Il thread dell'AI

E le cover band?

Però qui basta che non sfrutti il nome.
Cioè, io ogni volta che ascolto, raramente ormai, gli Airbag, mi sembra di sentire i pink floyd recenti, ma di certo non può essere plagio.
Poi sarà che a me questo genere di riproposizioni non piacciono, e pertanto, non ci vedo il problema. Però il problema è ben più diffuso, che sia o no un plagio. Ho già detto quel che penso delle reti generative che compongono canzoni, vero? Ah, @il_Babbano hai un nuovo fan per questa attività, ma non di tico che è @RogerWilco per laciare un alone di mystero.

Per quello penso che il 900 sia l’ultimo secolo interessante dal punto di vista artistico.

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Le cover band generalmente non pubblicano dischi e non suono materiale proprio.

In realtà se hai i diritti, penso che tu possa anche usare il nome, potresti anche usare un nome simile, poi bisognerà sempre vedere come saranno i contratti e leggi in materia.

Il problema grosso che riguarda anche l’arte in generale, è quello di trovare qualcosa che riesca ad emergere dalla massa.
Oggi come oggi, puoi trovare una marea di prodotti, c’è molta originalità, ma guadagnare visibilità e fama è molto più difficile, questo perché ci sono una marea di artisti che possono proporre la loro musica.
Alla fine hai una grande varietà, metto un po’ di video di cose “strane ma non troppo” per dare un’idea

Diablo Swing Orchestra - Swing Operatic Metal

Haggard - fanno metal sinfonico con forti influenza di musica classica, la band è una piccola orchestra

Eluveitie, band svizzera che ha ripreso in chiave metal il classico folk svizzero, alcuni degli strumenti classici che usano se li sono inizialmente costruiti da soli.

The Hu - Folk Metal Mongolo

Wagakki Band - unisco rock e metal, strumenti tradizionali giapponesi e poemi antichi giapponesi e cinesi recitati in stile Shigin

Otyken - Folk siberiano, misto al pop

Ma se uno si mette a cercare sul tubo trova di tutto, personalmente trovo che ci sia molta creatività e la fusione di influenze da vari parti del mondo abbia originato ottime opere.
il problema è che trovi qualche milione di band tutte simili che “imitano” i generi più di moda ed in mezzo a questo trovi qualche migliaio di ragazzi che sperimentano cose originali, tra cui ovviamente devi trovare quelli che hanno una certa qualità.

Per lo meno adesso ci sono delle persone che devono almeno saper suonare o cantare.
Se a queste aggiungi le AI che possono produrre brani a raffica e i vari @il_Babbano che si dilettano a creare canzoni, il numero potrebbe crescere esponenzialmente.
Alla fine diventerà necessario creare un internet selettiva o avere delle AI che filtrano quel 99% di spazzatura che costituiscono i dati della rete.

i wagakki mi son piaciuti in questo video

Ok, però guardiamo a cosa seleziona il mercato. Prendiamo un mercato a caso, quello italiano.
Ti pare che brilli per creatività? O per bravura nel cantare? o nel suonare? Perché attenzione che i brani pop sono, generalmente, di una banalità musicale devastante.
Eppure 30 anni fa non è era così. Prendi i Cure. Hanno richiami alla musica medievale. Prendi i Beatles, per spostarci più indietro, e per prendere la band che ha avuto in assoluto il maggior successo nella storia della musica. Musicalmente erano pazzeschi. Brani come While my guitar gently wheeps, o Eleanor Rigby, o But she loves me. Melodia, arrangiamento, struttura, altro che i 3 accordi e la melodia di San Remo.
Certo, la musica cambia. Il mercato cambia. Sto studiando la storia della musica tra 800 e 900, e dio, c’è da spettinarsi. Non era diverso, i compositori di fine 800 erano le rockstar di oggi.
Immaginatevi la scena: state camminando per il centro di Vienna e vedete una folla assiepata davanti una vetrina. Gente eccitata che chiama altri. Vi avvicinate anche voi incuriositi. All’interno di un negozio di pianoforti ci sono Mahler e RIchard Strauss che suonano e discutono di un pezzo che Strauss ha appena scritto. La gente impazzita lì fuori, c’è Der Mahler!!!
Der Mahler, quello che andava in vacanza in Val Pusteria, vicino a Brunico, per respirare aria buona e tratte ispirazione per le sue composizioni, e non smetteva mai di lavorare. Si alzava il mattino, ispirava a pieni polmoni l’aria sana, e ascoltava le campane e rimirava il paesaggio bucolico. Poi rientrava per mettersi al lavoro, ma prima, imbracciava il fucile e sparava agli uccelli, che erano una grandissima distrazione. “pum pum pum, via uccellacci di merda”.
Non sono le rockstar che cambiano, sono i gusti ma anche le orecchie di chi ascolta.
E quindi frega un cazzo se sei bravo. Siccome produrre con l’IA è meno costoso che produrre con la testa, l’IA prenderà piede nel mercato.
E vedremo sempre meno artisti bravi.

Mi ci ero imbattuto qualche mese fa e mi erano piaciuto.
Però a parte il piacere o meno la musica, trovo bello vedere la fusione di cultura classica giapponese con musica moderna integrando pure forme d’arte diverse.

Personalmente non ascolto quella roba, a volte mi ci imbatto, però devo dire che se devo ascoltare un brano intero non riesco ad arrivare alla fine generalmente.
Poi ovviamente i miei gusti sono altri, quindi potrebbe essere anche quello, però quando ho guardato A Star Is Born, ho provato a sentire qualcosa dei pezzi famosi di Lady Gaga. Sono rimasto con una sola domanda, ma perché produce questa roba (che cmq l’ha consacrata a star mondiale), quando è capace di fare pezzi come quelli del film ?
Credo che la risposta sia semplicemente il mercato.

Però se troviamo gente come Salvini che fa il ministro, pare chiaro che il problema sia la cultura di massa, o più che altro l’assenza di cultura che permea la massa.
Anzi spesso c’è una certa destra che spaccia la cultura, la scienza e la conoscenza in generale come il nemico.
Guardiamo cosa è successo con la pandemia, o cosa succede con il cambiamento climatico.
I bravi sono un pericolo.

Appunto. Il mercato è poco critico su cosa fruisce (parliamo di musica come di film o di libri). Basta ingozzarlo di qualcosa, e lui lo compra.
Ora, la IA permette di creare cose a costo di una frazione di un autore. E il risultato il mercato lo recepisce. Basta indorare la pillola. Incartarla con una confezione luccicante.
Oppure, prendi un ragazzino senza talento, dagli uno strumento che permetta di “comporre” arrangiamenti su una melodia, magari che gli permetta di scrivere quattro rime insulse meglio di quanto ce la possa fare col suo 5 in italiano. Incartalo in un talent show. Cosa mai potrà andare storto al prossimo san remo?

Non fosse per quel “5 in Italiano”, mi sentirei citato…

No tu sei da 6+

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:joy:

beh, ero un dsa e infatti per me era molto difficile andare oltre il 7 in un 'epoca in cui i dieci non esistevano. Però mi difendevo bene, grazie alla mia innata simpatia che ancora oggi tutti potete apprezzare…

Grazie alla mia subscription a jetbrains ho sul browser una estensione che ora mi può correggere tutti i testi, asseritamente meglio di quando può fare il babbano, instancabile (il babbano si stanca, a volte), e non infastidito dai gatti.
Sapevatelo!

(la sua proposta: non ha capito che qui si parla italiano e non awanaganna.)

My JetBrains subscription provides a browser extension that corrects my texts, supposedly better than a human, tirelessly (humans get tired sometimes!), and unbothered by cats. You should know!

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Nessuna estensione può battere il Babbano. La voglio vedere, a star dietro alle virgole da pausa.

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Ha sbagliato, te lo dico: quella virgola dopo “furbi” rallenta senza motivo.

Diglielo.

Non vado nemmeno a guardare il resto, a parte che, appunto, ha tolto la virgola "da pausa’, messa proprio per gli umani, dopo “vedere”.

Ha esagerato con quelle virgole. Schiappa.

Lamentatevi con i Cecoslovacchi. Che cavolo volete da me?

Mi pare non esistano più :wink:

Allora non potete proprio lamentarvi.

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… ho già raccontato alcune delle stupidaggini enunciate con elettronica certezza dalle intelligenze artificiali sulle quali si stanno investendo montagne di miliardi. Ho citato per esempio il fatto che secondo la IA di Google, la trippa è kosher o meno a seconda della religione della mucca dalla quale proviene. Ora gli utenti hanno scoperto un’altra bizzarria fuorviante e ingannevole di questo software: se si chiede a Google il significato di un’espressione o di un modo di dire in inglese, il motore di ricerca spesso risponde mettendo in primo piano una spiegazione completamente falsa, inventata dall’intelligenza artificiale, e solo dopo elenca i normali risultati di ricerca.

Ma l’utente medio non ha modo di sapere che la spiegazione è totalmente sbagliata. Si rivolge appunto a Google perché non conosce quel modo di dire e non è un linguista esperto, e quindi tende a fidarsi di quello che Google gli dice. Anche perché glielo dice con enfatica autorevolezza, con tanto di link a fonti, che esistono ma in realtà dicono tutt’altro.

Ma quello che conta ancora di più è che quell’utente ora si ritrova in cima ai risultati di ricerca una risposta generata dalla IA, che la voglia o no. E quindi ogni ricerca fatta su Google consuma molta più energia di prima.

È difficile dire quanta, perché ci sono tantissime variabili da considerare, ma il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha scritto semiseriamente su X che già solo dire “per favore” e “grazie” a ChatGPT costa alla sua azienda decine di milioni di dollari in energia elettrica per elaborare le risposte a questi gesti di cortesia. Secondo una ricerca del Washington Post, far generare a una IA una cinquantina di mail lunghe 100 parole ciascuna consuma circa 7,5 kWh: quanto basta per fare grosso modo quaranta chilometri in auto elettrica.

insomma, l’intelligenza artificiale fornisce un disservizio, inganna gli utenti e spreca energia. Ma può anche fare molto di più: per esempio può danneggiare l’azienda che la usa. E se l’azienda in questione è una di quelle legate a doppio filo all’intelligenza artificiale, l’ironia della situazione diventa particolarmente vistosa.

Questa è forte:

Cursor.com è una delle principali aziende che sta cavalcando la popolarità dell’intelligenza artificiale come assistente per la scrittura rapida di software. Una decina di giorni fa, uno dei clienti di Cursor.com, uno sviluppatore di software, ha notato che non era più possibile collegarsi al sito dell’azienda da più di un dispositivo, cosa che invece prima si poteva fare. Gli sviluppatori lo fanno spessissimo per necessità di lavoro.

Il cliente ha contattato l’assistenza clienti di Cursor.com, e un assistente che si faceva chiamare Sam gli ha risposto via mail che questa situazione era normale e prevista, perché era dettata da una nuova regola legata a esigenze di sicurezza e ora serviva un abbonamento distinto per ciascun dispositivo. Ma la regola non esisteva: se l’era inventata Sam, che come avrete sospettato è un’intelligenza artificiale. Una IA che fra l’altro non dichiarava di essere una macchina e si spacciava per una persona.

La notizia si è diffusa, con conseguenti disdette di abbonamenti, finché finalmente qualcuno dell’azienda “in carne e ossa” è intervenuto scusandosi e chiarendo che si trattava di un errore. Complimenti.

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Sam gli ha risposto via mail che questa situazione era normale e prevista, perché era dettata da una nuova regola legata a esigenze di sicurezza e ora serviva un abbonamento distinto per ciascun dispositivo.

Ma la regola non esisteva: se l’era inventata Sam, che come avrete sospettato è un’intelligenza artificiale. Una IA che fra l’altro non dichiarava di essere una macchina e si spacciava per una persona.

Galattico.

È così che finiremo: le AI prenderanno possesso delle PA e avremo nuove regole ad hoc che giustificheranno qualsiasi disagio, fino all’estinzione del genere umano.

Resta da vedere se ci sarà energia disponibile per tutte le nuove AI. Come riporta Attivissimo nel suo articolo, Eric Schmidt, ex amministratore delegato di Google, durante un’audizione davanti a una commissione per l’energia della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ha spiegato che sono in corso di progettazione dei data center, vale a dire dei centri di calcolo per supportare l’intelligenza artificiale, che consumeranno 10 gigawatt ciascuno, ossia l’equivalente di dieci centrali nucleari. Il fabbisogno energetico stimato della IA è di 29 gigawatt entro il 2027 e di altri 67 entro il 2030. E siamo solo all’inizio.