Premi Hugo e Nebula

1953
Esiste solo l’Hugo, e viene premiato solo il romanzo.
Vince

Gli altri? Altri non c’erano. Riporto QUA quello che scrissi DI LA’ (un po’ alla volta).
Il libro è bello, di facile lettura (pieno di dialoghi), veloce, fresco e interessante dopo tanti anni, non risente del tempo passato. Meritato il premio.

Premiate due storiche riviste, Galaxy e Astounding.

Artisti: premiato Ed Emshwiller

Immagini ingenue, retrò, piccanti…magnifiche. Guardate questa se non è bellissima

A pari merito, premiato Hannes Bok

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Stile particolare, no? qua sembra ispirato da Dalì…

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Premiato pure Virgin Finlay

Premiato infine come Number 1 Fan Personality…F. J. Ackerman, tra le altre cose inventore del termine SCI-FI , che fece ridere H. Ellison, che disse che più che un termine sembrava il rumore di grilli che trombano, al che lui rispose con bottoni con su scritto “Amo i grilli che copulano”. Un tipo un po’ goliardico, insomma.

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1954

Non c’è stato il premio.

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grazie!!!

Bisogna recuperare tutto il thread dal vecchio forum!!

io mi sono copiato i miei interventi…non so se è possibile riprendere tutto…

1955

Vince per il migliore romanzo

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Lo recuperai in una versione Cosmo Oro, pagando una decina di euro. Lo trovai brutto, pretenzioso, supponente, molte volte fa pure la predica, si dilunga, alcuni capitoli sono orrendi…insomma, siamo sul 4. Preferivo quello vincente il '54…ah non c’è?..esatto.

Fu premiato anche il migliore racconto:
Il mattatore, di Miller Jr. Qua invece siamo sul 5. Non è totalmente malvagio, ma anche qua, c’è giusto materiale per un raccontino breve, il tutto viene dilungato inutilmente, l’epilogo è imbarazzante e datatissimo. L’inizio è stiracchiato inutilmente, l’approfondimento psicologico, anche se meritevole, è ripetuto, è ridondante, stucchevole. Pareri miei, chiaro.

E fu premiato pure il migliore racconto breve:
Sarchiapone di Russell. Raccontino piacevolissimo, brillante, anche se prevedibile, rimane godibilissimo. Siamo sul 7.

In tutte le categorie non c’erano “nomination”.

Artista: Frank Kelly Freas…che dire, un altro grande.

sembra Jeff Hawke, no? Ora un capolavoro

tanto che i Queen lo ripresero per la copertina del loro LP News of the world

Torniamo a Freas

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Sembra una recensione babbanica. E scommetto che calza perfettamente.

Dunque è vero: non si vince sempre perché si ha fatto qualcosa di grande - a volte, anche a non essere parenti di qualcuno, basta non avere vera concorrenza (anche solo nel senso che la concorrenza non sia pervenuta in tempo).

1956

MIgliore romanzo, vince Stella doppia, di Heinlein.

Curioso come WIKI Italia non riporti i candidati, mentre WIKI ENG sì…Ma, non saranno mica i temutissimi (e squallidi) retro-Hugo? Sì, perchè a volte l’Hugo si è divertito a premiare annate del passato, un po’ come fare delle previsioni del tempo di ieri, di solito ci prendi, no? Roba di rara tristezza, per me.

Per togliere ogni dubbio, mi sono letto il simpatico giornalino noto come The Journal of the world science fiction society, vol. 14, n.3, dedicata alla Convention del premio in questione.
Ebbene, ha ragione WIKI ENG, dunque, cosa che non feci DI LA’, ecco DI QUA i candidati del tempo:
Wade Harper, investigatore, di Eric Frank Russell
La fine dell’eternità, di Isaac Asimov
Non sarà per agosto, di Cyril Kornbluth
La città proibita, di Leigh Brackett

Come detto, vince invece questo

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Non un capolavoro, annotai. Così lo descrissi:“Che dire, un libro con pregi ma anche difetti. E’ un crescendo (in meglio), l’inizio un po’ farraginoso, allungato, con un protagonista che vuol essere simpaticone ma non lo è proprio. Le cose migliorano parecchio nel seguito, anche se tutto sommato diviene un po’ ripetitivo nelle situazioni, fino al prevedibile (almeno da 100 pagine) finale.
Tutto il resto è buono: la prosa fluida e sempre precisa, i personaggi ben delineati, il “realismo” delle situazioni, con un mutare credibile e ben approfondito (anche se un pelo ripetitivo, mi ripeto). Il tempo è stato abbastanza galantuomo, tranne qualche cosa inevitabile (i marziani, le bobine magnetiche, etc…).”

Racconto: vince Squadra di esplorazione, di Murray Leinster.

Siamo davanti a un classico bel racconto di purissima SF, solido, avventuroso, ricco d’azione, intelligente, ben scritto, magari un po’ “monomaniaco” nel parlare male dei robot, ma decisamente godibile e consigliato.

Ancora, citerò i candidati, cosa che non feci DI LA’ e che non fa neppure WIKI ITA
Un fucile da dinosauri, di L. Sprague de Camp
Traversata luminosa, di Alan Nourse
L’ancora inedito Home there’s no returning, di Henry Kuttner e C.L. Moore
Il vegano, di Eric Frank Russell
L’ancora inedito The assistant self, di F.L. Wallace
La fine dell’estate, di Algis Budrys
Chi?, di Theodore Sturgeon

Racconto breve, vince La stella, di Arthur Clarke

Da un’ottima intuizione Clarke sviluppa questo raccontino di ottima SF, ben costruito (anche se tale costruzione è un po’ troppo visibile) fino all’inquietante finale. Oggi è un filino datato, comunque ancora godibilissimo. Ma non lo chiamerei capolavoro.

Stesso discorso di prima per i candidati, che furono
La fine del mondo, di F.L. Wallace
Il re della collina, di James Blish
Homo non descriptus, di Algis Budrys
Il gioco del topo e del draco, di Cordwainer Smith
Il dragone, di Ray Bradbury
Una storia di spie, di Robert Sheckley
Twink, di Theodore Sturgeon

Per l’artista, vince ancora Freas (v. sopra); bravissimi a nominare il quasi sconosciuto Robert Silverberg come autore più promettente.

Grazie del lavoro che stai facendo, anche solo di “trasloco”; è molto interessante.

1957

Molto semplice, vengono premiate solo delle riviste.

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In realtà faccio anche un po’ di revisione e sistemazione, poi di qua è una pacchia mettere le immagini.

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1958

Si parla di crisi della SF, un argomento in pratica sempiterno. Fatto sta che nuovamente non ci sono i candidati, solo i vincenti. Nel senso che proprio non furono comunicati nè calcolati nè passati alla storia. Edizione solo poco più interessante di quella del '57, insomma…

Vince per il migliore romanzo Il grande tempo, di Fritz Leiber.

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Questo romanzo, a mio parere, ha più difetti che pregi. Ok, l’intuizione di base è geniale, l’unità di luogo è originale, pure un po’ pallosa, la scrittura in prima persona femminile è ancora più originale, direi. Ed è anche SF piuttosto “adulta”.
Per il resto, troppe, veramente troppe le domande rimaste in sospeso. Mi chiedevo, leggendo, dove andasse a parare Leiber: da nessuna parte. Il finale è tra i più brutti letti; credo che lo stesso autore non avesse idea di come uscirne. Visto che si parla di Grande e Piccolo Tempo, direi che anche qua c’è una Grande Storia, quella esterna, appena tratteggiata e sprecata, non essendo stata sviluppata; c’è poi la Piccola Storia raccontata, noiosetta e bruttina. Fatica ad arrivare a uns sufficienza.

Si premia poi il migliore racconto breve: Se tutte le ostriche dei mari di Avram Davidson.
Onesto, direi fanta - horror più che altro, senza particolari lodi e senza particolare infamia.

Si premia poi a sorpresa un film: Radiazione BX distruzione uomo (cervellotico titolo italiano di The incredible shrinking man). Devo averlo visto da piccolo.

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Qua svelato qualche trucco:

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Artisti, vince ancora Freas.

Rimembro.
Ero molto, molto giovane anch’io e mi era piaciuto. Non oso rivederlo adesso, che poi mi sciupo il ricordo.

Credo di averlo visto anch’io, anche se ricordo meglio scene simili in film e telefilm successivi (chi si ricorda quando il protagonista di “Strega per amore” viene rimpicciolito e rischia di essere pappato da un gatto? :smile_cat: Evidente citazione del film, tra l’altro).

P. S. Comunque il film fu scritto da Richard Matheson, scusate se è poco…

“I was continuing to shrink, to become… what? The infinitesimal? What was I? Still a human being? Or was I the man of the future? If there were other bursts of radiation, other clouds drifting across seas and continents, would other beings follow me into this vast new world? So close - the infinitesimal and the infinite. But suddenly, I knew they were really the two ends of the same concept. The unbelievably small and the unbelievably vast eventually meet - like the closing of a gigantic circle. I looked up, as if somehow I would grasp the heavens. The universe, worlds beyond number, God’s silver tapestry spread across the night. And in that moment, I knew the answer to the riddle of the infinite. I had thought in terms of man’s own limited dimension. I had presumed upon nature. That existence begins and ends is man’s conception, not nature’s. And I felt my body dwindling, melting, becoming nothing. My fears melted away. And in their place came acceptance. All this vast majesty of creation, it had to mean something. And then I meant something, too. Yes, smaller than the smallest, I meant something, too. To God, there is no zero. I still exist!”

1959 chiudiamo gli anni '50, con una certa quale crisi del genere letterario.

Per il romanzo, vince l’Hugo

Romanzo che lascia un po’ perplessi. Innanzitutto una premessa: Blish sa scrivere, e pure bene. E’ netta subito l’impressione di avere a che fare con uno scrittore talentuoso. Ma che scrive? Qua per 100 - 110 pagine siamo in un’ottima SF, veramente di alto livello… poi va tutto in vacca. Non faccio spoiler, ma il motivo per cui viene presa una certa decisione importante è una stupidaggine cosmica, e se forse era verosimile nel 1959, oggi appare una stupidaggine imperdonabile.
Altro difetto, Blish si avventura poi a fare il “futurologo”, e sbaglia su tutta la linea. La società descritta (in teoria società del 2050) non è così. Che ne so io del 2050? E’ che tale società descritta è già superata adesso. Magari ha ragione lui, ma chissà, non credo… fatto sta che anche a livello “previsivo - tecnologico” non ne azzecca una che sia una, figurati se nel 2050 uno deve ricevere la posta - razzo da un continente all’altro, quando oggi si può leggere un e-mail, anche con dispositivi portatili.
La mancia che lascia il protagonista a Roma (lit. 1.000), anche pensando a una traduzione dubbia, fa anche sorridere (mi sa che nel 2050 neanche la Banca d’Italia ti cambia le lire in euro, e poi mille lire, che braccino corto)…e così via.
Peccato, a mio parere poteva essere un grande libro; così, comunque, gli riconosco vari pregi e alla fine il giudizio complessivo IMO, è sul 7.

I candidati perdenti erano:
l’ancora oggi inedito The enemy stars, di Poul Anderson
Incognita uomo, di Algis Budrys
La tuta spaziale, di Robert Heinlein
Anonima Aldilà, di Robert Sheckley

Il migliore racconto è L’aia grande, di Clifford Simak.
Racconto esente da pecche. Bello, bello in tutto, il classico racconto che fa re - innamorare della Fantascienza. Non troppo lontano dal capolavoro.

Gli altri erano:
l’ancora inedito Unwillingly to school, di Pauline Ashwell
Prigionia, di Zenna Henderson
Nave squalo, di CM Kornbluth
Un ufficio pieno di ragazze, di Fritz Leiber
La seconda partita, di Katherine MacLean e Charles De Vet
l’ancora inedito Rat in the skull, di Rog Phillips
L’uomo dei miracoli, di Jack Vance

Il migliore racconto breve è, per l’Hugo, Diretto per l’Inferno, di Robert Bloch.
Piacevole racconto, non c’è tanta SF, ma molto fantastico. Divertente, ricorda al contrario il film La vita è meravigliosa. Bel raccontino.

Gli altri erano un sacco:
l’ancora inedito They’ve been working on…, di Anton Baker
L’uomo che uccise Maometto, di Alfred Bester
l’ancora inedito Triggerman, di JF Bone
UFO per la coda, di Algis Budrys
L’avvento sul Canale Dodici, di CM Kornbluth
Teoria missilistica, di CM Kornbluth
Rump - titty - titty - tum - tah - tì!, di Fritz Leiber (è in italiano, titolo quasi uguale in inglese)
l’ancora inedito Space to swing a cat, di Stanley Mullen
l’ancora inedito Nine yards of other cloth, di Manly Wellman

Artista, vince ancora Freas.

Chiudono gli anni '50, scrivevo, con l’Hugo che non è che avesse premiato chissà che gran romanzi, se non L’uomo disintegrato.
Purtroppo alcuni grandi libri erano sì degli anni Cinquanta ma erano precedenti al premio, vedi Cristalli sognanti, Cronache marziane, Le armi di Isher, I mercanti dello spazio, Stella doppia 61 Cygni, e così via.
Però, spoiler, il premio si risolleverà alla grande coi romanzi indimenticabili degli anni '60.

S’intende in Italia?

:smile:

Questa è una domanda che fece anche Jonny, ma è chiaro che dico in Italia, non credo che siano libri rimasti nel cassetto… :wink:

Se li hanno candidati, furono pubblicati.

1960

Si inizia col botto, viene premiato con l’Hugo per il migliore romanzo

L’unica discussione seria che si può fare a mio parere su questo romanzo è se sia o meno un capolavoro, ogni altra diatriba sul valore artistico mi sembrerebbe fuori luogo.
Io propendo più per il capolavoro, per vari motivi. La prosa è eccellente, tutta in prima persona, con vari flashback che quasi mai appesantiscono l’esposizione, con i quali l’autore ci fa presente la società e spesso anche i suoi pensieri. La storia, ancora leggibilissima e attualissima, conquista e non molla un attimo. Lasciamo da parte il pur divertente film con lo stesso titolo: in realtà il film prende SPUNTO dal libro, di cui a volte è fedele e a volte si distacca e anche parecchio.
L’opera propone nel complesso una montagna di spunti di discussione: notariamente è stata tacciata di fascismo (e Heinlein, pare, fece fatica a pubblicarla), cosa che non mi trova d’accordo per nulla, anzi, mi sembra superficiale bollarla così. Non ho trovato, invece, traccia di umorismo e satira verso il militarismo (come al contrario, paradossalmente, altri sostengono), se non quello sporadico del protagonista (memorabile quando dice che il campus militare è dedicato a qualcuno che non conosce, ma che a suo dire deve essere stato un maratoneta, visto quanto facevano correre lui e le altre matricole).
Va ricordato, a mio modesto parere, che la Fanteria dello spazio descritta non è paragonabile a una fanteria di oggi, ma piuttosto a un corpo d’elite, come potrebbero essere i parà, al limite. Inoltre è un’opera di fantasia, geniale ma in alcuni casi discutibile riguardo alle operazioni militari, vedi gli ufficiali che sbarcano per primi.
Comunque è opera tale che non si può trattare in queste poche righe. Classico da leggere senza se e senza ma, poi piaccia o meno sono gusti personali…ma non può mancare.

Gli altri furono
Il mercenario di Dorsai, di Gordon Dickson
I pirati di Zan, di Murray Leinster
I dominatori del pensiero, di Randall Garrett e Laurence Janifer
Le sirene di Titano, di Kurt Vonnegut

Per il migliore racconto breve, vince Fiori per Algernon, di Daniel Keyes.

Racconto bellissimo e celeberrimo, diventato un classico della letteratura americana, viene fatto leggere nelle scuole ed è in effetti un ottimo lavoro. Imperdibile, più avanti verrà tramutato in un romanzo, imperdibile anche lui.

Gli altri erano
Un dio dal passato, di PJ Farmer
L’uomo PI, di Alfred Bester
L’uomo che vide svanire il mare, di Theodore Sturgeon
l’ancora inedito Cat and mouse, di Ralph Williams

Artista, vince ancora Emshwiller, vedi sopra.

Cinema tv e affini: vince Ai confini della realtà, prima stagione, con la bellezza di 36 episodi, dal 2/10/1959 (in Italia dal 14/1/1971).

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Dimenticavo i battuti
La fine del mondo
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The turn of the scew, terzo episodio della serie tv Startime
Murder and the android, quinto episodio della serie tv Sunday Showcase
Men into space, serie tv.

Sì, ma in inglese possono essere stati pubblicati solo in rivista e non in volume. Almeno questo è quanto ricordo per alcuni titoli.

P. S. Con quelle foto mi fai venire voglia di rivedere Ai confini della realtà. :grin:

Fanteria dello spazio.

Ero giovane, ma qualcosa ricordo ancora.

Sì, tipo i parà o qualche corpo incursore. Certo, si parla di vita militare, stile “combattere, obbedire e”, forse, anche “credere”: normale che sia visto come “non di sinistra”, anzi, diciamo pure tendente a destra. Però scritto molto bene, senz’altro. Voto capolavoro di fantascienza anch’io.

1961

Mentre si discute su chi abbia ucciso la fantascienza (nel 1961!!!), vince l’Hugo per il migliore romanzo quello che secondo me è tra i più bei libri di SF di sempre:

Il vincitore è un capolavoro, e ci sarebbe poco da aggiungere. L’aggettivo che mi viene in mente è “indimenticabile”, nel senso che difficilmente si può dimenticare quest’opera e i suoi protagonisti.
Se proprio vogliamo trovare difetti, c’è un inizio un po’ faticoso, qualche punto un po’ ridondante… potrebbe non piacere alle lettrici, stante la quasi totale assenza di protagoniste, se non verso la fine…
Ma in definitiva, stiamo parlando a mio parere di piccolezze, davanti alla grande bellezza di questo romanzo. Splendido, finora certamente il più bello tra quelli vincitori.
Anche qua, lettura obbligatoria. Poi, de gustibus, ma prima, obbligatoria.

Gli altri erano:
Crociata spaziale, di Poul Anderson
Il satellite proibito, di Algis Budrys
Pianeta impossibile, di Harry Harrison
Venere più X, di Theodore Sturgeon

Il migliore racconto breve premia Il viaggio più lungo, di Poul Anderson.
Raccontino di routine, forse neanche arriva a una sufficienza.

Gli altri erano
Gente, di Theodore Sturgeon
Il fratello di mia sorella, di PJ Farmer
L’ancora inedito The lost Kafoozalum, di Pauline Ashwell

Artista: Emshwiller, vedi sempre sopra.

Film e compagnia bella: Ai confini della realtà, Stagione 2.
Gli episodi scesero, si fa per dire, a 29.


Riconosciuto??

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Un’occhiata ai candidati:
Il villaggio dei dannati

L’uomo che visse nel futuro

Ops, devo sistemare i candidati anche del 1960