Everything everywhere all at once (2022)

Decisamente uno dei film più folli visti. Comincia come un film “normale”, con questa famiglia cinese che in America ha una lavanderia a gettoni, le cose vanno bene, si pensa di ingrandirsi, per quanto invece le cose in famiglia non vadano bene, la coppia è prossima al divorzio; tra madre e figlia c’è il gelo, il nonno è un tantino rincoglionito. Mentre salgono nell’ufficio imposte, il marito rivela alla moglie di non essere suo marito, ma un altro “lui” di uno dei tanti mondi del Multiverso, un’altra Terra dove ne sono successe di ogni, e che una presenza maligna sta devastando i vari mondi. E secondo lui, la sconcertata moglie sarà l’essere positivo che dovrà opporsi a quello malvagio. Lo sbalordimento e l’incredulità della moglie sono quelli dello spettatore, e da lì ne succederanno di ogni, ma veramente di ogni, intendendo di tutto ma tutto tutto, come poi è palesato anche dal titolo. C’è tanto in questo film, ciò che manca probabilmente è solo l’originalità, dato che si rifà (o cita) per certo a Matrix, per alcuni aspetti, ma pure gli stessi attori che recitano più parti è qualcosa che già si era visto altrove, vedi ad esempio il bel Cloud Atlas, sempre delle sorelle Wachowski (ex fratelli Wachowski).
Film che cresce nel proseguo, e da un 6/7 direi che va comodamente a un 7/8, che è il mio voto finale. In Italia ha avuto poca fortuna commerciale, comparendo brevemente al nono posto delle classifiche settimanali degli incassi. E’ andato benino comunque nel mondo, grazie anche ai piccoli costi di produzione. Critiche molto favorevoli ovunque, pubblico entusiasta. Dato che la figlia della protagonista è lesbica (e una volta tanto questo è funzionale alla trama), il film non verrà visto negli Stati trogloditi e sottosviluppati, ricchi fuori ma poveri dentro, come Arabia Saudita e Kuwait. Peggio per loro, questo è un film che apre la mente. Ai Golden Globe varie nomination e vittoria per i due protagonisti Michelle Yeoh e Ke Huy Quan (curiosamente, lui come non protagonista, è il marito, nel film). Vediamo se e come il film andrà agli Oscar, potrebbero anche tornare a metterlo in sala.

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Mi manca. Lo metto in lista.

Visto.

Allora, bello, sì. E, tra una follia e l’altra, ti strappa anche qualche sana risata - insomma, buono. Però lo dico - anche se so di andare un filo controcorrente: non credo sia un film che potrei vedere due volte in un anno - e questo per me è un criterio per distinguere i “belli” dai “capolavori”. Insomma, bello, contento di averlo visto, ma no: non è un vero capolavoro, per me. Otto, comunque, ci sta.

2012, saltato ai tempi, visto questa sera

Lo dico qui