L'ultimo libro letto

Mah, lo trovo in qualche modo sorprendentemente divertente.
Cioè, non mi fraintendete: è davvero un RANT tremendo sullo stile di vita russo dell’800. C’è questa voce narrante che si lamenta del mal di denti, confessa di essere noioso, provocatorio, poi fa tutta una digressione su come col cavolo che la civiltà ci abbia reso migliori.

Per esempio:

Poiché sostenere una teoria di rinnovamento di tutto il genere umano basandosi su un sistema di vantaggi personali, ecco, per me è già… be’, come sostenere, per esempio, sulle orme di Buckle,8 che con la civiltà l’uomo si umanizza e di conseguenza diventa meno sanguinario e meno incline alle guerre. La sua è una deduzione logica. Ma l’uomo ha una tale passione per il sistema e per la deduzione logica che è disposto ad alterare consapevolmente la verità, a non vedere il vedibile, a non udire l’udibile pur di legittimare la propria logica. Prendo questo esempio perché è un esempio chiarissimo. Guardatevi un po’ intorno: il sangue scorre a fiumi, ma allegramente, come se fosse champagne; eccovi il nostro diciannovesimo secolo, nel quale è vissuto anche Buckle. Eccovi Napoleone: il grande e quello attuale. Eccovi l’America del Nord imperitura federazione. […] La civiltà ha reso l’uomo se non più sanguinario, almeno peggiore, più ignobilmente sanguinario di prima. Prima egli vedeva una giustizia nello spargimento di sangue, e sterminava chi doveva con la coscienza tranquilla. Ora, sebbene noi si consideri che lo spargimento di sangue sia una turpitudine, tuttavia ci dedichiamo a questa turpitudine molto più di prima.

Sintetizzato tutto in una singola frase:

Perché l’uomo è stupido; un fenomeno di stupidità.

Poi dopo pagine di questo pippone, arriva un nuovo capitolo che apre così.

IX
Signori, io, naturalmente, scherzo, e lo so anch’io che scherzo stupidamente, perché non si può neppure prendere tutto per scherzo. Forse scherzo digrignando i denti. Signori, ci sono problemi che mi tormentano: risolvetemeli, vi prego. Ecco voi, per esempio, volete distogliere un uomo da vecchie consuetudini e correggerlo con la volontà secondo le esigenze della scienza e del limpido pensiero. Ma perché voi siete sicuri che un uomo non solo si può ma si deve trasformare? Donde traete la conclusione che sia indispensabile correggere la volontà dell’uomo? Insomma, come fate a sapere che tale correzione produca realmente un vantaggio per l’uomo?

Cioè, è tutto un continuo saliscendi, un digrignare di denti, e poi un’ammissione di colpa, per poi riprendere con digrignare denti su un altro tema, o magari anche sullo stesso.

Tutto così umano, ma, in modo terrificante, così attuale.

Perché son passati 200 anni ma potrebbe esser stato scritto oggi.

E anzi, forse anche profetico: Dostoevskij non aveva vissuto la storia delle due guerre mondiali, dell’atomica, della guerra raccontata in diretta sui social. Eppure è come se la descrivesse o, almeno, la profetizzasse.

Sono affascinato da questo testo, difficile e probabilmente assai pesante (ammetto che a tratti mi ritrovo a pensare ad altro eh).

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Recentemente ho letto
Trust di Hernan Diaz, premio Pultizer 2023, considerato dalla critica uno dei migliori libri del 2022.
Romanzo molto particolare, costituito da 4 versioni della stessa storia, ognuna narrata da un punto di vista particolare, nessuno completo.
Da un lato abbiamo la storia di questo grande finanziere nell’america del primo novecento, dall’altro il concetto di verità. L’autore si esercita nell’intrecciare i due elementi per creare una visione multiforme della realtà.

The Silverblood Promise di James Logan, fantasy avventuroso, non eccessivamente originale, ma piacevole e dal ritmo veloce.

Uno di questi giorni cerco di fare le schede per la biblioteca.

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Mi fa venire in mente Rashomon, ma immagino che sarà un po’ diverso. :grin:

Finito Ivanhoe, di Walter Scott (1819, da noi 1829).

Tomone sulle 500+ pagine, ci mette un tantino a scaldare i motori, poi però è tutta una corsa.
E’ un romanzo storico, ambientato in Inghilterra ai tempi di Riccardo Cuor di Leone e di Giovanni Senzaterra.
Della trama, non aggiungo e non spoilero, dato che lo invito a leggere, questo bel libro a cui alla fine do un bell’8.
Scott è famoso principalmente per questo, per quanto altri suoi titoli faranno venire alla mente qualcosa. Romanzo storico, ho detto. Non è forse il primo romanzo storico della Storia (pardon), ma è probabilmente con Scott e con questo Ivanhoe che si inizia a fare sul serio. Qua vengono poste le basi per tutti gli altri, dato anche il grande successo che riscosse immediatamente (Scott scrisse sotto pseudonimo, era un po’ una vergogna scrivere “romanzetti”, anche se alla faccia dei romanzetti).
Insomma ringraziamo Ivanhoe se poi ci sono stati I promessi sposi (Manzoni ovviamente conosceva Ivanhoe), Il gattopardo, Il nome della rosa, e tanti altri in tutto il mondo.
Di questo, che dire, figure indimenticabili, cattivi proprio cattivi, onore, cavalleria, antisemitismo a fiumi (ma attenzione, non da parte dell’Autore!), duelli, scontri, assedi, colpi di scena, un parlare forbito e fighissimo, talvolta pure una certa ironia…una lettura di quella da fare, prima o poi.

Ma quello che facevano leggere alle medie, è la versione integrale? Perché io non me lo ricordo così lungo…

Nei giorni scorsi ho letto L’altra valle di Scott Alexander Howards. L’idea di partenza è molto bella: un mondo in cui la gente vive in un’unica cittadina nel mezzo di una valle. Spostandosi verso est o verso ovest, si incontrano altre valli identiche a quella centrale, eccetto che sono sfasate di vent’anni nel passato o nel futuro. Ovviamente ciascuna valle si considera la “centrale”. Gli spostamenti tra una valle e l’altra sono permessi solo in situazioni eccezionali, perché ogni cambiamento rischia di cancellare l’intera linea temporale.

Lo spunto secondo me è bellissimo, ma è da segnalare che il libro non è fantascienza/fantasy speculativo. La narrazione si concentra molto di più sull’esplorazione dell’emotività dei protagonisti.

Purtroppo dopo una prima metà molto bella, la storia mi ha deluso un po’. Diciamo che da metà libro in poi è evidente che succederà una certa cosa, per cui io mi aspettavo: “Ok, adesso la faranno succedere verso i due terzi e da lì partirà un rollercoaster di eventi inaspettati”, e invece quella cosa viene usata come climax dell’intera storia e in mezzo ci sono pagine e pagine di qualcosa che per me va molto vicino al misery porn su quanto vanno male le vite dei protagonisti.

Detto questo, ripeto che l’idea centrale si avvicina alla perfezione nel campo degli spunti per mondi di fantasia: un concetto semplice e chiaro, facile da capire anche visivamente ma con moltissime possibili implicazioni.

In seguito ho letto Blackout di Gianluca Morozzi. Genere completamente diverso: thriller/horror urbano su tre persone che rimangono chiuse in un ascensore per ore. Due sono relativamente normali, il terzo è un serial killer psicotico e armato (e, forse altrettanto grave, proprietario di un bar per ricchi fighetti).

Storia abbastanza breve, che viaggia su binari tutto sommato prevedibili, eppure mi ha preso molto. Lo stile dell’autore mi ha incuriosito abbastanza da farmi prendere subito dopo un altro suo libro, Dov’è finita la Neve, una sorta di giallo abbastanza scanzonato e sopra le righe, che mi sta piacendo parecchio.

Da segnalare che entrambi i libri sono ambientati a Bologna e abbastanza intrisi di bolognesità contemporanea, forse parte della ragione per cui già a pelle li ho amati.

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Invece ho finito Underground di Murakami, libro inchiesta sul famoso attentato al sarin della metropolitana di Tokyo, prima intervistando svariate vittime poi alcuni ex adepti del culto.

Non un romanzo ma non lo sapevo: se la prima parte è lo spaccato di una società opprimente con vite piccole ma spesso assai diverse, quindi tutto sommato banali e poco interessanti, la seconda invece parla di reietti, di persone che volevano una vita più profonda e sono stati scacciati per trovare rifugio, chi più chi meno, in una comunità che invece era fondato su tutt’altro. Sono persone spesso tormentate e piene di dubbi filosofici, persone che cercavano la pace interiore, che volevano essere asceti. Molti ce l’hanno fatta, altri sono rimasti invischiati nel lato oscuro di Aum, mentre sappiamo poco invece degli esecutori materiali, ossia il vero abisso di Aum, che per l’autore è un problema della società stessa.

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Se per caso avessi voglia, potresti inserire la scheda nell’apposita sezione biblioteca Biblioteca ..

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Quando ho tempo ci guardo!

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Giorni fa ho terminato “memorie del sottosuolo” di Dostoevskij e devo dire che mi è piaciuto. Strano, perché l’impianto è in generale fuori dell’ordinario, suddiviso in due parti distinte, la prima in cui il protagonista si presenta con una sorta di lamentazione su qualunque argomento della società russa. Nella seconda parte si racconta di una sua vendetta, verso una innocente, una povera ragazza su cui egli sfoga tutta la sua repressa frustrazione.
Un opera strana, raccontata con uno stile davvero elegante.
Di più non saprei dire. A dire il vero non so neanche perché mi sia piaciuto. Il protagonista in fondo è uno stronzo, un mentecatto, bastonato dalla vita e falla società russa, che però si comporta da pari dei suoi carnefici, e quindi non stimola alcuna pietà o compatimento.

(Forse a ripensarci, le due parti andrebbero lette in ordine contrario. Boh)

Ho iniziato il famoso “1Q84” di Murakami.
Primi due capitoli per un totale di 50 pagine (su un totale di 900, sono due libri) andati via come due bicchieri di rosolio.

In realtà i libri sono 3, solo che la pubblicazione non è esattamente logica, quindi al momento mi pare che l’edizione più comune sia quella con un volume con i primi due libri e un volume con il terzo :face_with_raised_eyebrow:

Quindi se non hai questa edizione ti manca la fine del romanzo :innocent:

L’ho preso in saldo su Amazon Kindle, e si, manca l’ultimo.

Carino 1Q84, l’ho preso in edicola, ma non trovo M. eclatante.

Ho trovato su eBay il cofanetto. Credo sia un libro candidato per l’acquisto compulsivo.
(Ieri letti due capitoli come se nulla fosse.)

Aggiunta in biblioteca la scheda di Despero, la mia ultima lettura! (Sempre di Morozzi, sempre libro bolognesissimo, stavolta epopea di una rock band sfigatissima)

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Non è una prima lettura, ma ho appena riletto Mattatoio n° 5 di Kurt Vonnegut. C’è poco da dire, tutte le cose buone che si dicono di lui sono vere. Consiglio a tutti, a prescindere dai gusti personali, di provare almeno uno dei suoi romanzi (forse Madre Notte è il migliore come primo approccio?).

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Tra l’altro presenta l’idea dell’eternalismo, che sta di nuovo affiorando qua e là in varie opere letterarie.

Spinto da questo momento d’amore per Vonnegut, ho provato anche La colazione dei campioni, un suo libro un po’ meno famoso. Purtroppo, non mi sta prendendo per niente. Le caratteristiche tipiche dell’autore (lo humor nero, il pessimismo, la metafiction, il saltare un po’ di palo in frasca mentre racconta), che altrove si sposano molto bene con le sue storie, qua mi sembrano esagerate oltre ogni limite e diventano irritanti.

Poi oh, rimane bravo abbastanza che anche così è un libro pieno di idee interessanti e brani piacevoli, però - almeno per me - manca un collante interessante che li tenga insieme e faccia venir voglia di andare avanti.

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Attraversare i muri
di Marina Abramivic

Ho iniziato a leggere questo libro per addentrarmi nel mondo delle performance di Marina Abramović e capire cosa le rende arte. Il volume descrive azioni estreme, come puntarsi una freccia al cuore, farsi puntare una pistola alla testa o persino mettere a rischio la propria incolumità di fronte al pubblico. È un racconto di una vita sorprendente e di una visione della realtà davvero unica. Se si vuole comprendere appieno la sua arte, è essenziale prima capire la Abramović stessa. Questa lettura mi ha fatto rivalutare profondamente l’artista.
Vi consiglio il libro.

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Interessante, io non ho ancora una opinione su di lei, non so se sia solo una paracula o una erede dell’attivismo viennese, che era decisamente estremo.

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