La radio si sente male, ma lo dice, lo sta ripetendo che sta arrivando, che impatterà a breve, che le autorità saranno sul luogo, non c’è da temere.
Non c’è da temere ma Luca ha sfondato il semiasse, la campagna è deserta, ha chiesto il soccorso ma non ha ricevuto conferma. S’incammina, cerca notizie, leggendole in subliminale
atteso un esemplare di probabilmente 90 metri, forse disorientato dai fasci radio dei telescopi o delle microonde degli accumulatori in orbita o forse dalle troppe trasmissioni vaganti
Ma chi se ne frega! Che crepi quella bestia infame di m€rd@!
Sorta di cefalopode, adattatosi probabilmente alla perdita dell’atmosfera del loro ambiente originale
Una sorda botta lo investe appena dopo la fiammata che gli ha tagliato la strada, arrivando da chissà dove. Luca si rialza spaventato, confuso. Parole cianciano via sullo sfondo mentre cerca nel flusso qualche guida di pronto soccorso, cosa fare in questi casi. Deve scappare? È pericoloso?
Il loro sistema di trasporto non è ben noto. Si suppone che le sacche di gas non servano all’idropropulsione ma alla computazione collisionale basata sul modello “a palla di biliardo”, violando in qualche modo la seconda legge della termodinamica
Ancora nessuna risposta. Nessuna risposta. Freddo ma suda.
È lì a portata di vista.
Non è un omino verde; e questo è piccolo, lungo un paio di metri o poco più. Ci sono state più collisioni? Nessuno lo ha detto, eppure…
Certa la sensibilità di risonanza magnetica
Le placche della bestia si spostano fluide mentre si torce e cambia colore. Il fascio luminoso della sua torcia, deve essere quella che
Il buio è diverso. Il freddo adesso vuole sbranarlo, non meno. Le stelle sì ci sono ancora ma no niente terreno. È il vuoto quello che lo circonda. Il cefalopode si allunga e lo ingoia mentre galleggiano nello spazio e gas ignoti lo invadono, dandogli calore e protezione, persi in coordinate capite male.