Trovato
Occhio sotto al conteggio del tempo, quello sì fa girare la testa.
Allora, visto che a qualcuno potrebbe venire in mente di tirare fuori il principio d’autorità, vi ricordo un paio di cose.
Galileo aveva studiato. Non era pinco pallino che al bar si alza al mattino e mette in discussione l’autorità.
esiste un solo campo in cui dei perfetti sconosciuti possono svegliarsi al mattino, contestare o meglio, proporre, e ottenere riscontro, ed è la scienza hard per eccellenza, la matematica. Perché? Perché i passaggi sono tutti logici e non hanno (quasi) mai bisogno di prove sul campo.
in tutti gli altri campi, ogni teoria ha bisogno di prove sul campo e riconoscimento della comunità scientifica, ma comunque parte da modelli matematici che spiegano il già assodato e lo estendono a casi particolari o a maggiore precisione. Ma, ripeto, si parte dalla formulazione matematica. Il riconoscimento della comunità scientifica importa eccome, perché è l’unico modo per poter poi formulare esprimenti e validare o smentire la teoria.
pertanto pinco pallino che al bar equipara la teoria X alle favole degli gnomi ha tutto il diritto di farlo, ma la sua parola non ha poi questo grande valore scientifico. È una opinione poco informata, che si scontra con l’opinione di persone che studiano la cosa e ritengono la teoria promettente
A Galileo contrappongo Einstein, la cui teoria è stata a livello della materia oscura per quasi 100 anni. Una teoria che è stata sbertucciata, equiparata ai romanzi di Verne, e invece era solidissima. Chissà quanti laureati al bar l’avevano criticata ignorando completamente il modello matematico sottostante, e chissà quanti criticavano gli studi sulla stessa. Eppure. Non parliamo poi della meccanica quantistica, controintuitiva e assurda.
Quindi no, nessun principio di autorità, ma solo la modesta consapevolezza di non saperne abbastanza, che la scienza progredisce anche studiando teorie che sono sbagliate (e la maggior parte lo è probabilmente) e spesso malamente (lo stesso Einstein prese delle cantonate non da poco).
Eh ma…
Galileo:
Aveva studiato i sacri (di nome e di fatto) testi e li aveva trovati insufficienti.
Per i tempi, lui era un uomo della strada eccezionale, ancorché mancino, e si era permesso di contestarli perché s’era fatto le sue osservazioni e le sue prove. L’odore di zolfo intorno a lui si percepiva a chilometri di distanza.
Einstein, un altro che aveva studiato ma non stava in cattedra né lavorava al Cern, è l’esatto esempio del tipo che legge il lavoro degli altri e decide che le cose stanno diversamente (e che poi magari qualcun altro proverà), e passerà del tempo a essere considerato un matto. Ora, è chiaro che di Einstein ne abbiamo uno ogni enne generazioni in tutto il mondo, e che la probabilità che sia uno di noi qui al dontpanic è bassina (per quanto, lascerei uno spiraglio aperto per il Pagante), però, tolti i giullari, quelli seri tra noi non si stanno inventando nulla: riportano altri pezzi di mainstream che contestano alcuni pezzi del mainstream. O no?
Per Einstein c’era eccome la relazione.
Si, ma aveva studiato.
Qui mi pare che nessuno abbia studiato specificatamente fisica delle particelle.
Tra l’altro, un conto era la scienza del XVII secolo, un conto quella di oggi, in cui il migliore degli ingegneri non saprebbe progettare completamente nessuna macchina mediamente complessa.
Inoltre, aggiungo un altro aspetto: Galileo ed Einstein non si sono limitati a dire che la scolastica e Newton avevano torto, hanno anche portato prove sotto forma di esperimenti l’uno e di un modello matematico coerente con le teorie assodate nel presente l’altro.
L’uomo della strada che non ha studiato, quello che frequenta il dontpanic può al massimo dire di non essere d’accordo, ma finché non porta almeno un modello alternativo, beh, non credo possa invocare galileo.
Che la critica distruttiva sono buoni tutti a farla, quella costruttiva ahimè è un tantino più difficile.
Ma certo. Se però il frequentatore del dontpanic ripete parole di altri studiosi del settore che lo convincono di più? Resta un comune mortale del dontpanic, non per questo più sveglio, ma nemmeno più stupido. Prendi il caso di chi, contro il mainstream del tempo, avesse avuto modo di sentire Galilei o Einstein, si fosse fatto convincere e avesse riportato (a modo suo) le cose al bar da Luke di allora. Chi avesse avuto conoscenza del mainstream, lo avrebbe magari sbertucciato ben bene, se si fosse azzardato a metterci un po’ di foga dichiarando che “la parte ics, quella ufficiale, è priva di senso”.
Certo, lui non sarebbe stato in grado di spiegare davvero perché, né avrebbe avuto prove sperimemtali a suo favore - mica per questo avrebbe avuto torto…
Ora, cosmologia, fattispecie funzionamento dell’universo tutto: settore difficilotto, proprio perché prove dirette pochine, semmai qualche indizio qua e là, e conti che - ma non lo dico io, che nemmeno saprei che conti fare, eh? - comunque la si giri, pare non tornino se non inserendo qualcosa da qualche parte (una costante, una forza, un’entità di qualche tipo). Ne so zero, ma so che alcuni di quegli studiosi ipotizzano la forza (o materia) oscura, altri lottano per sbarazzarsene. A te risulta che invece sia qualcosa di assodato? Pensa che a me fa già assurdo un’espansione che acceleri anziché tendere a rallentare o, al limite, a restare costante. Non ti dico l’effetto che mi ha fatto scoprire che, per il mainstream, big bang ed espansione seguente sarebbero stati un evento pressoché puntiforme. Cioè, di botto, come un ombrello che si apre. E l’allontanamento successivo? Inerzia oltre la capacità delle stecche? O le stecche sono infinitamente elastiche?
Ma so che, tra le tante proposte, c’è davvero anche quella dello yo-yo, cioè di un’espansione poi seguita da un movimento inverso, per tornare al punto di origine e a un nuovo big bang. Ha senso? A me pareva partorita da un bimbo di 5 anni, di quelli che si erano messi a giocare con un ombrello (apri- chiudi… Funziona!), eppure, seppur minoritaria, è agli atti a nome di qualche grande scienziato.
Vogliamo parlare del multiverso? Mica lo ha inventato la Marvel, è un’altra grande pensata agli atti - certo, ci crede davvero forse solo chi l’ha proposta, eh? Ma intanto c’è.
Insomma, io non sarei troppo inclemente con chi a un certo punto, di fronte alla sua non comprensione dei dettagli del problema, sbottasse con un “ma sono scemi? È lampante che non stia in piedi! Lo sanno tutti che si tratta solo di far quadrare il cerchio, no?” - poi gli chiedi come, e lui ti tira fuori un bel martello…
Ps
La scienza dei tempi di Galileo.
Guarda che, a quei tempi, il ciclo di evaporazione dell’acqua era un mistero che l’uomo comune, apparentemente, non era in grado di capire. E vorrei sapere quanti contadini fossero in grado di costruire (per dire) una “banale” mongolfiera, o anche solo sapessero leggere. Cioè: pare facile a te, adesso.
Perdonami ma dire che la materia oscura è la forza di star Wars non mi sembra una opinione di altri scienziati
Sarà che anche l’evaporazione dell’acqua era un mistero, ma è fuori di dubbio che ieri inventare qualcosa era più semplice di inventare qualcosa oggi per l’uomo della strada.
Ora, vorrei che anzitutto fosse chiaro che io l’autorità la rispetto eccome, per cui, se tu dici, dati gli usi anche precedenti e testimoniati già ai tempi dei greci, che inventare una macchina a vapore, in quei tempi, per l’uomo della strada, sarebbe stato semplice, io ti credo sulla parola.
Poi si può discutere sulla forma, ma se ho saputo dell’opinione (nel suo caso, della teoria) di qualche uomo di scienza che sostiene che la forza oscura non è provata e che non deve essere nevessaria, io, babbano qualunque, posso ben condensare il pensiero di quello (che tanto non capisco lo stesso) con un “la forza oscura è un’invenzione fantascientifica”, anzi, posso persino dire “da Balle Spaziali”, anche con poco costrutto, ma con tanta simpatia. Che poi, uno dei problemi della materia oscura è che, a un profano, ricorda tanto l’etere (che doveva esserci per forza, e poi, invece…)
Che poi, metti abbia visto questo (ovvero, sapesse dell’ipotesi e delle prime conferme)
E abbia deciso che gli piace la MOND - mica è frutto della mente di un pischiello qualunque, no?
No.
Non la macchina a vapore, ma macchine relativamente semplici ma non banali.
Uno poteva studiare sui libri e arrivare a inventare, da solo, qualcosa.
Oggi è assai più difficile perché le nuove invenzioni sono pressoché tutte multidisciplinari.
Tutto bello, ma il Big bang non mi convince. E morirò con questa convinzione
Quindi già non l’uomo della strada, che al 98% era analfabeta, ma un erudito addirittura in possesso di altri libri che non fossero la bibbia. Vorrei ricordarti che, allora, i manuali di istruzione e il piccolo meccano non c’erano.
O parlavi della carriola con manici alternativi? Ma parliamo di competere, oggi con gli astrofisici - quindi, allora, con la terra ben ferma sotto i piedi e il sole che gli girava intorno tutti i giorni, qualaiasi semianalfabeta avrebbe potuto contestare la parola di Dio e l’esperienza quotidiana, no? Ecco, pare di no.
Sulla teoria delle stringhe, come sei messo?
Oh gran ministro, mi si permetta di correggerla - sotto pagamento in bevute da Luke ovviamente, genuflettendomi.
La critica negativa è assolutamente indispensabile per testare una teoria, altrimenti non è solida, quindi sarà pure facile ma è necessario trovare tutti i punti deboli, che si trovano in ogni teoria attuale.
Per contro ti posso citare dozzine di teoria alternative, quindi critica positiva, che hanno anche una qualche plausibilità; nel senso che combaciano con molti dati sperimentali e danno alcune spiegazioni che altri non danno (per cadere su punti più banali magari).
C’è la teoria dell’universo inflazionistico (che lo yo yo sembrerà una sciocchezza, na se certi calcoli dicono che prima o poi l’espansione si ferma, poi accade il viceversa. E i calcoli ci sono), quello della luce stanca, della gravità
Entropica e altri ancora.
Umilmente firmato il sottosegretario all’inganno e alla propaganda sediziosa
C’è stato un periodo che leggevo molto di astronomia e astrofisica, anche ben oltre le mie possibilità. Però alla fine la frustrazione è sopraggiunta non tanto per i limiti della mia comprensione, ma perché mi sono reso conto che avere risposte a certe domande non farebbe che far nascere altre domande. Il che per uno scienziato è scontato, ovviamente. La sensazione è però che a rimanere senza risposta siano sempre le domande più importanti.
Verissimo, parlavo della critica argomentata scientificamente.
Insomma, quella di chi ci lavora, non dell’uomo della strada che frequenta il dontpanic.
Poi magari l’inflazione potrà non convincerti, e a me è sempre suonata strana, e puoi affermarlo, ma sostenere che sia una scemenza, ecco, ci vorrebbe un qualche argomento un po’ più forte.
Se vuoi risposte ferme, dovresti studiare teologia.
Ho studiato molte religioni, e l’impressione è che al massimo possiedano frammenti di verità. Il problema è che gli esseri umani riescono a mandare in malora anche quel poco di valido che potrebbe esserci.
Oh temo che debba di nuovo puntualizzare, pietà!
Chi si approccia alla teologia entra in un ginepraio che quasi quasi preferisce l’astrofisica…
Chi vuole le certezze, dove guardare le televendite . Ehi non è un eCat quello?! Mio!!
Che poi è tipo “non ammazzare il tuo simile”, scordando di citare la parte seguente, in due punti entangled [1]
e sull’Entaglement, che posizione hai? Spariamo due cosini in direzioni opposte nel cosmo e, a distamze siderali, se uno spinna improvvisamente levogiro, da destrorso che era, lo fa pure l’altro o no? Occhio che, se “no”, allora niente computer quantico. Ma se sì, devi anche spiegare perché senza invocare dio… ↩︎
Vabbè, ma se prendo una teoria che spiega alcune cose e non altre e decido che mi piace di più di un’altra, che ne spiega altrettante, ma comunque non tutte, e diverse? Devo per forza essere un esperto studiatissimo per dire che una cosa, a me pare una boiata? Dunque aveva ragione chi, dichiarando di fondere a freddo, pretendeva che i non addetti stessero zitti?