Una boiata pazzesca - o meglio, da un’idea anche carina, un film decisamente brutto, sceneggiato male, recitato da piangere - ma pure a metterci gente da oscar, sarebbe difficile fare meglio: fa schifo la sceneggiatura, fa schifo la regia, fa acqua da tutte le parti la trama, i personaggi sono da dimenticare, ci sono incongruenze anche a dar per buono tutto, con un finale senza senso con gente del presente che sorveglia se stessa ne passato e un personaggio del passato che si rifà una vita con quello che per lei è un peprsonaggio del futuro. Pure gli effetti speciali non sono un granché, la colonna sonora non impressiona. Insomma, fa schifo anche come B movie.
Qui fanno credere che 3000 persone gli abbbiano dato 5 stelle su 5. Poi vai a vedere e scopri che il 5 su 5 se lo prede la tecnologia blu ray, sull’efficienza dei corrieri o su qualche altro film, ma il Time Wars non c’entra niente - come se raccogliessero le recensioni sui villagg vacanza dei luoghi più esotici e meglio attrezzati e poi le spacciassero per rencensioni della pensione per cani a mezza stella per chi vuole partire e non se la sente ancora di abbandonarli in autostrada - vediamo casomai l’anno prossimo.
MyMovies, nel dubbio, non dice nulla - e non fa dire nulla nemmeno al pubblico.
Su Amazon Prime riesce ad avere una media di 3 stelle e mezzo su 5, ma si vedono oscillazioni notevoli - chiaramente qualcuno del cast ha scritto la sua… Bello che Amazon dica che sulle recensioni false vigila: in pratica, vuol dire che puoi scriverne na recensione solo se hai comprato il dvd. Se invece te lo sei visto con amazon prime? Mo gliene scrivo una e vediamo.
In altro posto h trovato questo commento che è fin troppo buono (perché per me da salvare non c’è niente) ma rende chiara l’idea:
Un eccentrico inventore e il suo team di scienziati si ritrova in una zona anomala e con l’onere di salvare addirittura il futuro. Ennesima produzione sci-fi che utilizza ad hoc (si fa per dire) l’escamotage dell’ambientazione quasi esclusivamente notturna per mascherare la pochezza dell’insieme: in questo caso abbiamo anche l’aggravante di un’azione troppo diradata, per tacere della brutta fotografia, di effetti speciali chiaramente fittizi, di una trama in sostanza assente e di un finale abbastanza prevedibile. Da salvare c’è solo il bravo protagonista dagli occhi trasparenti.
ps. recensione messa su Amazon - ma già lo so: non passerà perché io ho visto il fim col prime, mica ho comprato il dvd, quindi del film nel dvd non posso parlare, no?
Su IMDB ha voto 3,5, ma è in decimi, equivalente a inguardabile cagata pazzesca.
Io non ce l’ho neanche in lista…e la mia lista anni Duemila ne ha ancora oltre 4.600, di films…
City Hunter live action Netflix,del celebre anime (che non ho mai visto).
Classica commedia action senza troppo pretese, divertente, fatto bene, un po’ folle.
E domani il mondo intero, film tedesco del 2020 in concorso alla mostra del cinema di venezia, affronta il della militanza politica giovanile e di come possa degenerare in violenza.
Mi ha un po’ deluso, non un brutto film, ma si concentra sulla dinamica dell’escalation che sulla parte ideologica alla base della stessa.
Io ne vidi solo qualche episodio, il protagonista perennemente arrapato era decisamente imbarazzante. Stando alle recensioni è un aspetto del suo personaggio che è stato “smussato” nel film.
Cmq nel film la cosa è molto vicina alla caricatura, il tizio è chiaramente fissato sull’argomento, ma a parte un po’ di enfasi sui decoltè, non mi pare cada troppo nel volgare.
Ieri sera alla fine ho visto questo Dheepan, decisamente un ottimo film, ricco e complesso.
Ho trovato la prima parte un po’ lenta ed ad un certo punto lo trovavo un po’ pesante (ma le conseguenze di questo virus intestinale mi lasciano decisamente assonato, quindi al momento non faccio).
La seconda parte poi ha preso un’accelerata che ha aumentato il ritmo e la complessità della storia, con un finale decisamente sorprendente.
Mi ha fatto pensare un po’ ai film coreani, dove c’è la tendenza a unire più generi diversi nella stessa opera, anche se questo mantiene un carattere fortemente europeo.
che viene annunciato da noi qui, e che ha ottenuto recensioni ballerine, da:
“Wish ”, scritto da Jennifer Lee e Allison Moore, e diretto da Chris Buck (lo stesso team di “Frozen ”), è il 62° lungometraggio d’animazione della Disney ed è stato realizzato per celebrarne i 100 anni.
In sé fonde il fantasy medievale e il musical, la tradizione e la modernità, una storia multiculturale di formazione personale e di ribellione verso un potere dispotico secolare, un racconto tutto declinato al femminile. Al centro ci sono il trattamento di rilevanti tematiche: il bisogno di affermazione personale e la dignità individuale da difendere ad ogni costo, le disuguaglianze sociali e le contraddizioni del nostro tempo da dover combattere, l’emancipazione femminile, ma soprattutto la necessità vitale dei propri sogni, la voglia di sognare, il potere salvifico di desideri che si vuole cercare di realizzare
a:
Stellare delusione
La pellicola è il 62º classico Disney e celebra il 100º anniversario dei Walt Disney Animation Studios. Racconta la storia di Asha, leale cittadina del regno di Rosas, un reame speciale governato da un mago capace di realizzare i sogni. La storia poteva avere del potenziale, ma sfortunatamente non è stato sfruttato. Innanzitutto i personaggi sono un copia e incolla di alcune delle 62 pellicole Disney: Asha è il clone di Isabella di Encanto, Re Magnifico quello di Jafar e la stellina dello sfavillotto di super Mario. Inoltre la trama è confusa, non si capisce perchè Magnifico “ruba” i sogni delle persone e il senso di tutta la faccenda visto che ognuno può avere tanti sogni potenzialmente “pericolosi” e non uno solo.
Peccato che si perda in maniera quasi ossessiva a presentare continuamente rimandi alla Disney che fu, attraverso personaggi che assomigliano-ma-non-troppo a quelli dei grandi classici, un po’ come i cosplayer nei parchi divertimento Disney, appunto, sacrificando uno sviluppo migliore dei protagonisti originali.
Sicuramente resta un appuntamento valido per tutta la famiglia, che verrà maggiormente apprezzato dai più piccoli, ma almeno ha il pregio di non essere eccessivamente lungo per il sollievo dei grandi.
E quindi sì, si fa anche guardare, ma si perde anche una grande occasione di essere qualcosa di più unico. Però, dai, sotto Natale ci può stare. Come dite? Adesso è maggio? Accidenti, non ci sono più le mezze stagioni! Comunque era uscito a dicembre 2023, eh?
Film di Wes Anderson, artista con uno stile molto ben definito e originale, ma anche divisivo, per questo motivo, con molta gente che lo “ama” (io) e altri che lo “odiano”. Lo stesso si potrebbe dire per i temi che tratta, per come fa recitare gli attori, per le riprese particolari, i colori, le simmetrie, etc etc…ma non è il momento di parlare di Anderson, bensì solo di questo film. Opera che ritengo un po’ minore, nella sua produzione, film quasi manierista, in cui, cioè, lo stesso Anderson è un po’ prigioniero di sé stesso e dentro ci mette “tutto ciò che ci avrebbe messo Anderson”, se la cosa ha senso detta così. Film addirittura criptico in alcuni momenti, molto bello visivamente, al solito intelligente in tante belle idee (vedi ad esempio i ragazzi, quelli geniacci, ma pure le tre sorelline). Io sono per un sette, mi è comunque piaciuto, anche se qua e là mi è affiorata un po’ di noia (il film nel film non mi pare abbia funzionato poi granchè). Del cast va fatto un cenno, perché è un cast pazzesco, credo che molti attori si mettano al minimo sindacale, pur di recitare con Anderson, se no non si spiega come fai ad avere in un unico film Scarlett Johansson, Tom Hanks (bravissimi), Tilda Swinton, Edward Norton (un po’ sprecato), Adrien Brody, Steve Carell, Matt Dillon, Willem Dafoe, Margot Robbie (il momento migliore e più intenso del film)…e ne dimentico un sacco. Della trama, decisamente strampalata, non dirò nulla. Fu quarto negli incassi settimanali italiani, ebbe incassi minimi nel mondo ma costi piccoli piccoli, e dunque fece almeno pari (ma forse anche no). Molto apprezzato dalla critica, partecipò a Cannes, senza fortuna.
Quando vai a teatro e la cosa più bella della serata rimane il teatro stesso, inteso come struttura muraria….non hai visto un gran spettacolo. Qua, la cosa è un po’ simile, molto meglio le interpretazioni dei due protagonisti piuttosto che il film, che ho trovato deboluccio, pur non mancando qualche pregio qua e là. Però Adam Driver è proprio bravo nel ruolo del Drake ma soprattutto la Penelope Cruz è formidabile nel ruolo della moglie (tradita). Il film tratta quanto accadde in un unico anno, il 1957, con quella che sarà l’ultima Mille Miglia (la trattativa Ford - Ferrari – FIAT è però successiva). Non è male, sia chiaro, dato che sono per una sufficienza (più un sei che un 6,5), ma a questo punto, molto meglio vedere un documentario, o una serie tv di documentari, dato poi anche l’enorme materiale da trattare. Il film è reperibile su Amazon; fu solo terzo negli incassi settimanali italiani, nel mondo è andato malissimo, un vero flop al botteghino. Partecipò al Festival di Venezia, senza fortuna.
Generalmente gli americani sono molto bravi a fare film storico sportivi, con Ferrari non ci sono riusciti.
Vuole parlare di 3 cose (vita privata, guai societari, mille miglia) e non riesce a creare un tutto.
Sarebbe stato molto meglio concentrarsi sola mille miglia, la parte del film che più riuscita, ma a chi interessava ?
Personalmente mi aspettavo un film sull’uomo Enzo Ferrari, invece si parla solo di un momento della sua vita, alla fine senza molto senso.
Su Prime come film storico sportivo hanno messo di recente anche Erano ragazzi in barca, che racconta la storia della squadra di canottaggio statunitense che vinse la medaglia d’oro in occasione delle Olimpiadi di Berlino del 1936.
Molto “classico”, niente di eclatante, ma un buon film; per metterlo in voti direi un classico film da 7 (che poi è più o meno il voto su IMDB) .
Wow che storia. Ken Loach, vecchio combattente di sinistra, in questo film di qualche anno fa narra di come, nel dopoguerra, la GB passò decisamente a sinistra, trombando alle elezioni il salvatore della patria Churchill e facendo vincere il partito laburista (i socialisti, insomma). E di come i socialisti salvarono e ricostruirono la Nazione, mettendo fine a privilegi infiniti ma per pochi e nazionalizzando il nazionalizzabile. Tanto che oggi tanti che votano destra sono socialisti, in molte cose, e non lo sanno. Film ovviamente a tesi unica, e senza contraddittorio, e sarebbe ridicolo il contrario, come avrebbe voluto qualche critico sprovveduto. Fattelo te il tuo film, caso mai. In una Nazione messa male, se non malissimo, i laburisti diedero vita al sistema sanitario nazionale, gratuito per tutti, mentre prima in GB si curava chi poteva pagare (e neanche quelli, spesso): ora la sanità veniva pagata dalle tasse. Conquista che oggi pare scontata, ma l’Italia, per dire, ci arrivò molto dopo, e tante Nazioni non ci sono ancora o mai arrivate. Ma altro fu nazionalizzato: le miniere, le ferrovie, le Poste, etc….venne avviata pure una edilizia post bellica, perché tutti potessero avere una casa, e doveva essere una bella casa, per quanto possibile, non una merda. Poi, sostiene il regista, arrivò la Thatcher e pian piano smantellò quasi tutto. Il film è dunque in realtà un documentario, interessante, seppure quanto avvenuto risalga ormai a decine di anni fa; il tema è poi però rimasto sempre attuale. Certamente il tutto non è esente da momenti di noia, forse perché non è la nostra Storia, e per certo molte cose sono state esposte in maniera troppo semplificata, ma bravo Ken Loach.
Conquista che stiamo perdendo, un pezzetto a ogni finanziaria, e che già vede una dilatazione dei tempi di attesa che fa impressione, in barba a qualsiasi urgenza o limite di età - tipo la tac all’80enne che si farà un anno dopo, se proprio non si è deciso a morire prima. Se però paga di tasca sua, c’è un posto in settimana.
E scusate lo sfogo