Il Vij (Nikolaj Gogol, 1835)

Pur nel rendersi conto che per la scelta di espressioni tecniche e letterarie – di livello in vero assolutamente incontestabile – nonchè  per forme strutturali, il racconto dal titolo Il Vij possa non essere la più consigliabile tra le opere brevi di Nikolaj Gogol, quest’ultimo, tra quei racconti russi che sfiorano il contesto fantastico; occulto, mitologico; folk – che si intenda tutto all’insieme o quand’anche separatamente – talvolta perfino radenti al romanzo introspettivo o psicologico, è decisamente il più ammaliante, ipnotico e quello che maggiormente cerca un contatto – pur mai a buon mercato o banalmente – con il romanticismo-gotico occidentale. Inutile dire che se si entra nella mentalità di questo tipo di narrazione, tali intenti di Gogol risultano considerevolmente vittoriosi soprattutto nel creare un qualcosa di unico in termini di rappresentanza di una essenza russa senza tempo, nonostante i suoi arridenti avvicinamenti ad alcuni tropi germanici e all’occidente. 


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