Il thread dell'AI

Se ha accesso all’arsenale, siamo spacciati…

AI parola d’ordine ovunque. Sentivo di prossima generazione di phone con AI incorporata. Già vedo che la mia, del caso, si chiamerà “Santippe”.

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Giusto per buttare un po’ di legna al fuoco del dibattito, altri dubbi su cosa debba essere considerato intelligente o senziente

Sono convinto che se esiste una evoluzione, allora anche la nostra coscienza si è evoluta da autoconsapevolezze più semplici, pur esistenti .
Ogni animale che ha paura, ha coscienza di sé, per quanto minima, altrimenti perché scappare? O scegliere dove andare? Le scelte sono raziocinio, in qualche modo, forse elementare o sbagliato ma c’è.

ChatGPT fa scelte ma non è consapevole

Ti do anche ragione (sebbene mi chiedo come tu possa dire che io stesso sia consapevole) , ma vorrei insinuar eil dubbio che alcuni animali e addirittura le piante mostrano segni di consapevolezza - diversa dalla nostra, certo, ma non trascurabile.

È un argomento molto attuale e tutt’altro che concluso. E il fatto che alcuni scienziati di settori specifici si convincano che animali inferiori e piante siano autocoscienti o consapevoli non significa che lo siano davvero e che tutta la comunità scientifica sia concorde.
Proprio perché non è oggettivamente verificabile o misurabile[1] possiamo dedurre o ipotizzarlo solo per analogia a partire da ciò che sappiamo di altre speci, e in particolare per verifica delle caratteristiche morfologiche del cervello. In assenza di strutture neurologiche sufficientemente complesse, è persino azzardato ipotizzare l’intelligenza e figurarsi l’autocoscienza.


  1. ricordo che tutti gli esperimenti mentali fin qui ipotizzati a partire dal test di Turing passando per l’esperimento della stanza cinese si sono rivelati inconcludenti ↩︎

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Esiste il famoso test dello specchio per misurare l’autoconsapevolezza degli animali:

Interessante, pur con i suoi limiti.

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Quella degli animali non consapevoli è una questione viziata non poco da un fatto: noi mangiamo o comunque ammazziamo una cifra di esemplari di ogni specie, di alcune me facciamo bestie da soma, di altre, piccoli schiavi domestici deputati a farci compagnia, oppure carcerati a vita, perché son belli da vedere anche se, al terzo cinguettio, siamo già lì a studiare ricette con polenta.
Ne facciamo mercato, vedendoli o comprandoli incuranti del destino che avranno o che gli faremo avere. In qualche caso, ne ammazziamo la prole, perché “tre son troppi, questa me ne ha sfornati 7 già solo stavolta qui”, in altri, la devolviamo direttamente alla ricerca scientifica. Oppure li molliamo al veterinario, che poi, de non riesce a rivenderli, li accoppa lui.

Quindi, quando si tratti di stabilire se possano o meno avere autoconsapevolezza, noi che - non “noi” noi, ma alcuni di noi - ancora oggi neghiamo loro l’intelligenza - persino di fronte alle abilità di delfini, elefanti, cani, polpi, topi e gatti - il dubbio che tanti risultati o discorsi sulla non coscienza di chi non riesca a dirlo nel linguaggio tuo che lo stai trattando male, siano un filo viziati da un interesse personale (e persino generale come razza umana) abbia un’influenza non da poco su tali risultati o discorsi non è poi così campato in aria.

Anche al netto dell’ignoranza della persona media che non abbia mai studiato o letto qualcosa di etologia.

Tipo:
quanti sanno che più di una specie animale ha rituali funebri?
Quanti sanno che esistono animali (allo stato brado) che, per ottenere determinati rusultati, utilizzano strumenti?
Quanti sanno che quasi tutti gli animali hanno un modo di comunicare coi loro simili (e no, non è solo “ringhio, morso, zampata o leccata”, eh)?

Con molta fatica (e non tutti) abbiamo riconosciuto che gli uomini son tutti uguali, che non è bello che la schiavitù di altri esseri umani sia istituzionale. Poi, sempre con molta fatica (e sempre non tutti), abbiamo iniziato a dire che le femmine della nostra specie - che fino all’altro ieri non avevano diritto di voto, erano considerate meno intelligenti e persino senz’anima - forse sono pari a noialtri maschi alfa. Forse, eh?
Per il gatto che sa di essere perché, nel suo piccolo, pensa - anche se non arriva a capire 7x8 - credo ci vorrà ancora molto, molto tempo. E pace per Lorenz[1].


  1. Gli animali sono esseri umani di sentimento ↩︎

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Personalmente mi capita troppo spesso di chiedermi se gli esseri umani abbiano consapevolezza :face_with_spiral_eyes:

Credo che quando si parla di intelligenza, consapevolezza, etc… si prenda come riferimento noi esseri umani, in una concezione che mi pare molto legata all’idea “religiosa” di essere umano, quindi faccio sempre fatica affrontare l’argomento.

Un attimo, però. Sul fatto che gli animali soffrano non ci piove (e questo dovrebbe già farci fare il nostro esamino di coscienza), ma qui stavamo parlando di autoconsapevolezza. Distinguerei le due cose, se vogliamo fare un discorso pedantemente scientifico.

Ok ma.tutto questo che c’entra?

Appunto, altrimenti dovete accettare che anche il vostro smartphone soffra quando lo spegnere perché è cosi.

Vuol dire che a volte ci sono delle.opinioni diffuse tra le persone che precludono a priori l’idea di una coscienza animale perché altrimenti si “umanizzerebbero”, quindi avrebbero dei diritti che sono negati, o non sarebbero accettabili certi atteggiamenti nei loro confronti che sono ignobili.

Tornando alla coscienza: certo ci vorrebbe anche un test per falsificarla: cosa dimostrerebbe che non hanno coscienza? Perché qui il famoso onere della prova si può facilmente rimpallare.

L’autocoscienza purtroppo è assolutamente indimostrabile, negli umani in primis (vedasi i primi post che scrissi a riguardo) - ma certi atteggiamenti esulano dalla semplice “automazione”, che sono non un indice di intelligenza o di sofferenza, ma di ben altro.
Cosa, è difficile dirlo…

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Esagerato! :grin:

No no, è proprio così. Il mio schermo mi mostra una faccina triste ogni volta che premo il tastone dell’accensione, quando la batteria inizia a scaricarsi inizia a innervosirsi e a pregarmi di attaccarlo al caricabatterie.

È ancora un argomento in più, ma non è dirimente. Proprio per lo stesso motivo citato. Non sappiamo, intuiamo, per esperienza collettiva, che la maggior parte degli esseri umani sono autocoscienti. Anzi, direi che lo facciano esclusivamente grazie alla nostra empatia cioè alla nostra capacità di immedesimarci negli altri. Tuttavia antropomorfizzare gli animali è un passaggio del tutto arbitrario, soprattutto perché così facendo dovremmo accettare il fatto che noi commettiamo un crimine atroce, cibandoci e schiavizzando altri esseri viventi.
Utilitaristicamente parlando non possiamo ancora permetterci questo (non ancora anche se ci stiamo arrivando, almeno per quanto riguarda l’alimentazione).
In ogni caso essendo impossibile una dimostrazione scientifica, dobbiamo attenerci il più possibile alle nostre conoscenze scientifiche e procedere per analogia.

Attento.

La mia gatta è stata operata.

Poi, quando mesi dopo è stata operata mia moglie, la gatta ha ricoonosciuto l’odore della medicazione. Miagolava e si sdraiava vicino a lei. Per due giorni, a consolarla.

Immedesimazione.

Dunque, se è su quello che basi l’autocoscienza, la mia gatta è autocosciente e capace di immedesimarsi nelle esperienze (dolorose) di mia moglie.

Certo, si potrebbe sempre sostenere che la moglie non conta, essendo ella stessa una bestia, il cui possesso dell’anima è dubbio…

Quanto al tuo pc, fammi sapere quando si accorge che non stai bene tu, e ti chiede di restarti vicino per farti stare meglio.

Già che ci siamo, facciamogli il test dello specchio e vediamo se è più in gamba del pesce spazzino. Poi domandiamoci se davvero il pesce spazzino possa essere più autocosciente di un topo o di un gatto o di un cane (o della mucca che stai portando al macello).

Comunque non mi aspetto di convincere nessuno: la questione richiederà millenni (se ce li avremo), visti i tempi di reazione persino vero altri umani. O forse non sarà mai risolta, finché ci saranno tanti vantaggi a cosiderare altri “cose a nostra disposizione” anziché “senzienti di cui ci nutriamo e che sfruttiamo” - preciso che io me ne cibo, non mi pongo problemi a sapere che un vitello diventerà la mia bistecca, né mi straccio le vesti perché un bue viene attaccato al giogo. Però non ho mai pensato che le bestie fossero inconsapevoli o che non sapessero di essere sé stesse (almeno i mammiferi, i rettili, i pesci, gli uccelli e i molluschi. Per gli insetti e gli aracnidi ho dei dubbi, ma c’è da dire che la loro lingua è più difficile, per me, e sono pronto a ricredermi anche su di loro).

I più trasparenti lo dicono:

  • “basta vedere chi sta da quale parte dell’acquario (o della gabbia)”

che è come dire che il più forte che ti ingabbi ha diritto a farti schiavo. Lo abbiamo fatto per millenni tra di noi, e non abbiamo ancora finito per davvero

  • “noi siamo superiori: abbiamo un linguaggio evoluto e possiamo metapensare”

poi ti arriva Kanzi, e va a finire che scopri che usa il pc meglio di tuo nonno (o di tuo figlio a 3 anni)

Ora, il nostro QI è nettamente superiore (non di tutti, qualcuno si fa battere nei test da qualche animale, eh? Però mediamente vinciamo noi di diverse lunghezze, tranne che nelle prove di orientering - ma lì si fa presto: gli si dice che loro barano e via. Poi non accettiamo la sfida di costruire una diga con dei legnetti, che non ce ne frega nulla, e li sfidiamo invece a capire il senso di un estratto della divina commedia, che dimostra inequivocabilmente che noi siamo più evoluti…), possiamo sconfiggere qualsiasi bestia in qualsiasi gioco di intelligenza (a patto che il gioco di intelligenza lo imbastiamo noi. E che alcuni umani li escludiamo dalle selezioni). Ma tra l’intelligenza e il fatto di essere coscienti e di saper anche pensare, seppur rudemente, c’è un abisso. Sostenere che, siccome il gatto (il cane, il polpo, …) non costruisce, non comunica e non fa funerali, allora non sa nemmeno di essere un essere distinto e non capisce il mondo, è un tantino egocentrico (oltreché deciamente sbagliato).
Sostenere che le bestie non siano senzienti a me ricorda molto quella cosa per cui siccome si dice che è giusto che gli esseri inferiori siano al servizio di quelli superiori, è bene precisare che gli abitanti di quel posto lì sono esseri inferiori - basta guardare che razza di straccioni siano, come non sappiano nulla di scienza e anzi vivano in capanne malsane…Io non ci vedo tanta differenza. Il passo successivo è iniziare a parlare di qualche differenza genetica che ti rende per questo inferiore, e iniziare a dubitare che l’inferiore capisca la sua situazione, ovvero che, potendo, la cambierebbe (“non capisce, va bene così. Anzi, posso pure prenderlo a calci, tanto non realizza. Te la dico tutta: nemmeno sa di essere, guarda”) .

Ma facci caso: quelli, tra gli umani, che potresti davvero definire “inferiori”, magari proprio perché geneticamente deviati, sono anche poco remunerativi. E allora quelli lì o li sopprimi o li abbandoni o li accudisci. D’altronde, mangiarli fa brutto, lavorare non lavorano abbastanza bene, e quindi, anche a sfruttarli (almeno direttamente), non ci fai un grande affare.

Ci avevano provato dei terroristi, ma quei minus sono stati abbstanza scaltri da non seguire le istruzioni e anzi andare a parlarne coi destinatari dell’attentato (ma questa è un’altra storia molto umana e poco animale)

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No. Affermo che noi solitamente usiamo l’empatia per attribuire agli altri l’autocoscienza che noi possiamo sperimentare solo su noi stessi. Ma l’empatia non è una condizione necessaria (infatti esistono persone prive di empatia, anche per motivi medici, ma nessuno dubita che siano essi stessi autocoscienti).
E quindi usiamo questo mezzo per estenderlo anche ad altre speci, ma questo è un salto che non può convincere. Per l’autocoscienza sappiamo solo che sono necessarie alcune strutture neurologiche relativamente complessi in mancanza delle quali (penso a insetti o piante) l’attribuzione di autocoscienza è piuttosto arbitraria.

finché comunque trovano un modo di comunicare con te. Se invece non cominucano, manco sbattendo una palpebra (perché non raccoglie il tuo stimolo, magari, quello che per te sarebbe la prova che lui ha una mente e non, com’è, la prova che tu riesci a farti capire/sentire da lui, che è una cosa diversa), iniziano i problemi. Ma nel caso degli umani impieghi la pet, vedi se le aree del cervello rispondono e decidi che sì, sono ancora vivi e coscienti. Invece il gatto? No vabbè, mica vogliamo stare lì a guardare, no? Poi anche se gli si accendoessero le aree giuste, resta comunque un minus, non c’ha mica la nostra corteccia, dai. Anzi, per certo lui non sa di essere, perché gli manca la materia grigia. E’ solo stimoli e riflessi, nient’altro. Giusto, @HC? Lo dicevano anche i comportamentisti puri degli esseri umani, che il tuo “io” è solo un’illusione. Ed era già il 1900.

Aggiungo:
(cit)

La natura complessa dei sistemi neurali può essere sintetizzata mediante alcuni principi chiave:
a) I neuroni tra loro interconnessi comunicano l’un l’altro;
b) i sistemi di neuroni che elaborano informazioni sono organizzati in percorsi (o pathway neurali);
c) l’attività dinamica allíinterno di tali circuiti è in grado di produrre sia segnali eccitatori che inibitori;
d) l’esperienza quotidiana è in grado di condizionare le connessioni esistenti nella struttura corticale.

e fin qui la cosa vale anche per oranghi, galline e serpenti, con la diferenza che qualcuno ha connessioni più numerose e migliori, qualcuno se la gioca col Trota. Tutti però, galline inclulse imparano - magari alcuni meglio, altri peggio, ma imparano.

Ma la coscienza dove sta? Beh, sembra sia il risultato di una gestalt, non di un singolo gruppo di neuroni o di uno o due centri ben precisi. Anche perché, coi dovuti limiti, c’è questa cosa strana che abbiamo un po’ tutti di una certa ridondanza e della possibilità di creare vie aletrnative - sia nel senso che non abbiamo tutti le stesse (anche se con buona approssimazione un danno all’area (umana) di Broca comporterà una compromissione del linguaggio), sia anche nel senso che in caso di danno a un’area - specie se in età precoce, altre aree potrebbero prendere il suo posto.

E chi non ha la struttura ics, come ce l’abbiamo noi? Che ne sai che debbano servire le nostre per arrivare a una gestalt sufficiente per avere coscienza di sé? Che , tra l’altro, da noi si sa non solo per lìimmedesimazione, ma perché si è comunicato con le persone, facen d le domande giuste. Poi abbiamo rifatto la cosa mentre facevamo una risonanza a quelle persone (e a tante altre) e adesso abbiamo una buona approssimazione per poter usare una macchina per capire se più o meno l’umano in questione s’illumina nel modo giusto, anche che non riesca a parlare perché ha meno di 1 anno.
Epperò, il cane o il gatto? Hai un problema di partenza: non parla, quindi che fai, provi con la risonanza magnetica? Eh ma lui mica ha il cervello fatto come il tuo. Quindi non s’illumina come il bimbo. Conclusione tua: “non è senziente”. Comclusione mia: “non sei capace di dirlo con quello strumento”. Ne abbiamo altri per poter ipotizzare una risposta? Certo, studiare il comportamento animale in determinati contesti. Risposta tua: “Eh, ma non basta”. Ovvio, però ti dà un’indicazione (anceh abbastanza chiara, secondo me) che mediamente l’animale (poi pure lì: son mica tutti uguali) sa benissimo di essere un individuo a sè, prova sentimenti, impara, e (quelli buoni, mediamente molto più numerosi di noi) aiuta le creature a cui si affeziona o che, per motivi tutti suoi , considera debbano essere aiutati. Sarà per questo che tanti umani pensano che sia stupido e, anzi, nemmeno sappia di sé (che è un gradino bassino bassino persino nella nostra scala, eh? Pare arrivi molto prima del linguaggio, per dire - anzi, qualcuno di quelli che fanno le risonanze sostiene che, già a 5 mesi[1], ti può dimostrare una “coscienza visiva” nel lattante…)


  1. per lo stesso errore di tanti: “Posso misurare da qui, prima non vedo abbastanza o non ho metri di paragone. Dunque è da qui che si forma”. E se invece una coscienza di sé si formasse al primo vagito, solo che i tuoi strumenti non la rilevano proprio perché non sai come cercarla davvero se non dopo che somiglia a quella di una persona che è riuscita anche a parlare con te e a rispondere alle tue domande? SE è così, è chiaro perché a 5 mesi vedi la coscienza visiva ma non qualcosa di più, perché tu vedi solo l’attivazione di quelle aree che in futuro saranno deputate alla vista e al riconoscimento visivo. Quindi, in base al suo strumento, il bambino a 4 mesi è sordo, muto, cieco e non cosciente di sé. Applausi. ↩︎

Lo dicevano anche i buddhisti 2500 anni fa. :sweat_smile:
Certo per essere un’illusione gli umani sono una bella rottura di…