Sulla caducità - Hofmannstahl

Sulla caducità

II

Le ore! quando fissiamo l’azzurro chiaro
del mare e comprendiamo la morte,
così lieve, solenne e già senza orrore,

come ragazzine, dall’aria esangue,
con grandi occhi e sempre rabbrividenti
che una sera guardano mute nel vuoto

e sanno che dalle loro membra ebbre di sonno
la vita fluisce tacita negli alberi e nell’erba
e sorridendo esauste si adornano

come una santa che versa il suo sangue.

III

Noi siamo della stessa materia dei sogni
e i sogni sgranano gli occhi
come bambini sotto i ciliegi.

Dalle loro cime la luna piena inizia
il corso d’oro pallido lungo l’ampia notte.
…non diversi affiorano i nostri sogni.

Sono là e vivono come un bambino ridente –
non meno grandi nel fluttuare su e giù
della luna piena che si desta dalle cime degli alberi.

L’intimo dell’animo è disponibile ai loro intrecci;
come mani spettrali in luogo chiuso
sono in noi e sono sempre vivi.

E tre sono uno: un uomo, una cosa, un sogno.

Uh, citazione shakespeariana.

Avevo una raccolta di poesie di Hoffmansthal (quella di Einaudi, mi pare), oltre alla famosa Lettera di Lord Chandos.
E c’erano un paio di sue belle poesie in un’antologia di poesia tedesca del Novecento (sempre edita da Einaudi).

Vedo che è stato pubblicato anche il suo epistolario con Rilke, sarei curioso di leggerlo.

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Tra i poeti tedeschi ho amato Trakl, citato nell’articolo e ovviamente Schiller. Effettivamente sono molto sottovalutati, devo dire, o almeno poco noti.

Ho letto anche lui, mi pare in edizione Garzanti.

Un’altra che mi colpii molto fu Ingeborg Bachmann.

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