Sulla caducità
II
Le ore! quando fissiamo l’azzurro chiaro
del mare e comprendiamo la morte,
così lieve, solenne e già senza orrore,
come ragazzine, dall’aria esangue,
con grandi occhi e sempre rabbrividenti
che una sera guardano mute nel vuoto
e sanno che dalle loro membra ebbre di sonno
la vita fluisce tacita negli alberi e nell’erba
e sorridendo esauste si adornano
come una santa che versa il suo sangue.
III
Noi siamo della stessa materia dei sogni
e i sogni sgranano gli occhi
come bambini sotto i ciliegi.
Dalle loro cime la luna piena inizia
il corso d’oro pallido lungo l’ampia notte.
…non diversi affiorano i nostri sogni.
Sono là e vivono come un bambino ridente –
non meno grandi nel fluttuare su e giù
della luna piena che si desta dalle cime degli alberi.
L’intimo dell’animo è disponibile ai loro intrecci;
come mani spettrali in luogo chiuso
sono in noi e sono sempre vivi.
E tre sono uno: un uomo, una cosa, un sogno.