Scram

0000

Benché prossimo a togliermi di mia mano la vita, per quel destino che sempre gli uomini tiene avvinti, prigionieri dentro un’illusoria libertà candente, vengo a confessarti quegli accidenti che i miei veleni al tuo mondo hanno cagionato. Prima che l’aspo dello spazio e del tempo ingarbugli la matassa del paradosso, prima che la fiumana dei miei per sé riempiano il cosmo, il mio corpo dovrà marcire nascosto in un fosso. Non credere che queste siano frolle frasi dettate da un folle. Mai come ora la mia mente è ferma. Sperando che il tuo mondo sia evoluto, dopo che l’avrai letto, portalo tosto a chi potrà metterne tatto.
Io sono Krucev, il liquidatore, e nella tua terra venni da un’altra aberrazione per cambiarne la ragione. Attraverso la membrana plasmatica dell’Universo, attraverso quaterche di mondi troppo affini distanti millesimi di spinore, inconsapevoli della loro reciproca alterazione venni per toccare la corda della tua affiliazione, ché del dritto di un mondo viene lo storto dell’altro.

0001
Nella frequenza cronica dell’uno che non circoscrive ed è tutto circoscritto, partii penetrando la luculenta profondità dove la sostanza svanisce e l’ senno disfavilla nelle molteplici possibilità della misera distanza.
E quell’intenzione di me, mai nata, parva di velleità, ricolma di oblio, intossicata, pure al viaggio sopravvenne. Berciata ammaccata rovinata mai più uguale approdava alla propria destinazione, seminando in terra i grumosi acidi conati cadmici. Alzai la testa confusa, sperando di essere il clone. Ma, ahimè, io ero l’androne. La bolla temporale avvizziva e la mia prima vittima compariva.

@fantawriter
mi sembra che tu abbia lavorato più sulle parole che sul racconto

È l’incipit e il primo pezzo

troppo elaborato, annoia gente ignorante come me

Cesellare così il proprio lessico è sempre un rischio. Sembra che tu voglia strappare l’applauso dei critici letterari; ma quelli potrebbero anche fregarsene e dirti che sei un narcisista che vuole sfoggiare senza misura la propria cultura. E intanto potresti allontanare i lettori comuni (Jabba docet).

1 Mi Piace

In realtà siccome non si arriva ancora da nessuna parte, il commento che viene è: “embè”?

Mi ricorda un tizio che imbracciava la chitarra e si sparava dur minuti di assolo forsennato. Mentre ancora si spegneva l’eco dell’ultima nota, dal fondo della sala si alzava un profondo e inequivocabile “e quindi?”

Ho questa storia di un uomo che viene da un’altra dimensione e mi permette di farlo parlare tentando un nuovo suono più che un lessico fine. Volevo vedere le reazioni. In realtà ci sarebbero anche blocchi di testo autonomi e altro.

È buono, se parte normale (tipo: “Aprì con cautela la busta ingiallita, sperando in un’eredità o in qualcosa di valore. Iniziò a leggere.”) e si limita a questo stralcio, per poi proseguire con il personaggio che, dopo un commento che potrebbe essere “ma cos’è sta roba? È strana. Vediamo…”) legge in modo più umano, parafrasando direttamente.

Io ho finito da poco di leggere la biografia di Napoleone di de Norvins del 1893 scritto con una tale faziosità e pomposità che se non fossi affascinato dall’argomento lo avrei gettato nel cestino dello sporco.

Un linguaggio moderno rigetta quella ricercatezza vuole semplicità e velocità di espressione.
Non devi assopire il lettore devi dargli una scossa per sfogliare altre pagine.

Ps
questo è solo un parere di un lettore che non ha nessun ritegno a cestinare libri insulsi non certo di uno scrittore che dà consigli.

in effetti, molto dipende dal target.

Ma in un libro altrimenti scorrevole, un trafiletto strano, sul tipo della poesia dell’Anello, per dire, ci può stare

No, non va bene. Devo provare qualcos’altro.