Titolo: Salto nel Buio Titolo originale: You Like It Darker Serie: Autoconclusivo Autore: Stephen King Editore: Sperling & Kupfer Genere: Horror Data d’uscita: 2024 Pagine: 544 ISBN: 9788820079437
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Sinossi:Vi piace il buio? Bene. Anche a me, e questo fa di me la vostra anima gemella.
«L’immaginazione ha fame e ha bisogno di essere nutrita» scrive Stephen King nella postfazione di questa magnifica raccolta di dodici storie che ci calano nei meandri più oscuri dell’esistenza, sia metaforicamente che letteralmente. Questi racconti, sul destino, la mortalità, la fortuna e le pieghe della realtà dove tutto può succedere, sono ricchi e avvincenti come i suoi romanzi, forti nei temi ma altrettanto piacevoli da leggere. King, da oltre mezzo secolo, un maestro della forma, scrive per provare «l’euforia di abbandonare la quotidianità» e in You like it darker i lettori sentiranno la medesima esaltazione, ancora e ancora. Due bastardi di talento racconta il segreto, a lungo nascosto, che lega per sempre due amici divenuti famosi. Nell’Incubo di Danny Coughlin, un’intuizione psichica senza precedenti ribalta decine di vite, quella del protagonista in maniera più catastrofica. In Serpenti a sonagli, sequel di Cujo, un vedovo in lutto si reca in Florida in cerca di conforto e riceve invece un’eredità inaspettata. Ne I sognatori, un taciturno veterano del Vietnam risponde a un annuncio di lavoro e scopre che ci sono alcuni angoli dell’universo che è meglio lasciare inesplorati. L’Uomo delle Risposte si chiede se la preveggenza sia una fortuna o meno e ci ricorda che una vita segnata da una tragedia insopportabile può ancora essere salvata.
Opinione: Iniziamo con il dire che ho un rapporto conflittuale con King. Ci sono dei romanzi che ho adorato e altri che sinceramente trovo logorroici (per esempio IT…lo so a molti suonerà come una bestemmia). Tenete presente che “Salto nel buio è una raccolta di romanzi” e non tutti hanno uno stile che ho trovato piacevole. L’ultimo per me è stato il più bello, forse perché il più vero. Ho questo rapporto strano con King. Per lo più lo trovo logorroico ma quando ingrana…non lo fermi proprio.
Ho letto un totale di 3 libri di King, parliamo di decenni fa. “Una splendida festa di morte” che vorrei rileggere, “La zona morta” che rileggerei volentieri se nella coda di lettura non ci fossero già troppi libri da rileggere, e “Insomnia” che avrei voluto buttare fuori dalla finestra tanto è inutile.
King credo sia così.
Aggiungo che mi trattiene molto la lunghezza dei libri.
E menomale! Pensavo di essere impazzito io! Comunque, in quanto a lunghezza (e mi scuso perché vado un attimo OT), ho iniziato tutto il ciclo delle Fondazione di Asimov (1.000 rotte pagine) quindi per un po’ non compilerò la sezione “Biblioteca”.
Torniamo a King: io trovo molto frustrante questo modo di scrivere. Un flashback di IT è lungo quasi 70 pagine! Quando torni al presente a malapena ti ricordi le 50 pagine che avevi letto!. MI rendo conto che è una mera questione di gusti, poco da dire anche perché il sig. King, quando vuole, sa accelerare eccome i tempi. Ho letto storie che mi hanno entusiasmato:
Guarda, sentirà gli anni ma io sono all’inizio e devo dirti che ho difficoltà a staccarmi dalle pagine. Mi piace molto per ora…ma proprio tanto. Molta creatività e poi quella sobrietà di stile asciutto ma mai povero di dettagli.
No assolutamente, dico solo che se superi l’empasse di uno stile un po’ agé, temi che fanno un po’ sorridere per quanto son superati (specie nei primi romanzi ha un certo qual paternalismo misogeno nei confronti delle donne, che all’epoca avevano il ruolo che avevano, superato un pochino nei romanzi più recenti), e una sorta di scollamento, diciamo, tra i vari romanzi scritti in epoche e con scopi diversi, superato tutto ciò è un ciclo di romanzi stupendo, specie se lo colleghi al ciclo dei Robot.
L’ho letto in contemporanea alla serie TV Apple, che ho odiato dal profondo, peraltro. Godibile, ma ero alla, credo, terza rilettura completa (e quarta o quinta parziale).
Io ho provato a rileggere il Ciclo in originale qualche anno fa, ma poi ho mollato. Credo però che il problema non sia solo dell’opera, ma di un mio più generale distacco dalla fantascienza.