Premi Hugo e Nebula

Eh, ma negli anni '50 ce ne sono stati di film memorabili…

1962

Vince l’Hugo come migliore romanzo

Altro libro fondamentale della SF , ma…
MA…quando lo lessi da ragazzo, ah, figata, fighissimo.
Poi da adulto,molto adulto, rileggendolo…
ritengo il romanzone di Heinlein un’opera notevole, decisamente bella per lunga parte, ma pure non perfettamente compiuta, in fondo alla fine lascia un senso di insoddisfazione.
Anche questo lo metto tra i libri che “VANNO” letti, però boh, andrebbe letto alle superiori, o poco dopo…se no, molto dopo…scatta una certa insoddisfazione.

Gli altri in gara erano
Universo senza luce, di Daniel Galouye
Il pianeta dei dannati, di Harry Harrison (wow anche questo mi piacque molto, da giovane)
Pescatore di stelle, di Clifford Simak
Vita con gli automi, di James White

Il migliore racconto breve premiò in realtà una raccolta, Il lungo meriggio della Terra, di Brian Aldiss.
Sono cinque i racconti della raccolta. Trovai ottimi i primi due, deludenti gli altri tre, con il terzo il peggiore di tutti.

Gli altri in gara erano:
Complotto spaziale, di Lloyd Biggle Jr.
Scylla’s daughter, episodio apparso nel libro Le spade di Lankhmar, imperdibile libro di Fritz Leiber
l’ancora inedito Status quo, di Mack Reynolds
l’ancora inedito Lion loose, di James Schmitz

Artista, vince “come sempre”, Emshwiller

Film e quan’altro, vince Ai confini della realtà, Stagione 3, che salì addirittura a 37 episodi.


Riconosciuto???

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Buon occhio se avete riconosciuto un famoso Tenente Co…della Tv

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Pure Lee Marvin, tutti volevano esserci, nella III stagione

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Buster Keaton!!


Robert Redford!!!

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Gli altri erano
ancora (!!!???!!!) Il villaggio dei dannati, dunque candidato in due edizioni

La diabolica invenzione

The Two Worlds of Charlie Gordon, episodio 13 della Stagione 8 di The United States steel hour
e infine La serie tv Thriller

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Me lo ricordo l’episodio con la Montgomery bruna (non ancora impegnata nella “Vita da strega”). Era alle prese con Charles Bronson.

1963

Negli anni Sessanta continua il filotto di romanzi fondamentali per la SF. Si decide che l’Hugo '63 al migliore romanzo vada a

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LIbro celeberrimo, la cui importanza l’ha fatto uscire dalla “nicchia” della fantascienza.
Il romanzo è ottimo, mi ha entusiasmato soprattutto la micro storia di ognuno dei protagonisti, immersi in un mondo parallelo al nostro e più grande di loro.
Devo dire che inizialmente, alle prime pagine, mi lasciava un po’ perplesso…non succedeva nulla, minimalismo SF. Leggendo, invece, non potei poi fare a meno di apprezzare il realismo della ricostruzione, in cui non vedevo l’ora di rituffarmi. Ipnotico, l’ho pure definito.
Non bastasse tutto ciò, aggiungo che la definizione dei personaggi è perfetta, vivono di vita propria, mentre, senza esagerare, la qualità dei dialoghi è tra le migliori che ho mai incontrato, in fantascienza, e forse anche altrove.

I perdenti furono:
La spada di Aldones, di Marion Zimmer Bradley
Polvere di Luna, di Arthur Clarke
Il piccolo popolo, di H. Piper
Sylva, di Vercors.

Nell’ampia categoria di racconto breve, in realtà, agli inizi, mettevano tutte quello che non era romanzo.
Vince dunque I signori dei draghi, di Jack Vance, che non è che sia veramente un racconto lungo.
In questa opera abbiamo a mio parere Vance al suo meglio, e tanto deve bastare come giudizio, a chiunque conosca la SF e Vance. TOP.

Gli altri:
L’empio Graal, di Fritz Leiber (incluso in Il mondo di Nehwon
Se speri, se ami, di Theodore Sturgeon
l’ancora inedito Myrrha, di Gary Jennings
l’ancora inedito Where is the bird of fire?, di Thomas Swann

Artista, vince Roy Krenkel. Non il mio preferito


Bello questo

Non viene premiato alcun film o simili.
I finalisti però c’erano, ma nessuno di loro fu ritenuto degno. Bei tempi. Ecco gli sfigati in gara

e pure Ai confini della realtà, Stagione 4.

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…e la Terra prese fuoco lo ricordo poco (non c’era qualche episodio con un soggetto simile in Ai confini della realtà?), ma L’anno scorso a Marienbad fu una vera delusione; ed era pure il periodo in cui mi sorbivo i peggiori polpettoni d’essai senza problemi… :sweat_smile:

Sto leggendo un romanzo nel quale una scrittrice è l’autrice di un libro dal nome “Marienbad” …

1964

Vince l’Hugo per il migliore romanzo

Il romanzo è molto bello, Simak ha uno stile e delle caratteristiche che lo rendono facilmente riconoscibile (non fosse solo per alcuni elementi spesso presenti nei suoi lavori, come la campagna, la vita rurale americana, etc…); se posso permettermi, direi che avrebbe potuto scrivere un capolavoro di RACCONTO: in troppe parti è un filino ripetitivo e ridondante, quando tratta i pensieri e le considerazioni del protagonista. Inoltre, se vogliamo, la soluzione trovata per una certa persona femminile, nel finale, è scontata e prevedibile.
Comunque sono imperfezioni per un romanzo a cui darei comunque un 8.

Gli altri erano
La via della gloria, di Robert Heinlein, che mi sembrò molto bello, molti anni fa
Il mondo delle streghe, di Andre Norton
Il pianeta delle dune, di Frank Herbert (altro non è che la prima parte di Dune)
Ghiaccio nove, di Kurt Vonnegut

Opera breve, vince Nessuna tregua con i re, di Poul Anderson.
Che sconfigge
Code Three, di Rick Raphael, rintracciabile nel romanzo Servizio di pattuglia
Una rosa per l’Ecclesiaste. di Roger Zelazny
La raccolta ancora inedita (!) Savage Pellucidar, di Edgar Rice Burroughs.

Feci queste considerazioni
a) il vincente era un’opera media, farraginosa all’inizio, interessante a tratti, ma mica granchè.
b) Una rosa per l’Ecclesiaste è un ottimo racconto, moderno, bello ancora oggi, è decisamente superiore. Gli stessi scrittori Usa, a cui venne chiesto quali fossero i migliori racconti prima che apparisse il premio Nebula (che è imminente), lo misero nel mazzo. Dunque boh.
c) che i lettori abbiano preferito un autore favorevole all’entrata in guerra in Vietnam (Anderson)? Come noto, faccio un inciso, gli USA erano divisi in merito, per dire Asimov era decisamente contrario.

Artista. vince ancora Emshwiller

Cinema et similia: non vinse nessuno, ma non solo, ci fu pure un numero insufficiente di nominations, che rimasero nel cassetto e non sono note.

1965

Edizione forse un filino inferiore. Vince l’Hugo per il migliore romanzo

noto anche come Il vagabondo, che meglio ricalca l’originale The wanderer.
E’ un ottimo romanzo, molto ben scritto, molto “anni '60”, senza essere per questo illeggibile o fastidiosamente datato. Tra l’altro chi ha inventato la Morte Nera di Guerre Stellari l’aveva sicuramente letto. Debitore gli è pure Jordan con Jeff Hawke, a mio parere. Consigliato soprattutto se uno ama gli incontri con gli alieni (o almeno leggerne) e il catastrofismo, oltre ai film di Altman. Occhio che per parte della critica sto libro non è granchè ma io, come sempre, dico la mia.
Dovrebbero farne un film spettacolare, se non lo hanno già fatto.

Gli altri erano
Sogna, Superuomo (alias Il telepatico), di John Brunner
Davy l’eretico, di Edgar Pangborn
L’uomo che comprò la Terra, di Cordwainer Smith.

Per l’opera breve vince Soldato, non chiedere, di Gordon Dickson.
Ho letto il romanzo che ne verrà tratto qualche anno dopo: non mi è piaciuto granchè, anzi. La scrittura stessa non è granchè, procede a strappi, discreta qua e là, “primitiva” in alcuni capitoli. Il racconto non mi ha entusiasmato, così come il finale che vuole essere più grande di ciò che è. Spesso poco coerente (il protagonista può collegare tutte le informazioni degli avvenimenti, peccato che dimentica cose fondamentali), non lo boccerei tutto, ma lo lascerò nel dimenticatoio.

Gli altri erano
Once a cop, di Rick Raphael, ritrovabile in Servizio di pattuglia
Straccio, di Robert Young

Artista, vince Schoenherr, che si dedicò molto a Dune

Spettacolo, cinema, tv ed affini, vince

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L’altro candidato era Le 7 facce del Dr. Lao…ecco, appunto.

1966

Ah beh qua succede di tutto, per il recensore. Perchè oltre all’Hugo '66 c’è dunque il Nebula '65 (perchè gli anni siano diversi è una storia lunga e inutile, così è, amen…ma per farla breve, l’Oscar '23 verrà dato a film del 2022…cioè come fa l’Hugo…mentre il Nebula lo chiamerebbe l’OSCAR 2022, dato che è riferito ai film del '22…anche se viene dato nel '23, ovviamente…vabbè, lana caprina).

Come non bastasse, i perdenti il Nebula erano un esercito. Per finire in nomination bastava che uno si svegliasse e dicesse “Ehi! Perchè non premiamo Vattelapesca di VattelaperCarlo?” e questo finiva in nomination, seppure con misere speranze.

Orbene

Vince, anzi no, VINCONO ex-aequo il premio HUGO per il migliore romanzo

e

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Dune vince anche il Premio Nebula, come correttamente riporta la copertina in foto.

Che dire di Dune che non è già stato detto? Niente, è un capolavoro assoluto, una pietra miliare della fantascienza, un punto di svolta e un metro di misura sempiterno.
Scritto in maniera godibilissima, ricco di dialoghi, le descrizioni sono per lo più riferite agli stati d’animo dei protagonisti, tutte figure indimenticabili e descritte a 360°. Al di là della forma (ottima), si potrebbe parlare di 500 pagine in cui la tensione e l’interesse non vengono mai meno (intendo proprio mai); della formidabile costruzione di un Universo, da parte di Herbert, credibile nel suo passato e nel suo presente; di una storia incredibile, fantastica, meravigliosa; di intrighi che ci ricordano la peggiore (migliore?) storia di Roma; della fantascienza che diviene epica, etc… in breve leggetevelo e godetene. Il doppio premio appare OVVIO.

Eppure c’è un altro libro che gli sta alla pari (si fa per dire), un libriccino di neanche 200 pagine, divertente quanto l’altro era serio, lieve quanto l’altro era profondo, ma ugualmente godibile. Dune è diverso e superiore, comunque evidentemente non si volle far passare senza nota questo libro del neanche 30enne Zelazny, astro nascente, uomo di profonda cultura, autore che io amo troppo per essere obiettivo. Nomikos è un bellissimo libro.

Ora spazio agli sfigati in concorso quell’anno, inevitabilmente perdenti.

Per l’Hugo
La scacchiera, di John Brunner
La Luna è una severa maestra, di Robert Heinlein (apparso in una rivista, a puntate, e non come romanzo, il quale invece verrà premiato dopo la pubblicazione)
L’allodola DuQuesne, di E. E. “doc” Smith, ritrovabile in Astronave Skylarl 2° - L’allodola dello spazio (seconda parte del romanzo)

Per il Nebula
Il villaggio dei fiori purpurei, di Clifford Simak
Dalle fogne di Chicago, di Theodore Thomas e Kate Wilhelm
Cronache del dopobomba, di Philip Dick
Partenza da zero, di James White
Gomorra e dintorni, di Thomas Disch
Nova Express, di William Burroughs
Agente 064: operazione demoni, di Keith Laumer
La volpe delle stelle, di Poul Anderson
Le tre stimmate di Palmer Eldritch, di Philip Dick
l’ancora inedito Rogue dragon, di Avram Davidson
l’ancora inedito The ship that sailed the time stream, di G. C. Edmondson.

Romanzo breve: categoria assente ancora, per l’Hugo; per il Nebula invece c’è subito un vincitore, anzi due, un ex-aequo. Vincono

e

Il romanzo breve di Aldiss è un buon fanta-horror, un pochino datato, un po’ troppo simil – Simak, ma affascinate e tutto sommato meritevole di un premio.
Non trovai al tempo il romanzo breve di Zelazny; poichè però lo stesso autore trasformò quell’opera in un romanzo “lungo”, Il signore dei sogni, lessi quello. Può essere definito solo una porcheria. Spero che He who shapes fosse diverso, perchè appare ridicolo premiare una cosa che invece, più che sugli scaffali, andrebbe tenuta nella pattumiera. O nel riciclo carta, e con tutto il bene che volevo a Zelazny.

Perdenti:
La ballata di Beta 2, di Samuel Delany
Sotto due lune, di Frederick Pohl
Ricerche alfa, di Alfred Van Vogt e James Schmitz
Il pianeta delle tempeste, di Cordwainer Smith
ancora l’ancora inedito Rogue dragon, di Avram Davidson, per quanto questo sia una cosa strana
l’ancora inedito The Mercury men, di C.C. MacApp.

Racconto lungo: anche qua, categoria ancora mancante per l’Hugo, ma subito presente per il Nebula.
Vince Le porte del suo volto, i fuochi della sua bocca, di Roger Zelazny.
Non un capolavoro, ma fa ritrovare lo Zelazny di sempre, frizzante, ironico…un racconto niente male.

Perdenti: una valanga.
La favola del vecchio e degli astronauti, di Jonathan Brand
102 bombe H, di Thomas Disch
I decisionatori, di Joseph Green
Quattro spettri in Amleto, di Fritz Leiber
Il canto del terrore, di Clayton McCarty
L’ultima avventura di S.H., di Mack Reynolds
La maschera del vortice rosso o I berserker, di Fred Saberhagen
Il pianeta dell’oblio, di James Schmitz
Mun-Mun, di Robert Sheckley (uscito con questo titolo in Italia)
La rivolta dei maschilisti, di William Tenn
l’ancora inedito The shipwrecked hotel, di James Blish e Norman Knight
l’ancora inedito Half a loaf, di R. C. Fitzpatrick
l’ancora inedito At the institute, di Norman Kagan
l’ancora inedito The Earth merchants, di Norman Kagan
l’ancora inedito Laugh along with Franz, sempre di Norman Kagan
l’ancora inedito The life of your time, di Michael Karageorge (cioè Poul Anderson)
La notte del Goblin, di James Schmitz
l’ancora inedito Maiden voyage, di J. W. Schutz

Opera breve, l’Hugo premia “Pentiti Arlecchino”, disse l’uomo del tic – tac, di Harlan Ellison. Che già con un titolo così accattivante, merita. Infatti vinse anche il NEBULA, con quest’opera: doppietta.
Raccontino molto molto bello, oggi ancora più attuale di allora, scritto in maniera divertente e briosa, nasconde profonde verità e ha pure una (terribile!) introduzione con un brano di Thoreau che meriterebbe da solo lunghe discussioni.
Citando WIKI e la Disobbedienza civile di Thoreau:
«È così che la massa degli uomini serve lo Stato, non come uomini coraggiosi ma come macchine, con il loro corpo. Sono l’esercito permanente, la milizia volontaria, i secondini, i poliziotti, il posse comitatus ecc. Nella maggioranza dei casi non c’è nessun libero esercizio del giudizio e del senso morale, sono al livello del legno, della terra, delle pietre. Suppongo che se facessimo degli uomini di legno sarebbero altrettanto utili. È un tipo d’uomo che non richiede maggior rispetto che se fosse fatto di paglia o di un impacco di sterco. Ha lo stesso valore dei cani e dei cavalli. E tuttavia, normalmente, quegli uomini sono considerati buoni cittadini. Altri - come la maggioranza dei legislatori, dei politicanti, degli avvocati, dei preti e dei tenutari di cariche - servono lo Stato soprattutto in base a ragionamenti astratti; e poiché fanno assai di rado distinzioni morali, hanno la stessa probabilità di servire Dio che, senza volerlo, di servire il diavolo.»

Sulla necessità di disobbedire a leggi ingiuste. Curioso che WIKI citi solo in parte, nel racconto è
«È così che la massa degli uomini serve lo Stato, non come uomini coraggiosi ma come macchine, con il loro corpo. Sono l’esercito permanente, la milizia volontaria, i secondini, i poliziotti, il posse comitatus ecc. Nella maggioranza dei casi non c’è nessun libero esercizio del giudizio e del senso morale, sono al livello del legno, della terra, delle pietre. Suppongo che se facessimo degli uomini di legno sarebbero altrettanto utili. È un tipo d’uomo che non richiede maggior rispetto che se fosse fatto di paglia o di un impacco di sterco. Ha lo stesso valore dei cani e dei cavalli. E tuttavia, normalmente, quegli uomini sono considerati buoni cittadini. Altri - come la maggioranza dei legislatori, dei politicanti, degli avvocati, dei preti e dei tenutari di cariche - servono lo Stato soprattutto in base a ragionamenti astratti; e poiché fanno assai di rado distinzioni morali, hanno la stessa probabilità di servire Dio che, senza volerlo, di servire il diavolo, pur senza volerlo, e Dio. Pochissimi, come gli eroi, i patrioti, i martiri, i riformatori in senso elevato, e gli uomini, servono lo Stato anche con la propria coscienza, e dunque per la maggior parte necessariamente gli si oppongono; e sono comunemente trattati da esso come nemici.»

Gli sconfitti, ora.
Quelli dell’Hugo sono:
Scorreria e vendetta, di Poul Anderson
Day of the great shout, di PJ Farmer (racconto che verrà riscritto ed esteso, facendo poi parte del romanzo Il fiume della vita)
La rampa delle stelle, di Fritz Leiber (sempre nell’ambito del mondo di Newhon)
Le porte del suo volto, i fuochi della sua bocca, di Roger Zelazny che, ebbene sì, è inferiore all’opera di Ellison.

Gli sconfitti del Nebula sono legione:
Gli occhi non vedono soltanto, di Isaac Asimov
I fondatori, di Isaac Asimov
Souvenir, di JG Ballard
Intervista in due tempi, di Lin Carter
I computer non discutono, di Gordon Dickson
Vieni a Venere, malinconia, di Thomas Disch
Pietà per le macchine, di HL Gold
Piena fiducia nel dottor Clockwork, di Ron Goulart
Nel nostro isolato, di RA Lafferty
La lunga notte di martedì, di RA Lafferty
Ciclopi, di Fritz Leiber
I nuovi tempi felici, di Fritz Leiber
L’inferno, di Larry Niven
Ecologia bilanciata, di James Schmitz
Dal cronosentiero di domani, di Clifford Simak
Devil car, di Roger Zelazny
l’ancora inedito Game, di Donald Barthelme
l’ancora inedito Lord Moon, di Jane Beauclerk
l’ancora inedito A few kindred spirits, di John Christopher
l’ancora inedito The house the Blakeneys built, di Avram Davidson
l’ancora inedito Of one mind, di James Durham
l’ancora inedito Better than ever, di Alex Kirs
l’ancora inedito The peacock king, di Larry McCombs e Ted White
l’ancora inedito Though a sparrow fall, di Scott Nichols
l’ancora inedito Wrong-way street, di Larry Niven
l’ancora inedito The mischief maker, di Richard Olin
l’ancora inedito A better mousehole, di Edgar Pangborn
l’ancora inedito A leader for yesteryear, di Mack Reynolds
l’ancora inedito Keep them happy, di Robert Rohrer
l’ancora inedito The eight billion, di Richard Wilson.

Nessun film o simile viene eletto vincitore: “Insufficient Nominations – Not on ballot”

Artista: vince Frank Frazetta, un mito.

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Zelazny è Zelazny. Ti ho mai detto che è il mio autore preferito, e quanto ho sofferto per il fatto che, arrivato verso l’ottavo libro del ciclo di Ambra, avevo capito che si era venduto l’anima per il denaro?

Ahà! Sei correo! Piace anche a te!

Ho finito solo il primo ciclo,se non erro quattro libri. Non mi ha fatto impazzire, ma era bello

1967

Contro la stupidità, però, dai, non c’è storia. Mentre il Nebula si accorge che non può portare 30 nomination per un racconto breve, e limita in questa edizione i candidati, l’Hugo fa l’opposto. Visto il bordello dei Nebula, si saranno detti, e noi chi siamo, i figli della serva aliena? Dunque, in questa edizione, una botta di candidati per l’Hugo.

Categoria romanzi: sono tre i premiati. Questo vince l’Hugo:

LA LUNA E' UNA SEVERA MAESTRA, di Robert Heinlein Recensione UnLibro

Questo vince il Nebula (ex-aequo)
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e pure questo vince il Nebula (ex-aequo)
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Gli sconfitti. Per gli Hugo, sono
Babel 17, di Samuel Delany
Fiori per Algernon, di Daniel Keyes
La stanza chiusa, di Randall Garrett (che quando lessi a suo tempo, mi parve bellissimo, chissà come è ora, a rileggerlo)
Le streghe di Karres, di James Schmitz
l’ancora inedito Day of the Minotaur, di Burnett Swann

Per il Nebula, i perdenti sono:
La Luna è una severa maestra, di Robert Heinlein
e basta.

La domanda sorge spontanea…chi ha ragione? Quale è il migliore? Come li mettiamo in ordine, i tre vincenti?
Temo, anzi credo che non abbia ragione l’Hugo e che comunque anche il Nebula non ci abbia preso del tutto.
Per me, non si discute, non c’è partita, tra i tre vince senza problemi Fiori per Algernon.
Secondo probabilmente Babel 17 e terzo, poco lontano dal secondo, Heinlein.

Fiori per Algernon è (quasi) un capolavoro. Dopo l’Hugo del 1960 come migliore racconto, l’autore riesce a trarne un romanzo senza perdere qualità, anzi, rendendolo ancora superiore. Keyes scrive benissimo (intendo veramente bene), e ciò è un ulteriore motivo di pregevolezza a una storia già di sè intrigante e affascinante. L’espediente di raccontare tutto sotto forma di diario è perfetto. La storia in sè tocca praticamente tutti i grandi temi dell’intimo sentire umano, con delicatezza e in modo estremamente convincente. La parabola intellettuale e emotiva del protagonista è una perla della letteratura mondiale.
Entrambe le giurie a mio parere hanno sbagliato.

Babel 17, scritto da un ragazzo (24 anni) è forse un po’ superiore a quello di Heinlein, un libriccino che lascia il segno, con alcune situazioni e alcuni personaggi difficilmente dimenticabili, ma pure, a mio parere, con alcune forzature (il rapporto amoroso della protagonista col Macellaio, ad esempio), con alcuni difetti nella tecnica descrittiva di Delany, con un colpevole che si capisce a 50 pagine dalla fine (almeno). Gli aspetti positivi sono però decisamente più importanti di quelli negativi, rimane un buon libro.

Heinlein dà sempre il via a un sacco di discussioni, c’è chi lo ama e chi lo odia. Io certe sue cose le apprezzo, altre meno. In La Luna è una severa maestra, si riassume la mia posizione. Bello all’inizio, molto bello nell’ultima parte (e in generale nella seconda parte), si appesantisce nella parte centrale, con alcuni “clichè” che mi hanno personalmente un po’ stancato. Ad esempio, si ritrova il classico terzetto: il Vecchio (e cioè, tutto sommato, RAH), il Giovane, protagonista e dotato solitamente di qualità fuori dalla norma (in questo caso il binomio Giovane – Computer) e la Gnocca, solitamente intelligente, sveglia, appunto gnocca e molto disponibile, sia col Giovane e se proprio proprio anche col Vecchio (anche se il Vecchio raramente o mai consuma). Tutto già visto e rivisto in Straniero in terra straniera, per dire. Così come già visti i rapporti familiari fuori dall’ordinario, qua però decisamente maturi, più interessanti e credibili che in altre opere. Come già visto è anche il confronto verbale con la Grande Organizzazione da parte dei protagonisti. Tutto ciò non toglie che comunque ritengo l’opera in questione non malvagia.

Romanzo breve: rimane assente per gli Hugo. Per il Nebula, vince
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Il romanzo di Vance andrebbe annoverato tra i suoi capolavori. Già Vance è un grande, e qua è al suo meglio. Stupendo racconto, ritengo ovvio e banale che raccolga tutti i premi possibili, solo una giuria di analfabeti non avrebbe capito la grandezza di L’ultimo castello. Splendido.

I naturalmente perdenti furono
L’alchimista, di Charles Harness
l’ancora inedito Clash of Star-kings, di Avram Davidson

Racconto. L’Hugo decide di aprire la categoria e premia L’ultimo castello, di Jack Vance. E ma come…vabbè, al tempo le categorie, evidentemente, non erano perfettamente definite. E dunque doppietta per Vance.
Per il Nebula, il migliore racconto è Lo chiamerai signore, di Gordon Dickson.

Già detto dell’opera di Vance, quella di Dickson è sicuramente un bel racconto, ben scritto, godibile, con i giusti tempi…quello di Vance, di più.

I perdenti. Per l’Hugo
Lo chiamerai signore, di Gordon Dickson
L’alchimista, di Charles Harness
Un ornamento alla sua professione, di Charles Harness
La casa delle rose, di Thomas Burnett Swann
Per un respiro io indugio, di Roger Zelazny
Quel momento della tempesta, di Roger Zelazny
l’ancora inedito Apology to Inky, di Robert Green
l’ancora inedito The eskimo invasion, di Hayden Howard

Perdenti Nebula:
Quel momento della tempesta, di Roger Zelazny
Un ornamento alla sua professione, di Charles Harness
l’ancora inedito Apology to Inky, di Robert Green
l’ancora inedito The eskimo invasion, di Hayden Howard
dunque pure peccato che i due iniediti siano tali, dato che furono finalisti per entrambi i premi.

Racconto breve. Vince l’Hugo Stella di neutroni, di Larry Niven.
Vince invece il Nebula Il posto segreto, di Richard McKenna.
Stella di neutroni è probabilmente meglio del racconto di McKenna, come dice la giuria dell’Hugo. Entrambi però non mi hanno entusiasmato, tanto che ritengo eccessivo un premio per il racconto di Niven e completamente fuori luogo un premio per il raccontino, appena sufficiente, di McKenna. Va detto che l’autore era scomparso da qualche anno e forse il Nebula pensò più a un premio alla memoria. Chissà.

Perdenti per l’Hugo.
Corsa di topi, di Raymond Jones
Il posto segreto, di Richard McKenna
Mister Burlone, di Fred Saberhagen
Luce di giorni passati, di Bob Shaw
Torna la forza, di Roger Zelazny
l’ancora inedito Man in his time, di Brian Aldiss
l’ancora inedito Delusions for a dragon slayer, di Harlan Ellison

Perdenti Nebula:
Luce di giorni passati, di Bob Shaw
l’ancora inedito Man in his time, di Brian Aldiss

Artista: vince Jack Gaughan.
Molto particolare, molto calato nei suoi anni.

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Infine, spettacoli e compagnia cantante. Vince L’ammutinamento, episodi 11 e 12 della prima stagione (in assoluto) di Star Trek.

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Gli altri in lizza erano
Al di là del tempo, episodio 4 Stagione 1 Star Trek
L’espediente della carbonite, episodio 10 Stagione 1 Star Trek
Viaggio allucinante (quello del sottomarino che viene reso minuscolo e iniettato nel corpo umano)
Fahrenheit 451, quello di Truffaut, celeberrimo.

La cosa assurda è che negli USA e in Canada certa gente “benpensante” ha cercato di rimuovere dalle biblioteche quest’opera (in alcuni casi riuscendoci, ad esempio in Pennsylvania e in Texas). Ma d’altra parte l’elenco delle censure o dei tentativi di censura negli States è lungo.

Magnifico!!

Le copertine sono bellissime

A me non è piaciuto poi così tanto. Mi ricordava molto il tagliaerbe di s. King e questo non me lo ha fatto godere a pieno.
Il finale è cattivo e triste

Il giorno che la terra prese fuoco è eccezionale. Cercatelo in streaming.
Fantascienza sociologica su come potrebbe reagire la popolazione di fronte a un evento naturale distruttivo.

L’orgia dell’acqua mi è rimasta impressa si da quando l’ho visto la prima volta da adolescente.
Spaventosa dal punto di vista sociologico.

Beh a parte che corrono quasi 40 anni di differenza, se non erro il racconto di King è completamente diverso dal film

Si può senz’altro criticare senza dover arrivare alla censura.