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Il ragazzo e l’airone (2023)

Merita di vederlo al cinema. Ennesimo bel film del Maestro Miyazaki, ce ne sarebbero molte da dire e un po’ dappertutto molti ne stanno scrivendo tanto. Allora io darò i miei 2 cent, mettendo in luce alcuni aspetti. Il primo, questo film è molto malinconico. Forse il più malinconico in assoluto, di Miyazaki. Come molti altri dell’autore, è ben poco tradizionale, per un film a cartoni animati, almeno per noi occidentali. Manca l’eroe in cui ci immedesima, manca anche il cattivo; come capita spesso, poi, nei film di Miyazaki, alcuni personaggi sono a volte repulsivi, ma amichevoli (a modo loro), o paciocconi, ma cattivelli. Oppure, lo stesso personaggio, nel proseguo, passa da atteggiamenti ostili ad altri amichevoli. Sono film che insomma vanno visti con attenzione, per vedere cosa accade, perché molto spesso non è prevedibile cosa possa succedere, al protagonista ma anche agli altri personaggi.

Il film è ovviamente, dopo averlo visto, una elaborazione del lutto e un processo di crescita, questo è palese. E’ pieno di citazioni, alcune facilmente riconoscibili, altre non così immediate, chissà quanti ora stanno facendo elenchi infiniti, al riguardo. Mi sembrato ovvio ad esempio il rimando al pittore Bocklin, a un suo celebre quadro (L’isola dei morti), quando il protagonista del cartone animato arriva alla grande porta dorata. Citazioni, autocitazioni (cioè citazioni da altri lavori di Miyazaki) e autobiografia, in quanto tutta la storia simboleggerebbe, forse, la vita del Maestro.

Al di là del pippone sopra esposto, è bello? Direi, non il più bello, ma un gran bel film, a cui darò 8. Il titolo internazionale è giusto, l’originale era però E voi, come vivrete? che forse era più giusto ancora (ma forse era poco spendibile fuori dal Giappone). Osannato da critica e pubblico, sta andando a bomba, tanto da costringere i gestori ad usare le sale più ampie e gli spettatori a prenotare, per avere certezza del posto. Bene così. Ultimo, guardatevi le scene col vento. Nessuno, mai, dipinge così bene le scene col vento: sono le più belle del film.

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Non ho visto il film, ma già mi piace il rimando alla tela di Böcklin.

Questa citazione è meno riconoscibile ma si sa che Miyazaki è un grande estimatore di Andrew Wyeth

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Grandissimo illustratore! Non lo sapevo cmq

Il punto è che guardando la pagina di The Code Book, secondo l’algoritmo di IBS tra i libri che potevano interessarmi c’era anche Un pene più grande in modo naturale.
Come se entri in libreria a cercare un nuovo libro, dici al commesso che ti è piaciuto molto The Book Code e lui ti consigliasse quello per ingrandire il pene … intelligenza artificiale

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Mah appena finito di vedere e mi ha lasciato molto molto freddo.
Film troppo lungo, quando la sintesi è spesso una virtù, con tanti troppi momenti usati per allungare senza dare poesia. Poi un eccesso di retorica, tra cui le musiche (molto piatte) e i personaggi pacioccosi buttati lì, tonti e gommosi che sono buffi in maniera istintuale ma alla.fine privi della fantasia e della caratterizzazione che in passato altri hanno avuto. Insomma, una strizzatina d’occhio senza sforzo.
Poi la scelta, anzi l’indecisione se fare una storia vera e propria con delle spiegazioni e un filo logico, e una narrazione metaforica però troppo debole per essere convincente, in maniera che stride fastidiosamente: le scene saltano qua e là senza grossi motivi (accennati ma non esplorati) dove il dramma non riesce a consolidarsi lasciandomi con più mah che ooh.

La zia è stata rapita? È andata a partorire in un altra dimensione? Perché? A che è servito se poi non lo fa? Il libro che dà il titolo al film? Perché cercare lo zio quando avrebbe potuto già raccattare il ragazzo quando voleva? Che maturazione c’è in fondo?

Troppe le occasioni perse, con l’airone ambiguo e interessante all’inizio per essere un personaggio senza capo né coda, senza un vero scopo.
La torre che avrebbe potuto essere luogo di fascinazione e mistero è solo un sfondo bello ma privo di mordente di vero mistero, di vere luci e ombre. Sembra solo un’occasione per sfondi all’europea, anche qui un po’ buttati, visto il peso relativo che hanno poi nel.complesso.
Peccato.

Statisticamente, fai parte di quel 7% a cui non è piaciuto, nel Mondo.

Percentuale che in Italia scende al 4%. E ci sta assolutamente, il de gustibus vale sempre.

Per quanto riguarda io ho un’opinione intermedia: piaciuta molto l’estetica, meno la storia. Mi è sembrata un po’ un pretesto per la tirata nostalgica finale. Comprendo e ho uno slancio di tenerezza per Miyazaki che ha voluto fortemente un film testamento, malinconico e pervaso dal senso della perdita, l’amara consapevolezza che la sua opera non troverà (forse) degni continuatori. Per questo “Il ragazzo e l’airone” sembra un film barocco, nel senso intimo della parola, dove prevale l’estetica sul contenuto trasformandosi in contenuto essa stessa. Forse è quello il messaggio? La spontaneità delle sue invenzioni diventerà stanco citazionismo? Saranno i pappagalli del dopo Myiazaki a continuare la sua opera trasformandola in un canone rigido e immutabile con il pretesto di omaggiare la sua memoria? Forse è la constatazione di questo passaggio ineluttabile che anima il film? Non la sua opera migliore, nonostante questo vorrei abbracciare Miyazaki per ringraziarlo di tutto quello che mi ha dato in questi anni, ma anche per consolarlo in questo triste momento di congedo dall’arte. By the way, bellissima la citazione dei tettucci dello Zero, la vera ispirazione per la lente trasparente di Nausicaa.

Non proprio:

Despite claims that The Boy and the Heron would be Miyazaki’s final film, Studio Ghibli vice president Junichi Nishioka said in September 2023 that Miyazaki continued to attend the office daily to plan his next film. Suzuki said he could no longer convince Miyazaki to retire.

(da Wikipedia)

:grin:

Sappiamo tutti che sarà un ruolo onorario, ormai le redini dello Studio Ghibli sono passate ad altri

Infatti secondo me questo film l’ha fatto più il figlio che lui.
La questione della continuità è un bel tema, ma accrocchiato col resto, non è fluida come narrazione, ci ha voluto mettere troppe cose senza che armonizzassero.

Cmq sempre i miei più rispettosi omaggi al maestro.

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Pensa che 48mila euro sono andati solo al Comune di Genzano per permettere 2 giorni di riprese. Anzi, un giorno di prove e un giorno di riprese, se ricordo bene (all’epoca, a Genzano non si parlava d’altro :sweat_smile:). Ecco un articolo che lo conferma:

Legally Blonde

e…?

Sempre carino :slight_smile:

Visti su Primevideo Saltburn e Gioco di ruolo (Role Play).
Il primo è strano, parte come un dramma classico, ragazzo povero che diventa amico di ragazzo al college, questo lo invita nella sua tenuta per le feste, poi inizia a traformarsi in qualcosa di più surreale, per finire come un thriller.
Giudizio boh :thinking:

Il secondo vede come protagonisti Kaley Cuoco (Penny di Big Bang Theory) e David Oyelowo (candidato al Golden Globe per Selma)
Visto la protagonista femminile mi aspettavo qualcosa più orientato alla commedia, invece è di quei classici action con ruoli invertiti (donna forte, uomo imbranato).
Piacevole, ma nulla di speciale, classico film che vedi perché sei abbonato, ma non ci spenderesti mai i soldi del biglietto :stuck_out_tongue_winking_eye:

Ecco un altro algoritmo che mi prende in giro: quello del Kindle. Ma come si fa a leggere 221 pagine in meno di un’ora? :thinking:

Immagino si basi sul fatto che molta gente lo abbia sfogliato e chiuso, magari leggendo solo un capitolo.
Probabilmente non è molto appassionante

Nel forum di lettura che frequento c’è chi supera i 120 libri/anno.

Anche mio padre è sul quel numero, secondo me lo passa.