In effetti, qui non incentiva un piffero, disincentiva solo. Eppure, che l’economista a cui si è ispirato sia un bluff, dovrebbe averlo capito persino lui
Cito dall’ANSA
La minaccia di dazi ha colto di sorpresa gli Studios e suscitato timori nei vari Paesi dove da anni Hollywood, attratta da incentivi fiscali, delocalizza le produzioni per abbassare i costi troppo alti della California: Canada, Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, ma anche Italia, Germania, Ungheria. I dettagli tuttavia non sono chiari, alimentando il caos che di solito accompagna gli annunci di Trump. Nel suo post infatti non ha specificato se i dazi si applicheranno alle società di produzione americane che producono film all’estero, tra cui i recenti Deadpool & Wolverine, Wicked e Il Gladiatore II. Non è chiaro inoltre se la gabella interessa anche i film nei servizi streaming, come Netflix, oltre a quelli proiettati al cinema, né come saranno calcolati. Il fondatore della catena di cinema europea Vue, Timothy Richards, ha chiesto come Trump definirebbe un film statunitense: “È la provenienza dei soldi? La sceneggiatura, il regista, gli attori, dove è stato girato?”.