le oltre due ore e mezza della pellicola. Assodato che Hanks è sempre all’altezza, ho trovato strepitoso lo sconosciuto (per me) Austin Butler, nella parte del protagonista: perfetto. Il pilota di tutta questa operazione è Baz Luhrmann, regista, sceneggiatore, pure produttore: fa un lavoro magnifico, sia in scrittura, sia nella ricostruzione degli ambienti, sia per l’approccio a un così grande personaggio. Il film è andato pure bene, al botteghino, dunque missione riuscita; andò al primo posto anche nelle classifiche italiane. Consigliatissimo, se non imperdibile. Per me, un 7/8.

La Befana vien di notte (2018)

Mi aspettavo un film diverso, una commediola simpatica a cui dare poi che so, un 5/6, farmi un paio di risate, un passatempo. Qua invece siamo piuttosto nel mondo di “Me contro Te”, cercando forse di essere una brutta copia degli Spy Kids, ambendo a proporre, senza neanche sfiorarli, i ragazzini di Strange Things. Il film è una merda, non giriamoci troppo attorno. Un film per bambini, ma sconcertante. Lascia cioè basiti in un film per bambini (con bambini protagonisti) trovare un cattivo così fuori posto, dei momenti “troppo drammatici”, una Befana che dice un sacco di parolacce, e non manca pure un bambino che col telescopio inquadra una donna nuda che fa la doccia, dunque si vedono pure delle tette, in questo minestrone ricco di soluzioni che sono delle vere stronzate. Brutto, brutto e pure senza target, dunque. Per un adulto, è inguardabile, spesso ho avuto la voglia di chiudere e finirlo così, col chissene; per un bambino come detto non è proponibile…non saprei a chi altro possa interessare sta roba. La Cortellesi, sprecata, ci mette del suo, al netto delle troppe parolacce; il resto è tra l’incredulo e l’incredibile. Spiace ma per me è un 2, tempo perso. Bocciato da Film Tv, bocciato dal grande pubblico, dovevo fidarmi di loro e del fatto che il film non stava neanche tra i miei primi 1500 most wanted. La disponibilità su Netflix mi ha fregato. Da evitare come la peste.

Mastandrea me lo ricordo sempre nei primi anni ‘90, o giù di lì, prima che iniziasse a recitare, ospite un po’ imbarazzato di Costanzo. A un certo punto Costanzo sussulta guardando il braccio del ragazzo: Mastandrea continuava a tirare giù le maniche del pullover fino a nascondere una mano, e Costanzo per un attimo pensa che il ragazzo sia mutilato: “Cavolo, come ho fatto a non accorgermene?” :laughing:

Come per disincanto - E vissero infelici e scontenti (Disenchanted)
Film del 2022 diretto da Adam Shankman

Sequel di Come d’incanto (Enchanted, 2007 diretto da Kevin Lima), simpatica commediola, il film del 2007, con punte di umorismo e recitazione discreta. In questo sequel, almeno nei primi 15-20 minuti (oltre, non ce l’ho fatta), e tolti i primi due in animazione (ma non son belli nemmeno quelli), spariscono come per magia l’umorismo e la recitazione discreta, nonostante lei sia ancora lei (Amy Adams) e il suo uomo sempre lui (Patrick Dempsey, però lo dico: è più bravo James Marsden, almeno nel sequel) lasciando qualcosa di molto brutto da guardare. Le canzoni saranno anche mediamente buone, ma tutto (dialoghi, gag, personaggi, persino attori) si incastra male. E pure quelle.

Per dire che sia TUTTO davvero brutto lo dovrei prima visionare per intero, ma davvero non ce l’ho fatta. Qui per me siamo sul quattro scarso (e i mei voti tendono a essere sempre più alti di quelli del Tobanis, eh?).
È stato girato, e questa forse è una parziale attenuante, tra maggio e luglio del 2021 (certo, in Irlanda, dove forse mascherine niente, mica come da noi) con alcune scene che dovevano essere così terribili che poi le hanno girate di nuovo a marzo del 2022 (tanto per dire: faceva schifo pure a loro).

Comunque, il voto in ciakmagazine è 2,5 stelle su 5, con una recensione che sembra positiva ma in realtà racconta solo la trama cercando di richiamare anche il film precedente (che invece era simpatico) perché si vede che a dir le cose come stanno non potevano: il sequel fa pena, punto. Madmass, fa ancora peggio: gli affibbia un 3,5 su 5 e cerca anche di parlarne bene davvero, non so con che faccia.

Alan Shankman riesce, al netto di alcune sbavature nel ritmo e di un’eccessivo minutaggio, a non deludere le aspettative, dando vita a una fiaba musicale disneyana dal sapore moderno, in cui i ruoli prefissati, le dinamiche già rodate sono stravolti e rimodellati, per ricordare al pubblico che il lieto fine è solo l’inizio di una meravigliosa, imperfetta storia, ancora tutta da raccontare

Ma quando mai: delude eccome.

I nostri amici di FantasyMagazine sono parecchio più onesti:

Se la ricetta aveva funzionato per il primo film, in questo seguito perde subito l’appeal, come un motore che stenta ad accendersi, o una miscela che, nonostante una potenziale buona qualità degli ingredienti, non riesce ad amalgamarsi.
Nonostante la lunghezza, molti elementi vengono accennati e non sviluppati, lasciando la sensazione di trovarsi davanti al condensato di una miniserie.
Il campionamento e la citazione del vasto immaginario fiabesco sfruttato da Disney non arricchiscono il progetto, anzi sembrano messi lì più o meno a caso, presi da una lista di “cose da citare”. Anche il vago riferimento a Vita da Strega, resta sospeso come in attesa di sviluppi che poi non arrivano.

Brutto, e basta. Il recensore affibbia una stella, che sarebbe un due su 10 (che poi, di meno forse non si può). Il Tobanis farebbe altrettanto. Io sono di manica larga e gli do quattro solo perché considero i voti sotto al quattro (che vuol dire, di suo, “gravemente insufficiente”) inutili, che un film da quattro non si guarda.