Non mi devi niente: sono fermamente convinto che ci sia, nel branco, un 30% di impediti - paragonabili a quelli che viaggiano, in un’autostrada a 3 corsie, in quella di centro a 70 km/h -, un 30% di veri delinquenti che attentano alla vita di chiunque, la loro compresa, guidando col cellulare in una mano e, in caso di pioggia, con l’ombrello nell’altra (giuro, l’ho visto fare!), o sprintando tra i pedoni in martesana, o viaggiando di notte senza luci.
E solo un 40% di corretti o abbastanza corretti, tipo quelli che passano col rosso solo quando lo farebbe davvero anche un pedone normale a piedi (e cioè in assenza di transitanti in ambo le direzioni col verde), o che si arrestano al semaforo anche oltre la linea, magari per evitare che l’auto in pole position, ora alle spalle, li calpesti svoltando a destra, ma solo se il passaggio ai pedoni (e quant’altri) è garantito.
Per me, che ho un retrovisore per manopola, una fascia riflettente sullo zaino, due luci strobo anteriori, una posteriore, le bretelle rifrangenti anche dopo il sorgere del sole (perché parto prima) e quando esco dall’ufficio (perché arrivo più di mezz’ora dopo il tramonto), che ho tutti i catadiottri previsti per legge, più un paio extra in compagnia dei prescritti sulle ruote, che monto tre campanelli (italiano, olandese e rombo di tuono, che dopo 10 minuti di pioggia, i primi due non si sentono più e il mio tragitto dura un’ora) solo perché il quarto, quello elettrico, stile moto, ha smesso di funzionare, l’idea che uno giri in bicilcetta senza fanali di sera è giusta causa d’investimento. Figuirati se passa col rosso mentre ci sono macchine o altro in transito.
E immagina cosa penso di quelli che girano con le cuffie, che manco sentono il mio “Luci!” che gli grido incrociandoli la sera (se ne siano sprovvisti). A quelli li butterei per terra volentieri, per poi dirgli “Ma non hai sentito la sirena?” (che non c’era, ovvio).
Che poi: scommetto son gli stessi che guidano o guiderebbero qualunque mezzo allo stesso modo - della serie: la strada è mia e tu, se ho fretta, spostati o, se son di calma, stai dietro per sempre. Senza rognare…
(parcheggiava direttamente sul semaforo dello spartitraffico. A 80 km/h, nei pressi di Garibalidi FS)
E io niente: li supero, ma non in curva e non se ci sono pedoni nel mezzo. È un fatto: di cretini è pieno, di imbeccilli (a piedi che zigzagano in una ciclopedonale, che tanto il pedone ha la precedenza, o di corsa, dentro alle ciclabili, che il marciapiede è affollato, o in monopattino, che tanto son più agile e ti schivo, o in bici, che il codice della strada non esiste e l’educazione neanche, o in auto che “son più grosso, ho messo la freccia e giro a prescindere”) anche.
(una mattina, in Melchiorre Gioia: “Passo col rosso, tanto guizzo e schivo chiunque, col mio mono”)
Guarda, ringrazio mio padre solo per questo: che, nonostante la mia passione per le armi, mi ha sempre vietato di averne una, spiegandomi che, se non ce l’hai, non ammazzi nessuno, nemmeno per sbaglio. E quindi nemmeno volendolo perché scorretto alla guida di qualunque mezzo, piedi compresi. Altrimenti avrei da scontare dai tre ai cinque ergastoli per ogni giorno di lavoro…
ps
immagini scattate tutte da me, seconda e terza nella stessa giornata (7:30 di mattino, via Melchiorre Gioia, 300 metri di distanza una dall’altra. Non vi dico che casino il traffico lì, ma io avevo una ciclabile a disposizione.)