Ipotetiche Mappe Galattiche

Supponiamo vogliate scrivere un racconto con ambientazione spaziale, classico viaggio tipo space opera.
Come vi regolereste con le destinazioni?
Diamo per assodato che non si tratti di Hard Sci Fi, altrimenti la scelta è davvero ridotta, tuttavia non volete neppure andare nel “liberi tutti”, ovvero il viaggio istantaneo che vi porta da X a Y fregandosene della distanza e del contesto. Volete quindi ambientarlo in questa Galassia, anzi, in questo settore della Galassia (perché tanto se ti sposti di un po’ troppi parsec, poi non ci sono piuà nomi né sigle).
E quindi, come andreste a costruire il vostro itinerario o la vostra ambientazione?
La prima ipotesi è quella di prendere una mappa tridimensionale e costruirla lì sopra. Complicato perché immagino abbiate dei limiti di ambientazione, e diamine, lì fuori gli esopianeti abbondano ma trovarne uno di adatto all’ambientazione è peggio che cercare un appartamento a Milano senza donare un occhio.
La seconda ipotesi è quella di spostarti direttamente altrove. Cambiare i nomi, scegliere un settore senza nome, battezzarli, e via.
La terza ipotesi è sbattersene e anche se la via più diretta tra Epsilon Eridani e 61-Cigni non passa per Tau Ceti, pazienza. E pazienza se Epsilon Eridani B non è roccioso e ha una massa 41 volte superiore a quella della terra… pazienza, ce ne faremo una ragione, qualcuno andrà mai a controllare?

Voi che ne pensate? e perché?

Credo che si potrebbero usare riferimenti a stelle e pianeti reali insieme ad altri inventati, considerando che i pianeti simili al nostro - sui quali vorresti ambientare l’azione - sono più difficilmente rilevabili. Avresti quindi ampio margine di manovra per la tua creatività.

Se i “protagonisti” sono terrestri, potremmo ipotizzare che siamo nel futuro (se utilizzi un metodo di viaggio che abbia un senso temporale dentro la storia) e quindi puoi forzare le cose inserendo elementi comodi per la trama/ambientazione che al momento non sono noti

Pianeti artificiali qua e là?

Io amo la Hard SciFi, quindi il viaggio FTL mi lascia sempre un po’ perplesso. Ma nel mio attuale progetto, non ho alternative: la crociera deve svolgersi in un arco temporale ragionevole – una crociera non può durare secoli, a meno che non si parli di uno scenario alla Wall-E.
In questo caso il contesto è una civiltà multirazziale di razze umanoidi, in questo settore della galassia. Le mie necessità narrative richiederebbero una serie di pianeti abitabili o terraformabili, cosa che evidentemente cozza con la realtà di una miriade di esopianeti tutti NON abitabili e NON terraformabili.
E, sfiga, il contesto (e la mia forma mentis) richiedono anche che la tecnologia non sia troppo diversa da quella di oggi.
Temo che dovrò rassegnarmi e piegare la realtà secondo le mie esigenze (ovvero, pazienza se oggi non ci sono esopianeti noti con le caratteristiche che mi servono).

@HC secondo me sbagli approccio. Noi definiamo destra, si istra, avanti e indietro o anche le coordinate perché ci passiamo. Ma nello spazio non puoi passare per quelle distanze.

Quindi le destinazioni sono in base alla propulsione. Mettiamo che trovi una scorciatoia in altre dimensioni, quindi dovresti usare termini per dire alto o basso in 13D.
Oppure, trovi un tipo di radiazione che viola il principio della velocità luce (basta che non sia vincolata ad uno dei limiti attualmente esistenti, come negare il V postulato di Euclide) , le destinazioni sono definite come colori o come colori che ancora non abbiamo.

Oppure viene sviluppato un linguaggio nuovo dove il nome non designa tanto la cosa in sé, ma.come arrivarci (il nome come mappa insomma) o come percepirla - altrimenti chi ha senso diversi potrebbe non capirti.

Se i neutrini non hanno massa, le normali leggi su massa e velocità luce valgono ancora? Ipotizza una nuova particella che si debba fermare a velocità c e codifica la trasmissione affinché porti l’informazione dall’altra parte.

Se la storia usa il viaggio solo come spostamento, puoi restare nel vago e concentrarti sugli aspetti planetari… non serve spiegare. (quanti romanzi spiegano la fisica del viaggio?)

Considera che se scrivi un racconto in cui viaggi in autoi, non spieghi come funziona il motore.

Questo mi piace. Che poi, noi c’abbiamo già le metro colorate.

Ipotizza una nuova particella che si debba fermare a velocità c e codifica la trasmissione affinché porti l’informazione dall’altra parte

Questo è mica il teletrasporto?

Piegare lo spazio con un nuovo combustibile a gravitoni?

Grazie, son tutti suggerimenti validi.
Il mio cruccio è che per mia natura ho necessità di avere una solida base (pseudo) scientifica su cui ancorare un fatto. Altrimenti scriverei fantasy.
E se è vero che oggi non spieghiamo come funziona il motore quando raccontiamo un viaggio, è perché tutti sanno come funziona, anzi, perché lo abbiamo visto che funziona. Ma immaginate un autore nel 1865 che raccontasse come viaggiare dalla terra alla luna. Vabbè, non si fa fatica, vero?
E’ pur vero che il viaggio FTL è sdoganato dalla fantascienza, e quindi che sia un wormhole, una propulsione a improbabilità infinita o un motore warp, al lettore importa poco… o no? Boh, uno spiegone ci può stare? Mah. Il sense of wonder che fine ha fatto? Mi pare che ultimamente i romanzi non ne portino troppi, per questo sto provando a titillare il lettore ancorando per bene a fatti assodati della scienza ogni aspetto del mio progetto.
Comunque credo di aver risolto la questione, aver trovato una formula che mi piace e non cozza troppo con il mio sentire ingegneristico.
Sto pensando se aprire un thread privato per questo worldbuilding. Non vorrei rivelare troppe cose ma parlarne mi aiuta a chiarire le cose. Che ne pensate? Devo cavalcare il momento creativo finché dura.

Gli spiegoni sono pericolosi. Meglio buttare qualcosa qua e là, facendo fare 2+2 - fx * y =5 al lettore.

Concordo
Gli spiegoni è come se attraversi un pantano