La Guerra

:sweat_smile:

Già, poi deve ancora comprare Twitter, mi pare…

Non mi fate dire in pubblico cosa penso di lui.
Di dichiara libertario ma è culo e camicia col.
governo.

Ma non è che ora Kherson, senza cittadini (filorussi, aolmeno), senza truppe russe…con solo Ucraini…diventa un facile bersaglio nucleare?
Esagero, ma inquieta il fatto che i Russi se ne vadano (forse) senza combattere (forse) e che abbiano pagato pure i cittadini, per farli evacuare.

Ho pensato alla stessa cosa

!

Ah sì?

Marca male.

Pare abbiano piazzato mine dappertutto:

Tutto può essere, specie con i matti. Ma io non credo che sian matti. Usare un’arma nucleare è piu un tabu che un vantaggio sensato, e come tale allontanerebbe anche i pochi residui alleati che la russia ha (Cina e Iran).
Poi sul senso, non credo ne avrebbe poi tanto, salvo ribadire l’ovvio. Ma non sarebbe piu un tabu neanche per chi le armi ce le ha (USA e Israele), non vedo vantaggi nell’usarla.
Avrebbe senso usarne una tattica, ma non in questo ambito.

Così non ne usciremo mai:
https://www.open.online/2022/11/20/russia-medvedev-minaccia-kiev-russa/

Però. Alla faccia di chi ha sempre detto che il problema era la Nato troppo invasiva o che non si parla abbastanza di pace.
Poi ovvio che le dichiarazioni sono sempre una cosa diversa da intenzioni e colloqui diplomatici, ma non aiuta di certo…

D’altra parte quelle dichiarazioni rispecchiano il pensiero di Putin, che già vent’anni fa parlava in quei termini a qualche sbalordito politico nostrano… Peccato non averlo preso sul serio.

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Parlavamo in questi giorni delle petizioni su Change.org. Un gruppo di attiviste e madri russe ne ha pubblicata una per chiedere il ritiro dei militari dall’Ucraina; sono scettico sui risultati, come sempre, ma il testo merita di essere letto, pur con qualche imprecisione nella traduzione (tradotto con DeepL):

Rivolgiamo questa petizione in occasione della Festa della Mamma, il 27 novembre, a Inna Yurievna Svyatenko, presidente del Comitato per la politica sociale del Consiglio della Federazione, a Nina Ostanina, presidente del Comitato della Duma di Stato per la famiglia, le donne e i bambini, e ai membri di questi comitati, il cui compito è quello di occuparsi del benessere sociale delle famiglie, delle donne e dei bambini in Russia.

La petizione è stata creata dalle madri del movimento di resistenza femminista contro la guerra e dal gruppo di iniziativa delle madri dei soldati mobilitati e arruolati.

Da nove mesi è in corso la cosiddetta “operazione militare speciale”, che ha portato distruzione, dolore, sangue e lacrime. Tutto ciò che sta accadendo in Ucraina e in Russia non può non scuotere i nostri cuori. Indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dallo status sociale, noi - madri della Russia - siamo unite da un unico desiderio: vivere in pace e armonia, crescere i nostri figli sotto un cielo sereno e non temere per il loro futuro.

Noi madri ci troviamo ora in una posizione difficile e vulnerabile. Nonostante le promesse di sostegno da parte dello Stato, il tenore di vita si sta abbassando, la povertà bussa alla porta della grande maggioranza delle famiglie russe. Anche in tempi di pace, le famiglie con bambini erano il segmento più povero della popolazione.

Dal 24 febbraio la situazione è peggiorata. Le sanzioni derivanti dall’operazione militare in Ucraina fanno salire l’inflazione e, con l’inflazione, il capitale di maternità e tutti i benefici, già appena sufficienti, si svalutano. Secondo i dati ufficiali del Rosstat, quasi un bambino su cinque vive in una famiglia con un reddito medio inferiore al minimo vitale per persona, cioè in povertà. Lo Stato ci incoraggia ad avere più figli e poi ci lascia in povertà o sacrifica i nostri figli alle sue ambizioni.

Il nostro Paese ha reintrodotto il titolo di “madre-eroina” per le madri con molti figli, ma le statistiche ufficiali ci dicono che la maternità (e soprattutto avere tre figli) in Russia garantisce praticamente alle donne una vita al di sotto della soglia di povertà. Non abbiamo bisogno di titoli inutili, abbiamo bisogno di misure reali per garantire a noi e alle nostre famiglie una vita dignitosa!

Le enormi somme di denaro spese ogni giorno per lo sforzo bellico avrebbero potuto essere investite nel nostro benessere. Ma invece di nuovi asili, case di maternità, scuole e ospedali, tutto ciò che otteniamo è un’infinità di discorsi vuoti in TV sui nostri “successi” e sulla nostra “grandezza”.

Almeno 318.000 uomini sono già stati mobilitati (questa è la cifra a cui fa riferimento Vladimir Putin). Gli uomini sono stati portati via anche se hanno figli minorenni a carico. In molte regioni le famiglie dei mobilitati dovettero raccoglierli fino alla morte, comprando tutto, fino ai giubbotti antiproiettile, a proprie spese. Chi provvederà alle famiglie che hanno perso il loro capofamiglia? Conosciamo la risposta: tutti questi oneri graveranno ulteriormente sulle spalle già sovraccariche delle madri! Molti degli uomini sopravvissuti perderanno la salute e la capacità di lavorare: anche la cura di loro sarà trasferita alle donne dal nostro Stato, con la sola promessa di sostegno e sussidi.

Le madri dei coscritti e delle coscritte sono costrette a strisciare alle porte delle amministrazioni cittadine, cercando di riportare a casa i loro figli e mariti. Picchettano, scrivono appelli collettivi e petizioni, ma nessuno li ascolta! Le autorità stanno mostrando il loro vero atteggiamento nei confronti delle madri. La voce delle madri nel nostro Paese è necessaria solo durante le elezioni: quando lo Stato ne beneficia, ci si ricorda di noi. Per tutto il resto del tempo siamo soli con i nostri problemi, con il nostro dolore. E i corpi mutilati dei nostri parenti morti non vengono semplicemente portati via dal nostro Stato. Vengono lasciati sulla terra di qualcun altro e non appartengono alle loro famiglie nemmeno dopo la loro terribile morte.

C’è un altro aspetto spaventoso in ciò che sta accadendo ora. I problemi economici e la crisi sociale portano inevitabilmente a un aumento della violenza familiare. Le persone, distrutte dalla povertà e da un futuro incerto, sfogano i loro problemi su donne e bambini. Inoltre, gli uomini che tornano alla vita civile spesso portano con sé gravi traumi psicologici da guerra. Anche questo si traduce in un’aggressività incontrollabile verso le persone più vicine.

Negli ultimi dieci anni, i disegni di legge sulla prevenzione della violenza domestica sono stati presentati alla Duma di Stato più di 40 volte, ma non hanno superato una sola lettura. Nel 2017, un decreto presidenziale ha eliminato l’articolo per le percosse dal Codice penale russo e ha introdotto solo la responsabilità amministrativa e una piccola multa per la violenza domestica. Le donne, comprese le madri in Russia, oggi non sono protette dalla violenza all’interno della propria famiglia. E ci sarà sempre più violenza ogni giorno.

La preoccupazione per il futuro dei nostri figli è più forte che mai. Il tipo di mondo in cui dovranno vivere dipende in gran parte dalle decisioni che noi adulti prendiamo oggi. Le continue allusioni da parte dei principali leader del Paese alla possibilità di usare armi nucleari creano disperazione e paura per il destino dei nostri figli.

L’azione militare è sempre un disastro, indipendentemente da come viene ufficialmente chiamata. È uno spargimento di sangue, è violenza, è un affronto alla dignità umana, è un affronto alle libertà e ai diritti umani. Siamo inorridite da quanto sta accadendo. Siamo contrarie alla partecipazione dei nostri figli, fratelli, mariti, padri, noi stesse non vogliamo essere coinvolte in questo - ci sono medici militari tra le donne. Coloro che dovrebbero proteggere i diritti e le libertà delle madri e dei bambini non dovrebbero chiudere gli occhi su tutto questo. I vostri familiari sono al sicuro dal coinvolgimento nelle ostilità, non rischiate nulla e non perdete nessuno: noi ci preoccupiamo ogni giorno per i nostri cari che vengono mandati con la forza in questo tritacarne. Come potete sostenere azioni militari scatenate contro la volontà di molti cittadini russi e condurre queste azioni a loro spese?

È chiaro che sostenere un’azione militare aggressiva è incompatibile con la protezione di famiglie, donne e bambini. Oggi, nel giorno della festa della mamma, vi chiediamo di ricordare il vostro dovere e le promesse fatte in campagna elettorale ai vostri elettori, e di usare tutta la vostra influenza per porre fine alle ostilità il prima possibile e riportare a casa i nostri cari.

Chiediamo il ritiro delle truppe dall’Ucraina, il ritorno a casa di tutti i soldati, la protezione dei soldati di leva dall’intraprendere qualsiasi azione militare, l’adozione di una legge sulla prevenzione della violenza domestica e un sostegno materiale dignitoso per i bambini e le madri!

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Si, ma appunto: e una petizione online cosa si pensa possa ottenere?

Cioè, potrebbe avere un valore in un paese non in guerra e tendente al democratico, dove il politico di turno, saputo che un numero consistente di persone chiede un a certa cosa, potrebbe metterla come punto della sua campagna elettorale, per pescare dei voti in quel bacino (quanto poi a realizzare le richieste, fossero pure di avere più semafori agli incroci, sarebbe ancora da vedere, che a lui interessano i voti, mica gli incroci per davvero).

Ma qui: c’è una guerra in corso. La guerra non si fa col consenso del popolo, si fa facendo credere di avere il consenso, ma arruolando a forza, infischiandosene di chi protesta o arrestandolo o uccidendolo.
E che poi tutti i paesi intorno non direttamente coinvolti chiedano lo stop ovvero facciano affari vendendo armi (o che ci sia chi vada in piazza a Roma con le bandiere della pace e chi, da vari paesi - Italia compresa, pare - invece parta armi in pugno) è anche “abbastanza normale”.

Potrà mai fermarsi tutto perché si firma un modulo online?
No, lo sappiamo.

Tradotto: ci siamo accorte ora che viviamo in una dittatura. Oibò.

Una petizione in sé non serve. Diffondere un’idea, sì. Speriamo nella seconda.

Anche sapere che “il nemico” non ha sempre una percezione di conquista a tutti i costi è un ambito di prospettiva nostro, dove in genere è un noi contro voi.

Esattamente.

Se non hai altro mezzo (mediatico) per dire certe cose, perché di sicuro non faranno andare queste donne in tv o alla radio, è semplicemente l’unica maniera di far sapere che una parte importante della popolazione non ne può più… il semplice fatto di aver, ufficialmente, saputo quando detto è estremamente importante… a Putin e a tutti i merdaioli suoi complici non fregherà nulla, ma avranno sbattuta in faccia una voce alternativa reale alle loro dichiarazioni ideologiche e propagandistiche… perché se qualcuno ha detto che i russi si sarebbero dovuti ribellare e non avendolo fatto, si meritano quello che sta succedendo (sanzioni & co.), è invece vero che salvo una guerra civile, moltissimi russi non hanno avuto alternative e ora solo così possono dire la loro…

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Non necessariamente… potevano anche saperlo (ci vivi, ti adatti e speri nel meglio, poi capisci che ti sei sbagliato, ma ormai…), ma le dittature in cui Il Capo aveva diritti assoluti sul popolo sono quasi del tutto sparite e una non era la Russia… se tu governante fai delle promesse e poi non le mantieni, qualcuno si lamenterà, censura o non censura… si lamenteranno anche se le manterrai (la Nuova Grande Madre Russia, riunendo le zone ucraine), perché non è tutto oro quello che luccica e saranno morti un mare dei tuoi, avrai perso un mare di clienti commerciali, avrai fatto la figura del pirla anche a livello militare e pure (salvo quel cretino di Berlusconi e pochi altri come lui) a livello politico - diplomatico…

mah, non so se serva proprio change org, però. Che differeza ci sarebbe con qualsiasi social , sia esso una pagina tipo FB o un sitema di messaggistica come whatsapp o twitter? Che poi posa garantire, a te russo che lo usi, maggior sicurezza di non finire in un gulag, ho dei dubbi.

Anche in Cina protestano (per altro) e hanno una censura fortissima. Però qualcosa trapela lo stesso, ma non via change org, mi pare - anche se prevedo che prima o poi ci troveremo anche lì il post che chiede di votare per dare libertà ai poveri oppressi - obiettivo: mezzo miliardo di firme. Di tutti, tranne che dei cinesi. Che senso mai può avere?

Questo aumenta l’apprezzamento per l’iniziativa.

Intendevo: rispetto a diffondere messaggi via Telegram o Twitter. Che vai nel gulag anche con quelli, in Russia, ci scommetto.

Ma soprattutto: che cambierebbe se firmasse il 90% della popolazione dell’Europa? In teoria noi saremmo già schierati per la pace (e l’invio di armi di piccolo taglio) a livello Nazionale (e come noi Inghilterra, Francia, Spagna, Finlandia,…). Dunque firmare sotto change org serve a cosa, a farlo sapere anche a chi ha aperto la petizione? O dici che poi vanno da Putin con milioni di firme e lui si ferma?