Libri di fantascienza - Cosa state leggendo?

Ho ritirato fuori “Isole nella rete” di Sterling.

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Ho finalmente terminato Dracula, di Bram Stoker (1897).

Non l’avevo mai letto, e ne è valsa la pena. Faccio subito il confronto tra mostri: meglio Dracula di Frankenstein (come libri). Quest’ultimo l’avevo trovato più importante che bello, come dissi al tempo.
Dracula è scritto decisamente meglio, ed è superiore. Non è esente da difetti, chiaro. E’ troppo lungo (nella mia versione, più di 400 pagine) anche se non sono le pagine a dire se un libro è lungo o meno, ma la loro utilità alla storia…e qua una sforbiciata non sarebbe stata inutile.
Vero è che è anche figlio del suo tempo, e va bene così. Per questo, immagino, c’è il secondo difetto, cioè una certa ingenuità. Sia scientifica, inevitabilmente (vedi le trasfusioni di sangue, che vanno tutte a buon fine, ma gran culo, perchè nessuno si preoccupa di controllare i gruppi sanguigni…che verranno scoperti solo 4 anni dopo, per inciso); sia nel comportamento delle persone, molto stile Ottocento, ma probabilmente illustrato come specchio della vita reale del tempo.
Come è noto, il libro è definito come una serie ininterrotta di diari, tenuti via via dai vari personaggi, che così descrivono quanto succede e che si alternano nelle varie compilazioni. Viene fatto intendere, insomma, che l’Autore abbia solo scelto qua è là pezzi dei vari diari, ricostruendo così l’intera storia.
Storia che è bene nota, gli ultimi film sono rimasti più fedeli al testo originale, dunque da quel lato non ci sono state sorprese.
Bello, insomma, lo consiglio, una lettura che probabilmente VA fatta, prima o poi.
Sul mito creato dal libro, su Dracula, i vampiri, etc…non serve poi dire altro, è una moda che pare intramontabile.

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Eh, lo dico a me che ho deciso di finire il mega tomo della Newton Compton sui racconti dei vampiri, dall’800 in poi (per cui anche Polidori, Gogol ecc) che sono mille pagine, alte il doppio del normale e pure fitte…

Dopo una pausa dalla sf ho appena concluso capolinea per le stelle molto carino, mi è piaciuto

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Letto la trilogia, sfocia nello YA ma bella. :slight_smile:

quindi c’è un terzo capitolo …
ma si trova in italiano?

No, mi son confuso io, sono due libri.

Rettifico, c’è anche un terzo libro, ma non l’ho letto.

Comunque nel secondo la storia si conclude.

“messaggio eliminato dall’autore” non lo conosco, di chi è? :smiley:

Dell’autore.

Giusto, che sbadato che sono.

Ho iniziato “L’elenco telefonico di Atlantide”

Ah controlleresti chi c’è sotto la voce “Dell’Autore”? sono curioso!

Scherzi a parte, tanto so cosa diceva il messaggio. Il libro invece come è?

Ho postato un link, ma non sapevo se l’autore avesse i pieni diritti o l’avesse lasciato sotto qualche forma di licenza. Nel dubbio l’ho cancellato.

Nel viaggio tra andata e ritorno, e quando ero stanco, mi sono letto Diamanti e Turchesi, una coppia di racconti lunghi di Aleyster >Reynolds, su un Urania dell’anno scorso (o poco più).
Molto belli, semplici nella struttura, intriganti nell’ambientazione comune (la città cratere, i giocolieri cosmici), belle le idee.

Febbre di potere , di Missiroli.
Non male, anche se il protagonista sta un po’ troppo innamorato della moglie. Che uno alla fine se lo chiede: ma l’autore sarà sposato? Non con una stampate, intendo…

Dunque mi sono finito Il mondo perduto, di Conan Doyle (1912).

Beh wow. La differenza con quanto scritto oggi è abissale. E’ meglio, è peggio?
Mah, è diverso. Ad esempio, introspezione psicologica, zero. Sia chiaro, i personaggi sono perfettamente delineati, e chiaramente, le emozioni e i caratteri, come andava un tempo, sono decisi, ben poco sfumati, o per nulla.
Libro di pura azione, senza orpelli, senza quelle centinaia di pagine inutili dove le vicende e i personaggi affogano, mentre inutilmente chiedono aiuto all’Autore o lo mandano proprio a cagare.
Sì, ma il libro come è? Beh, il libro è una figata pazzesca, chiaro. Restituisce quel gusto dell’avventura, di una volta, oggi smarrito, oggi che gli autori si dicono oddio, ma non è che ora si offendono tutti? (Geniale, l’altro giorno, Il meno giovane e il mare)
Poi è figlio del suo tempo, è chiaro, ma chi lo legge lo sa, a meno di non essere un subumano, se il prezioso aiutante della spedizione viene chiamato “negro”, dall’autore, e dal traduttore, erano gli anni Dieci del Novecento, nessuno vuole offendere nessuno.
Insomma, 250 pagine che divori, molto bello, ottimamente scritto e descritto, narra di questo studioso, il professore Challenger, non creduto, che sfida la scienza ad andare a vedere se veramente in mezzo alla foresta amazzonica non ci sono ancora dinosauri vivi, che lui li aveva intravisti, invece!
Il libro narra di questa piccola spedizione, non voglio fare spoiler.
Ecco, il professore Challenger è una figura fantastica, un personaggio super fichissimo. Ti manda a cagare ma con linguaggio elegante e forbito. Un super EGO che non considera nessuno alla sua altezza, di cultura tra il vastissimo e l’infinito, con un fisico da centro NBA e una forza fisica terribile:

Sedeva su una sedia girevole dietro un ampio tavolo, coperto da libri, carte geografiche e diagrammi. Appena entrai, la sedia girò su se stessa a fronteggiarmi. Il suo aspetto mi lasciò boccheggiante. Ero preparato a qualcosa di insolito, ma non a una personalità così soverchiante.
Erano le sue dimensioni che toglievano il respiro; le sue dimensioni e la sua aria imponente. La testa era enorme, la più grande che avessi mai visto in un essere umano. Sono sicuro che il suo cappello a tuba, se mi fossi azzardato a infilarmelo, mi sarebbe scivolato completamente fermandomisi sulle spalle. Aveva la faccia e la barba che associo mentalmente alla immagine di un toro assiro; la prima florida, la seconda così nera da avere quasi una punta di azzurro, a forma di pala e ondeggiante giù per il torace. I capelli erano bizzarri, incollati davanti in una lunga ciocca che descriveva una curva sulla sua fronte massiccia. Gli occhi erano grigioazzurri sotto grandi, neri ciuffi, molto chiari, molto critici, e molto autoritari. Un’enorme ampiezza di spalle e un torace a botte erano le altre parti del suo corpo che comparivano al di sopra del tavolo, oltre a due enormi mani coperte da lunghi peli neri. Questo, e la voce muggente, ruggente, rombante, costituirono la mia prima impressione del notorio professor Challenger.

  • Beh? - disse, con un’occhiata estremamente insolente - . Che c’è?

Tutti i lettori amarono il personaggio e l’Autore in seguito lo ripropose altrove. Vabbè, se volete riscoprire la SF d’oro quando ancora la SF non esisteva, eccoci qua, il libro lo consiglio molto.

Io ho letto da qualche parte “Biancaneve e i 7 uomini non alti

Letto un po’ di roba, ma aggiorno poco.
Finito innanzitutto Luminous, di Greg Egan, racconti brevi e quasi romanzi di hard-SF, pieni di idee, visioni, dilemmi, problemi, invenzioni. Mi è piaciuto un sacco, a volte certe cose erano anche difficili da capire, ma gente campa.con un terzo di quanto butta dentro un racconto singolo.
Ho letto anche Sonderkommando Auschwitz, di Shlomo Venezia. Duro, una testimonianza senza fronzoli.

In dirittura di arrivo il mammuth della Newton Compton sui vampiri. Gli ultimi, quelli “moderni” soni fatti bene, con interessanti variazioni sul tema. Siamo sempre prima del revisionismo della Rice, ma abbiamo anche le.prima versioni FS dei vampiri con Van Vogt, ad esempio.
Ora sto leggendo sia un numero di Clarksworld che Il Cimitero di Praga, di Umberto Eco.

Ni.

Era linguaggio comune, ma il sottotesto che i negri non fossero esattamente delle persone, era altrettanto comune. Il disprezzo superomistico dei personaggi era figlio del suo tempo (ah questi iper geni dal fisicaccio! Come Robur ad esempio. Infatti Niels Bohr sollevava pesi nel tempo libero) e disprezzo dispensavano. Basta saperlo leggere, come giustamente fai notare, ma quando Cristoforo Colombo scriveva che gli indigeni erano gentili, graziosi, generosi e di fisico robusto, per cui sarebbero stati degli schiavi perfetti, mica voleva offendere nessuno per carità.
La questione non è tanto se si volesse offendere o meno, ma proprio l’atteggiamento sottinteso.

Chi si ricorda il film di Malcolm X?
Saranno passati vent’anni ma rivedo perfettamente, o quasi, la scena di quando finisce in prigione e viene introdotto all’Islam da un detenuto anziano. E che fa costui? La cosa più banale del mondo: gli fa leggere il vocabolario. Dove c’è scritto che bianco è sinonimo di pulizia e purezza, e nero è sinonimo di sporcizia e malvagità.
La società americana, che volesse o meno, era pregiudizievole nei suoi fondamenti in maniera subdola e nascosta. Anche se non vuoi, certi termini quel senso hanno.

Giusto un inciso.

Poi sono arrivati il cavaliere Nero, lo Zorro, il cavaliere Oscuro e Calimero.

No, aspetta, Calimero no.