Gli ultimi istanti

Giaccio in questo luogo da un tempo che ormai non saprei quantificare.
Resto immobile, placcato dalla gravità, la mia mente obnubilata nella nebbia della sofferenza, in equilibrio sul precipizio dell’incoscienza, sforzandomi di reagire al desiderio invitante di lasciarmi andare nell’abisso del nulla.
Resto immobile, tranne quando all’improvviso un respiro gelido fa vibrare la superficie del mio corpo, come il tocco senza vita di uno spettro. Allora sento la mia epidermide secernere dolorosamente e la mia mente urlare grida strazianti e silenziose che le mie fauci immobili non possono vocalizzare.
E ad ogni alito sento il dolore trafiggere tutti i miei arti come spilli incandescenti, ma mi sforzo di restare immobile, di frenare il tremito, questo doloroso vibrare, sapendo che ogni cedimento porterà ad ulteriori patimenti.
Di tanto in tanto un dio lontano e dimenticato mi grazia con qualche minuto di incoscienza, dal quale il mio desiderio di sopravvivenza mi desta con improvviso e dolorosa mestizia.
La mia casa è lontana, la mia progenie mi attende e il loro ricordo mi dilania. Mentre attorno a me odo scricchiolii e schiocchi dell’ambiente che impassibile mi osserva, lontano so che un nuovo giorno sta prendendo forma.
Tengo le palpebre dei miei globi oculari ben serrate, timoroso delle radiazioni che inevitabilmente le trafiggeranno non appena la linea di transizione avrà fatto il suo corso sulla superficie di questo pianeta. Respiro piano, l’atmosfera densa mi sembra melassa bruciante nei miei sacchi respiratori, affaticati e doloranti per lo sforzo di tenermi in vita.
Finalmente odo un latrare vicino e il tempo sembra riavvolgersi e agglutinarsi in se stesso con uno scatto.
Iperestendo una appendice e ghermisco con lentezza snervante la sonda che giace a pochi centimetri dalla mia carcassa, traendola con sforzo penoso e un lamento silenzioso.
La avvolgo in me e attendo per un tempo che non sono non grado più di contare. Dopo secoli o pochi secondi la sonda vibra e mi desta dal torpore.
Sollevo con diffidenza una palpebra e scopro con sollievo che non v’è odio in questa stella, il dolore della cecità mi è stato risparmiato.
Guardo la sonda.
«37.2, sono morto.»
«alza il culo, devi portare la bimba all’asilo » mi intima il Dio.

(Tratto da una storia vera)

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Mi sono quasi intristito :sleepy:

Vedrai, ci si abitua al dopo sbornia. Se passi al bar ti offro il caffè.
E l’ammazza caffè.
E l’ammazza te.

(Se non ci ha pensato tua moglie)

Bello. 8 ci vuole.

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Bastava un’aspirina.
Non male.

Secondo me son stati i peperoni ripieni.

Meno male che è intervenura quella santa donna di Dio a ricordarti che ci son cose più importanti. Tipo correre quando lo dice lei.

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Pubblicato il nuovo racconto.
Date un’occhiata al booktrailer: Gli Asini di Tytan - YouTube
Il racconto è qui: Gli Asini di Tytan – Racconti di fantascienza

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Eddai, apriti un topic apposito!! Merita :slight_smile:

ok, lo faccio. Ho postato tutto così di corsa che non mi ero accorto.

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No, niente peperoni, te l’ho detto è che tratto da una storia vera (potevate anche chiedermi come sto, eh.)

Se scrivi stai bene, lo hai già espresso.

Ma non è tanto il tuo mal di testa, quanto le legnate del Dio - fanno molto male? Le costole, tutte a posto? Il setto nasale? Oh, non farci preoccupare eh.

Ho 37.2 l’ho detto, perché dite che va tutto bene?

No, ho detto che se scrivi, allora non stai male. O almeno non troppo.
Tampone negativo, un po’ di febbre. Tu sai cosa devi fare vero? Latte caldo con tanto cognac, coprirti molto e sudare molto. la febbre è un modo che il corpo ha per uccidere microbi e batteri. Il caldo è tuo amico (seriamente), se tieni il corpo ad un forte calore, starai meglio a breve. Meglio l’alcol che le medicine, almeno come primo passo.
Poi torno a vedere come stai, ma se c’è la bambina, addio riposo.

LOL tranqui, la storia mi è spuntata nella testa stanotte mentre tremavo dai brividi, e al mattino avevo 37.1. Voleva essere autoironia sul pittimismo maschile.

(la bambina è a scuola, tra un po’ torna ma tanto sono in piedi, e mi sono imposto di non lavorare)

perchè se dici che stai così male con 37.2 allora mi preoccupo.

@Fantawriter ricordami un attimo, tu non sei sposato vero ? :wink: Perché dovresti sapere che tra le donne è un tema ricorrente quello del pittimismo maschile, con 37.2 sembra stiamo morendo eccetera mentre loro con le mestruazioni il parto eccetera…
Io in realtà cerco di non rompere le scatole se sto male, neanche con 38.

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Non sai quante donne si lamentano dei propri uomini che son odei rottami con una linea di febbre. HC è solo un valido prosecutore di una onorata tradizione, il pittimismo da lui citato.

Ehi dove è il badge “pittima”?!

Vediamo se riusciamo a tirarci su di morale @discobot cita

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Ciao! Per sapere cosa posso fare, dimmi @discobot mostra la guida.

Sposato, sposato.
ma chi è discobot? Quante ne sapete!

@discobot fortuna

:crystal_ball: La mia risposta è no

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