La casa dell’essenza
All’ombra di un antico sicomoro, nella minuscola e solitaria dimora dai prospetti azzurro tenue e dal tetto a leggìo di legno resinoso, c’è la cacciatrice dagli occhi ambrati. È nel suo laboratorio intenta a ridurre in polvere la spezia che poi verrà cotta nell’olio iperico. Lei è la luce in cui i profumi e colori esplodono. Non è mai sola, le basta alzare lo sguardo e vedere sempre qualcuno alla sua finestra, una persona che la osserva carica di speranza.
La lavorazione della pozione non può essere mai interrotta, deve essere continua, attenta e lenta, ma questo non vuole dire che la padrona non possa accogliere i viandanti con un sorriso e con i suoi profondi occhi nocciola.
Lei sa cosa vuole lo straniero, ma deve farlo aspettare fuori ancora un brevissimo istante. Il viaggiatore ammutolito osserva e cerca di far sua quella speranza che si diffonde nella stanza colma di calore e armonia. Ancora un poco, ma l’attesa è già di per sé una delizia per il cuore.
La pozione è finita, ma deve riposare ancora qualche momento.
L’amorevole alchimista si avvicina alla finestra strofinandosi il viso con il dorso delle mani per pulirsi dal sudore e rendersi presentabile. Il profumo della mistura l’avvolge e la rende incantevole. Il testimone è immobile dinnanzi alla finestra aperta, non si sposta, non può farlo, il suo animo lo blocca.
La donna gli offre un bicchiere di acqua fresca aromatizzata alla menta e al limone. L’estraneo è sbigottito: vorrebbe dirle che non ha vagato per anni e abbandonato tutto per quella bevanda, ha bisogno del filtro, ma lo sguardo di lei lo rassicura e con voce soave gli sussurra: “prendilo, pacifica il tuo cuore, tutto sarà risolto”.
La seducente artigiana abbandona il bisognoso e scompare. Deve cambiarsi perché è arrivato il momento. Intanto il suo canto felice e armonioso riscalda lo spirito dell’anelante. Vestita di lino bianco, leggerissimo e odoroso e con fiori bianchi a ornare il capo, esce dalla casetta portando con sé un cestino con l’essenza. L’avventore, ormai in lacrime, riceve il liquido azzurro contenuto in una piccolissima ampolla.
La dea dagli occhi d’ambra lo accarezza dolcemente e gli dona un ultimo bacio leggero sulle labbra, è un addio. L’uomo ha un ultimo sussulto, un ultimo fugace dubbio sulla sua decisione. Il viaggio è stato lungo, difficile e solitario, ma questo è ciò che ha cercato e voluto.
Cammina verso il sicomoro e si siede appoggiando la schiena al tronco.
Un ultimo sguardo verso il vecchio mondo e beve il filtro.
Non sa se sia tutto uno scherzo, se morirà o se tornerà bambino come la leggenda dell’essenza all’olio iperico narra, ma ormai la scelta è fatta.
Qualsiasi cosa abbia fatto la pozione, ora sta correndo verso la montagna più leggero e pieno di vita, il mondo gli sembra più grande e nuove avventure lo attendono. È felice, non sa cosa sia diventato ma è ciò che ha sempre voluto essere.