Aggiungendo infine che «se le donne guadagnassero davvero meno troveresti delle aziende che sono piene di donne perché visto che i capitalisti vogliono fare i soldi riempirebbero l’intera fabbrica di donne. Quando ci si reca in un’azienda questo non accade». Proprio questo punto finale è stato ricondiviso sui social media da svariati account, che hanno sottolineato come «se il divario salariale fra uomini e donne esistesse davvero, tutte le aziende assumerebbero solo donne perché conveniente».
E invece no. Cioè, nella mia azienda, per dire, vedo questo: a fare un contratto a tempo indeterminato a una donna giovane ci pensano parecchio. Perché? Perché si aspettano esattamente quello: che poi to va in maternità nel giro di uno o due anni, e poi ancora nel giro di altri due.
Retrogradi? Forse, ma mi sa che è il motivo principale. Posso aggiungere che da noi, nel 2008, hanno aperto una procedura per licenziare un po’ di persone - non tantissime rispetto ad altre aziende, era il 10% circa della forza lavoro. Ci sono riusciti, facendo pure un accordo sindacale per farci ottenere a tutti una riduzione di stipendio per solidarietà, così che non se ne licenziassero di più. Casualmente, negli esuberi son finite quasi tutte donne giovani, a prescindere dal fatto che avessero anche un lavoro presso cliente con contratto annuale in corso, e un ladro manifesto (cioè uno che manifestamente non lavorava per l’azienda, ma solo per sè, sfruttando i beni dell’azienda - e i colleghi, già che c’era).
Ora però, ci sarebbe anche un dettagli che ho saputo: tra qelle donne ce n’era una che aveva dichiarato che non era interessata ad avere figli e che però, nemmeno un mese dopo, pare ne avesse perso uno (per aborto spontaneo). Come dire che sì, brutti, cattivi e trogloditi, questi imprenditori. Però non è che proprio tutti i dipendenti siano stinchi di santo. Un po’ paghiamo anche noi (e di più le donne) per quelli più furbi degli altri.