Assistere a Crimes of the Future di David Cronenberg è stato come ripercorrere la sua filmografia. Una passeggiata quasi nostalgica tra elementi e temi a lui cari: il body-horror di The Brood e Videodrome, con l’evoluzione dei tumori in nuovi organi unita ad un finale in stile “gloria e vita alla nuova carne”; l’evoluzione dei “pod” e dell’erotismo della biotecnologia di eXistenZ; il feticismo chirurgico figlio diretto di Crash.
Un tuffo nel passato corredato dalla diciottesima colonna sonora firmata dell’immancabile Howard Shore.
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