Racconti: RV78B

di Giacomo Lombardi

Erano le sette di mattina e già il termometro, appeso al muro della base sotterranea Icaro, segnava quarantadue gradi Celsius. Le ventole si areazione lavoravano a pieno regime, anche se non facevano che riversarvi dentro aria sempre più calda. Ramiro si asciugò la faccia con uno straccio sudicio e per la terza volta in quella mattina appoggiò l’occhio destro al periscopio. Digrignando i denti, roteò lentamente con esso verso destra, scandagliando la superficie bruciata della valle. Il riverbero della luce sulla terra rovente saliva verso il cielo come lunghe lingue di fuoco. Aria, luce e sabbia sembravano confabulare senza posa per esasperare l’occhio umano con fosche illusioni ottiche. Ramiro lo sapeva bene, ormai non ci faceva... - Leggi l'articolo


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