L'ultimo libro letto

Ho quasi completato Complicity Di Iain M. Banks.
E’ il secondo libro non di fantascienza di Banks che leggo, il primo (Il ponte) non mi aveva detto molto, questo è decisamente niente male. Non lo definirei un capolavoro, ma il paragone con American Psycho in un certo senso regge.
A 30 pagine dalla fine dico che merita.

American psyco … è unico. Non toccatemelo.

Ricordo vivamente la scena con la sega elettrica.
E il libro l’ho letto 30 anni fa

Cerco complicity

E’ un paragone, ma non è neanche minimamente allo stesso livello.

ok

Piacevole, dai. Devo ancora decidere cosa leggere poi, quasi quasi leggerei la raccolta di racconti intitolata non-ricordo-come suggerita da non-ricordo-chi non-ricordo-quando. Era gratis l’altro giorno, per dire.
Mi pare.

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Ho infine terminato Martin Eden, di Jack London.(1909)

Wow. L’autore lascia gli animali (capolavori, per me, Zanna Bianca e Il richiamo della foresta), il protagonista diventa un umano, un alter ego di London, dato che alcuni momenti della storia prendono spunto da eventi autobiografici. LIbro lunghetto, oltre 400 pagine, che mi è piaciuto un sacco, un crescendo notevole. Parte in media res, cresce col passare delle pagine, appassiona, dato anche che è scritto benissimo, ma forse benissimo è un eufemismo, darei la falange del mignolo per scrivere come Jack London. Il finale è straziante e sconvolgente, ma la scrittura là assume forme divine, la migliore descrizione che abbia mai letto, finora, della depressione.
Ora, racconterei per sommi capi la trama, dunque
SPOILER
Martin Eden è un giovanotto, già passato per mille esperienze, un’infanzia di risse e botte, una vita da marinaio che gli ha fatto toccare molte parti del Mondo, dalla base in California (Oakland). Dopo aver difeso un damerino in una rissa, viene invitato da questi, che è un riccone, a casa sua. Lì conosce la sorella del riccastro, ed è colpo di fulmine.
Capisce e nota la distanza sociale che ha con la ragazza, che è abissale, e decide, dato che è innamorato perso, di studiare da autodidatta. Lei è affascinata, come tutte le ragazze, da Martin Eden, ma per certo non è innamorata (inizialmente), lo vede come un caso pietoso e gli dà una mano quanto meno a imparare a esprimersi bene.
Lui ha una forza di volontà di ferro, una disciplina pazzesca, fomentata pure dall’amore, e decide di studiare. Povero in canna, scopre i libri e le biblioteche. Dedica al sonno sempre meno ore, che considera comunque sprecate, fino ad arrivare a 5 ore a notte. Il resto, studia. Talento innato, impara a velocità stratosferica in pochi anni tantissime cose. Nei ricevimenti dei ricconi, dove è un pesce fuor d’acqua, pian piano comincia a dire la sua, fino ad arrivare al livello dei suoi interlocutori. Ma non solo. Nel tempo, trova questi ricevimenti sempre più noiosi, la sua cultura ormai ha superato e di molto quella degli invitati, che trova ignoranti, sorprendentemente ignoranti, su cose che lui ormai dà per scontate, e gli argomenti di conversazione per lui sono sempre più insulsi e cretini.
Comincia a scrivere, da vero dilettante, decidendo di diventare scrittore. Legge le riviste, e quello che legge lo trova inferiore alle sue possibilità.
Però tutto quanto spedisce a riviste ed editori viene rifiutato Anche decine di volte. Lui continua imperterrito a spedire tutto a tutti. Si adatta a lavoretti, impegna quel poco che ha, vive da poveraccio, impresentabile. E’ l’unico a credere in sè stesso, tutti lo reputano un fannullone, che passa il tempo a non fare nulla, a battere a macchina (in prestito pure quella), non cerca un lavoro…tutti cominciano ad abbandonarlo.
Seguono varie vicende, la conoscenza di un altro giovane simile a lui, ma ricco, la vita di lavoro in lavanderia…ma alla fine, quando meno gliene importa, trionfa.
Smette di scrivere, e come per magia tutto quanto aveva inviato viene pubblicato. I vari editori fanno a gara a scusarsi e a ricercare i suoi vecchi scritti, i soldi piovono in quantità industriale, i suoi romanzi e saggi sono tradotti in varie lingue, discussi, celebrati. Diventa ricco, ricchissimo, schifosamente ricco.
Tutti tornano da lui. Tutti lo invitano a cena, lo riveriscono, fanno a gara per averlo in società. I genitori della tipa, che le avevano proibito di vederlo, lo invitano a cena, ora. E magari sposasse la loro figlia. Ma lui non riesce a togliersi questo pensiero: io non ho pubblicato nulla di nuovo, tutti mi invitate ma io sono sempre lo stesso, tutto quanto ho scritto l’avevo scritto quando tutti mi schifavate, solo che non veniva pubblicato. E’ solo il mio trionfo sociale ed economico che stimate, solo questo vi dà la misura della mia persona, che è quella di sempre, uguale a quando non avevo i soldi per mangiare tutti i giorni.
Passa sempre più tempo in poltrona, senza pensare, senza dormire, assente. Ama dormire la notte, quando per tutta la vita l’ha considerato una perdita di tempo.
E’ sempre più insofferente nei contatti con le persone, non vede l’ora che l’interlocutore se ne vada, per stare da solo, in poltrona, a fissare il vuoto. Non ha più scopi nella vita, nulla lo interessa, vuole solo stare in silenzio, da solo. Svegliarsi diventa una pena, un’altra giornata vuota e inutile da trascorrere. Decide di partire per l’Oceano, in prima classe, pentendosene subito. La vita per lui è una sofferenza, la morte diventa un’idea sempre più interessante, la fine delle sofferenze. Non visto, si cala da un oblò, e scivola in acqua, nella scia della nave, che si allontana sempre più…sperso nell’Oceano. L’istinto lo fa nuotare, allora decide di fare un respiro e nuotare verso la profondità, più forte che può, in maniera da non riuscire a riemergere, se si pentisse. Nuota verso gli abissi, nel buio, con la pressione che gli fischia nelle orecchie; infine, quando non ce la fa più, respira acqua ed annega…(London in tutte queste ultime pagine è magistrale, incredibile, le leggi in un attimo).
Voto…9 direi, gran bel libro.

Con questo termino il filone dedicato agli anni “zero” del Novecento e parto con gli anni Dieci, sempre del Novecento. E non pare ci siano tantissime cose.

Mah.

Sarà scritto bene, però a me servono storie allegre, che la vita è già abbastanza dura così - non so se dirtelo: zanna bianca e il richiamo della foresta, due bei libri certo. Quando avevo 6/10 anni, poi anche basta.

E ora, l’angolo della Cultura per Pochi.

Molto sanno della “d” eufonica, di cui si parla anche presso l’Accademia della Crusca, dove si enuncia chiara la regola generale:

si mette la “d”, con “e” e con “a” davanti alle parole che cominciano con la stessa vocale (con la “o” non si usa più).

Però, avverte la Treccani, ci sono alcune eccezioni dettate dalla frequenza d’uso (“ad esempio”, fa eccezione) e casi in cui si deve evitare, tra i quali questo:

Quando la presenza nella parola successiva di altre t e d (e in particolare delle sequenze ad o ed) renderebbe l’aggiunta della d non eufonica, ma cacofonica
esempi:

Fino a adesso (non fino ad adesso)

Case e edifici (non case ed edifici).

Allora diciamo che c’è una seconda regola, ignota ai più:

non si mette la d se la parola successiva contiene una “d” o una “t” dopo la prima vocale.

Tipo: “ed editori” è sbagliato, si scrive “e editori”.
(Invece, per dire, “ad andare” è corretto, perché la “d” non è subito dopo la vocale e sembra perciò che non crei un suono peggiore. Sembra, ma occhio, eh?)

Lo dico: Jack London se l’è cavata solo perché scriveva in inglese, sennò si sarebbe fermato al primo libro, sapevàtelo.

Joyce?

Un paio suoi, la Woolf, forse la Deledda e qualcos’altro.

Ma ho iniziato con Il mondo perduto, di Conan Doyle.

E …no, non farei mai leggere London alle elementari, troppo brutale, a volte.
A meno che si parli di edizioni non integrali… :face_vomiting:

Ecco per me “edizione non integrale” ha sempre avuto l’aspetto di un rutto in chiesa, per un credente.
Non si fa, punto e basta.
Buoni per accendere il caminetto.

L’anno scorso hanno letto Zanna Bianca (quarda elementare). Edizione ridotta, ma per la lunghezza, non per la crudezza. Le bastonate a Zanna Bianca c’erano tutte.

Solo dai 7 anni in giù. Nel senso che, se leggi una storia la sera a tuo figlio che ha 3-5 anni, o se la legge lui tra i 6 e i 7, ci sta che sia semplificata e ridotta. Per tutti gli altri, versione integrale.

Per ormai pigrizia cronica sto leggendo solo gli Urania…

ultimi letti: I cronoliti di Robert Charles Wilson autore che mi è sempre piaciuto molto, ma che però non sa scrivere i finali secondo me e la seconda parte dell’antologia di racconti uscita lo scorso anno

Ho terminato Canne al vento (1913), della premio Nobel Deledda.

Beh…wow! Tutto quello che non mi aspettavo, c’era. Tutto quello che pensavo (di male), non c’era.
Credevo fosse un mattone illeggibile, datato, noioso, na palla indigeribile.
Invece, l’ho divorato. Sia perchè ha poco più di 200 pagine, dunque, non è enorme (che poi l’ho letto sul Kindle, penso abbia quel numero di pagine, ma non sono sicuro); sia perchè dopo la prima decina di pagine, prende parecchio.
E’ scritto indubbiamente molto bene. Parla di un villaggio della Sardegna, nel quale vengono seguite le vicende di alcuni personaggi. La cosa bella è che tali vicende assurgono a caratteri universali; i sentimenti tra di loro non hanno nulla da invidiare a una tragedia di Shakespeare, tanto sono forti, decisi, ma anche tenuti segreti, e di segreti inconfessabili (o confessati) ce ne sono vari, nel libro.
Bello bello, non voglio dire altro della trama, accenno che c’è un vecchio servo, tre sorelle nobili ma cadute in disgrazia, un paesello povero, dove non mancano un signorotto e una usuraia, e tutto poi decolla con l’arrivo, dal continente, del bel nipote delle nobildonne, un vero poco di buono.
MOLTO consigliato, è quasi un orgoglio dire che abbiamo simili romanzi, nella nostra letteratura.

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Cioè, inizi a leggere per annoiarti a morte?

Non hai ancora capito che lui segue risolutamente la sua lista? :grin: Mica si fa intimorire come noi babbani.

Io capisco tutto, ma non è che la lista gliela compila qualcun altro che poi lo interroga, no? Cioè, sarà anche ammogliato, ma mica avrà l’aggravante di aver scelto una professoressa… O sì?
Potrebbe essere come coi film - obbligo di saperli tutti, pure quelli brutti, che sennò poi nei salotti la conversazione langue?

@Tobanis, affarone: vendo bignami di libri pallosi e recensioni di film d’autore (scarso) a un prezzo imbattibile. Conversazioni culturali garantite. Affrettati!

Diciamo che mi faccio certamente una lista di libri, una chance va data, ritengo, quanto meno ai maggiori, ai più importanti. Per non parlare degli autori, poi, qua abbiamo la Deledda, un premio Nobel.
Ora direi che tocca a Joyce, ho adorato il suo Ulisse, al tempo, vediamo con questa (famosa) raccolta di racconti come va.

I racconti sono molto belli, così come Io Ritratto dell’Artista da Giovane (o da Giovedì come vorrebbe il T9)

In effetti, confesso che sto aspettando il prossimo libro di un’autrice che scrive male, solo per vedere se riesce a migliorare.

E per cazziarla a morte per ogni frase sbagliata che scrive.