L'ultimo film che hai visto

Nimona (2023)

Carino questo cartone animato, finito ora nella cinquina degli Oscar 2024. Ha una storia magari non originale, ma bellina, e che si anima subito, con grande ritmo. Un buon prodotto, per quanto non esente da facili critiche. Non mi riferisco all’omosessualità dei protagonisti, che è una via di mezzo tra il prezzo da pagare, ai giorni d’oggi, a un ributtante politically correct e un giusto elemento della sceneggiatura, pure necessario e indispensabile alla storia, se vogliamo. Ovviamente non è questo che porta le peggiori critiche, quelle sono rivolte, almeno le mie, al comportamento di alcuni personaggi: si dà ormai per scontato che buona parte degli adulti debbano comportarsi come dei coglioni, che il QI di alcuni, a pensarci, è da minus habens, ma ormai non ci si fa più quasi neanche caso. E se il prodotto, come in questo caso, ha evidenti ideali anche didattici (accettare il diverso, il mostro, che poi alla fine non è né diverso né mostro), si rischia che il comportamento dei coglioni protagonisti diventi oggetto di imitazione, per una società che già tende a una regressione pre-adolescenziale. Ma vabbè, il film è su Netflix e per me vale un 7, la Nimona del titolo è una bella tipa, ipercinetica e divertente. I disegni sono formidabili, allo stato dell’arte. Passò giusto un attimo in pochi cinema, ma già al rilascio si sapeva che il suo futuro era su piattaforma. Piaciuto molto anche a pubblico e critica.

Visto Io sono l’abisso di Donato Carrisi (adattamento di un suo libro). Era in wishlist su netflix ed era disponibile ancora per pochi giorni, così mi sono deciso a vederlo.
Classico thriller, niente di speciale.
L’impressione è che manchi un po’ di fluidità, sia perché la trasposizione libro film è sempre complicata, sia perché la realizzazione non riesce a collegare le varie “scene” in modo adeguato.

L’ ho sicuramente visto perché mia moglie adora Carrisi, ma non ne ho memoria.

C’è uno spazzino/serial killer che mentre si disfa di una vittima, vede una ragazza che sta affogando nel lago e la salva. Quello fa si che rischi di essere scoperto.

Per la serie i classici che non avevo ancora visto:

Easy Rider

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Non dirlo in giro: manca anche a me.

Easy, anche a me.

Io credo di averlo visto, ma non sono convintissimo :thinking:
Non vorrei che i ricordi fossero legati a immagini o spezzoni, di scene iconiche :face_with_raised_eyebrow:

Ne ho visto metà
Quando vedo la seconda parte, poi vi dico…

È un film che sente il peso del tempo. Non ha molto appeal se non nella fama.

Parigi, 13° Arr. (2021)

Il regista di questo film è Audiard, e per me dovrebbe essere sufficiente, come indicazione, dato che ai suoi film precedenti (quelli che ho visto) ho dato 8 a Sulle mie labbra, 8 a Il profeta, 9 a Un sapore di ruggine e ossa, 8 a Dheepan. In questo nuovo bel film si parla di giovani lavoratori, lei ama lui che non la ama, perché poi ama l’altra, che non lo ama. E in fondo allora lei ama lui che in fondo la ama. Bello bello, con un super cast e delle belle relazioni, vere e veritiere, tra le persone, le quali si conoscono, si piacciono e fanno molto sesso. I protagonisti sono una sorprendente Lucie Zhang (un quasi esordio, eccellente), l’ottima e già notata Noemie Merlant e lui, che si chiama Makita Samba e che non conoscevo per nulla. Tutti bravissimi, un film con una grande chimica e molto sesso (già detto, ma che sia così più chiaro). Scritto in maniera quasi perfetta, girato da dio, insomma un altro bel film per Audiard, a cui darò un 7/8 solo perché alcune cose forse non erano così essenziali e forse potevano non esserci. Il titolo si riferisce a uno degli Arrondissement in cui è suddivisa Parigi (i numeri più bassi stanno in centro, i più alti via via più lontano). Sono “piccoli” ma molto abitati, e non è detto che perché hanno numeri alti siano brutti. Il 13° ha un po’ meno abitanti di Padova, è poco turistico ed è abitato da molti cinesi; da quanto si vede è piuttosto carino. Il film prende lo spunto da alcuni fumetti; partecipò senza fortuna a Cannes, battuto insieme ad altri da Titane. Incassi da film d’essai, in definitiva un gioiellino per adulti rintracciabile su Amazon.

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Finito e sono rimasto un poco perplesso. Mi aspettavo qualcosa di differente e non la parte sperimentale che, ok, dipendeva anche da tutto quello che si sono fumati mentre il film lo giravano.
Certo non ha trama, certo “viaggia” sul viaggio attraverso gli USA e i paesaggi, certo ha attori che ai tempi hanno fatto qualcosa di diverso davanti alla cinepresa
Probabilmente è uno di quei film in cui ognuno ci vede quello che vuole vederci e se ne convince; da qui il suo status mitologico.
Io, che amo Woodstock al punto da rivederlo ogni anno, direi che ho sorvolato su tutta la parte giovanile e di controcultura per vedere invece come l’America, quella virgolettata, quindi l’ “America”, mentalmente retrograda e ignorante in tutti i sensi dello spazio non è cambiata per nulla dagli anni '60 ad oggi, quella proprio della destra trumpiana che ha solo due idee in testa “ti spacco la faccia” e “ti spacco la faccia”.

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Purtroppo sì. È qualcosa con cui gli USA dovranno fare i conti prima o poi, e le varie crisi globali non faranno altro che gettare benzina sul fuoco.

Volevo un figlio maschio (2023)

Diavolo di un Brignano. Un comico che ho seguito sempre volentieri, ma che ultimamente ritenevo un po’ in fase calante (se un comico si veste troppo spesso da donna, quello di solito è un brutto segnale). Invece qua è protagonista direi quasi fantozziano di una simpatica favoletta, sesta per incassi settimanali in Italia. Il protagonista ha tre figlie femmine, solitamente coalizzate con la moglie contro di lui, che, ad esempio, solo per vedere un po’ di sport in tv, deve aspettare la pubblicità (se poi gli viene concesso, è da vedere). Il tutto è ovviamente esagerato, in maniera divertente. Essendo la moglie incinta del quarto pargolo, lui spera sia maschio. Un passaggio di stelle cadenti e un desiderio probabilmente espresso male cambierà tutto il corso della storiella. In definitiva un filmetto adatto a una serata senza pensieri, è ritrovabile su Amazon. Io sarei addirittura per un 5/6, ben più di quanto mi sarei pensato (cioè, temevo due o tre).

Ho controllato ed ho visto solo The Sisters Brothers, che proprio non mi è piaciuto.
Proverò a vedere qualcos’altro su Primevideo visto che ci sono quasi tutti quelli che hai citato.

Brignano l’ ho visto a Biella il mese scorso al palazzetto.

Ha scherzato all’ infinito sul fatto che non sapeva nemmeno dove fosse Biella :rofl:

Barbie (2023)

Di Barbie quello che più mi ha colpito è stata la sceneggiatura, una tale serie di cose così strampalate che ho pensato, boh, saranno stati ubriachi, o strafatti, mentre la scrivevano. Non ho ancora capito il senso di tutto, dove volevano andare a parare (al di là di alcuni messaggi banali da quinta elementare, certo). Non è stata insomma una bella sensazione seguire questo film, che non ha né capo né coda. Passi per i colori sparati, ci sta, è Barbie, tutto è un po’ esagerato, ovattato, cretino….ma alla fine, il film, dov’è? Si narra di come Barbie (una delle tante, la Barbie stereotipo) da un po’ di tempo si stia debarbizzando, e lei dovrà andare nel mondo reale per capire come mai, sempre seguita da Ken (un imbarazzante Gosling). Il motivo pare risalga al fatto che una umana si sia messa a disegnare, ma poi uno pensa, e che vuol dire, con milioni di Barbie e bambine, basta che una disegni e la Barbie si debarbizza? Nel film, alla Mattel sono preoccupati, gli stessi dirigenti vengono dipinti come dei perfetti idioti, e qua spero ci fosse un accordo, o tanta ironia, perché sarebbe roba da querela.

Il film è bruttino e noioso, va a scatti, ogni tanto qualcosa è indovinata, ma più di un 5 qua è proprio impossibile dare. Il problema pare però soprattutto mio, o al massimo europeo. Oltreoceano la critica ha gridato al capolavoro (molto meno entusiasta il grande pubblico). Gli incassi sono andati benissimo da noi, è stato primo in quelli settimanali, ma nel mondo è stato un vero trionfo, attualmente è il 14imo migliore incasso di sempre, avendo superato largamente il miliardo di dollari.

Candidato addirittura a 8 Oscar, almeno quello per la canzone dovrebbe vincerlo, poi magari qualche altro minore.

Canzone di Billie o Dua?

Che fosse rivolto a un pubblico parecchio giovane?

Dovrebbe vincere “What Was I Made For”, di Billie Eilish.