Finito di leggere How High We Go in the Dark di Sequoia Nagamatsu, veramente un gran bel libro.
Si tratta di una serie di storie connesse, che danno origine ad una romanzo corale con un finale che richiama la grandiosità ed il sense of wonder della fantascienza della Golden Age.
La tematica principale è il cambiamento ambientale e le eventuali pandemie che potrebbero originare dallo scioglimento dei ghiacci e la comparsa di virus “antichi”.
Si parte appunto con un virus ritrovato nel cadavere di una bambina neanderthal scoperto a causa dello scioglimento dei ghiacci che origina una pandemia.
Questa durerà per anni.
Il romanzo racconta le cronache di questa società e dei suoi cambiamenti nell’arco di decenni, ma c’è anche spazio per l’inizio dell’esplorazione spaziale, con i tempi che si dilatano di millenni.
Per certi versi un romanzo dominato dalla malinconia, la tristezza per un mondo che sembra perdere il proprio futuro, ma che non abbandona mai la speranza, la voglia di sopravvivere e poi vivere, facendo leva sulla capacità di adattamento della specie umana.
Il finale da una parte illustra l’intera storia sotto una luce diversa, dall’altra lascia intravvedere la rinascita post pandemia della società.
Il romanzo è stato finalista al Locus Award First Novel ed alla prima edizione del Ursula K. Le Guin Prize for Fiction (insieme a Appleseed, altro romanzo che mi è piaciuto moltissimo).
In Italia è in… ops edito da Neri Pozza con il titolo In Alto nel Buio