Un bel romanzo, ricco di spunti interessanti, che racconta una storia da un punto di vista culturalmente diverso dal solito: la Cina della Rivoluzione Culturale.
Partendo dalla persecuzione di una scienziata non allineata alla politica rivoluzionaria, si racconta la storia di un grande progetto cinese che segnerà il destino del mondo; e nel contempo si racconta la vita in un mondo extraterrestre in cui le cose non sono esattamente come ce le aspetteremmo.
La bellezza di questo romanzo è nella sua inventiva. Sono tantissimi i punti davvero originali, molto fuori dagli schemi, che purtroppo per non spoilerare è impossibile citare.
Il problema dei tre corpi è un problema matematico ancora oggi non completamente risolto, in particolare nel caso generale, a causa delle sue peculiarità caotiche. Tre corpi in gravitazione hanno un’orbita completamente impredicibile a causa dell’accumularsi degli errori di stima della condizione iniziale. Il risultato è che un pianeta in orbita attorno a un sistema triplo avrebbe condizioni fisiche assolutamente instabili. Liu Cixin immagina dunque una civiltà che, per le sue caratteristiche biologiche, riesca a sopravvivere all’alternarsi dei periodi in cui le tre stelle sono più vicine al pianeta (con temperature altissime tali da uccidere completamente ogni essere vivente) con i periodi di relativa stabilità in cui essa riesce a fiorire e a svilupparsi.
E sulla base di queste caratteristiche, riesce ad immaginare come il progresso di tale civiltà si sia dovuto adattare a questo ritmo discontinuo, ma come esso nonostante la tecnologia assolutamente più avanzata di quella umana, sia assolutamente insufficiente a dare supremazia sulle altre civiltà galattiche.
Il tema invece della foresta dei lupi non è un tema nuovo come spiegazione del paradosso di Fermi, già peraltro affrontato in molte space opera recenti, cito ad esempio il ciclo degli Inibitori di Reynolds (ciclo della rivelazione), ma persino in The Expanse.
E infine, merita citare il tema attualissimo dell’a-scientismo che il nostro secolo sembra attraversare nonostante la tecnologia ci stia portando ad applicazioni impensabili 40 anni fa.
Bisogna dunque riconoscere il grandissimo merito all’autore che, partendo da una semplice constatazione relativa al problema matematico di cui al titolo, non solo inventa una storia come detto originalissima, ma riesce con essa a toccare tantissimi punti interessanti relativi alla scienza, alle grandi domande cosmologiche e al futuro dell’umanità.
Sebbene il ritmo narrativo talvolta ne esca un po’ stanco, i romanzo è pienamente godibile e per me si merita un bell’8 pieno.