Recensioni: “Lars e Gli Elfi” di Salvatore Privitera (2023)

Per quanto onnipresenti e fondamentali, occorre in questo specifico caso tenere da una parte per un attimo le implicazioni della letteratura puramente gotica nel senso più diffuso del termine, rivolgendo sicchè la nostra attenzione soltanto alla primissima forma ottocentesca della letteratura fantastica che si identifica con la parola Fantasy, contraddistinta da narrazioni basate sulla rappresentazione del tropo avventuroso ed epico , profondamente intimato con il mistico, il magico e folcloristico. Quest’ultima è scaturita per mezzo di un distacco dagli obiettivi formativi e pedagogici delle antologie fiabesche, maggiormente ereditati da romanzi fiabeschi come Alice nel Paese delle Meraviglie, Pinocchio, Il Meraviglioso mago di Oz, L’Uccellino Bianco, Peter Pan e molti altri. Per quanto apparentemente somiglianti, queste opere appena elencate, sono state incontestabilmente diverse da quelle che invece hanno rinunciato alla attitudine educativa di Andersen e alla metodologia formativa di Goethe, come ad esempio La Principessa e i Goblin e Lilith (MaC Donald), La Terra Cava (Morris) Il Re del Fiume d’Oro (Ruskin) che non si limitano pertanto ad essere solo dei normali romanzi o racconti fiabeschi, ma raggiungono bensì anche e soprattutto il ruolo storico di primissime opere di Fantasy conclamata mai scritte nella storia. Ma sono esistiti nomi e luoghi dove si è cercato di riunire queste due linee in “antitesi”? La risposta è indubbiamente si.


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