Crimini futuri di David Cronenberg

Visto in anteprima, sottotitolato.
Che dire se non stupendo? Per certi versi anti filmico, senza scene d’azione e con tutta l’ ambiguità narrativa tipica sua.
Ha frullato assieme The Kingdom di Lars Von Trier e body art, il sesso malato di Crash e la sensualità ambigua della tecnologia, fino alla droga di strada del Pasto Nudo.
Decisamente potente e pieno di strati. Se il suo primo cinema era il cambiamento del corpo e il secondo quello della mente (inseparabili e M. Butterfly ma anche History of Violence, con il protagonista dalle molte sfaccettature e quasi doppia personalità) qui abbiamo tutto e di più.

Non dico nulla della trama, delirio allo stato puro. Eppure il tema dell’evoluzione inevitabile e i cambiamenti corporei volontari sono quelli che più cyberpunk ci sia, senza cyborg o realtà virtuale.

Un letteralmente viscerale. Forse non un capolavoro per via di alcuni dettagli, ma ci siamo vicini

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