Archimede se ne stava sul bordo della vasca, ad osservare la nave di legno galleggiare a pelo d’acqua.
Sul fondo giaceva la paperella di terracotta.
Archimede spostava lo sguardo dall’una all’altra, in silenzio.
La nave oscillava tra le microscopiche onde generate dal calore del clima siciliano, in quell’estate torrida.
La paperella era triste, sul fondo.
Archimede si grattò la testa. Quale principio faceva si che la nave fosse a pelo dell’acqua e la paperella sul fondo, se lo chiedeva da quando era piccolo.
Ma non ci saltava fuori.
Sbuffò, e si tolse i calzari, prima di entrare nella vasca.
L’acqua, stavolta decisamente troppa, traboccò.
Porca miseria.
Ma in quel momento, si raggelò. Forse che…?
“Eureka, eureka” esclamò.
“Eureka, porta degli stracci. Ho fatto un disastro.”
Eureka arrivò e sbuffò. “Ostia di un Archimede, non ne fai mai una di giusta.”
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Vabbé, è Archimede: ci sta che parli in modo obsoleto.
Sono dubbioso sulla paperella perché fu inventata da Sir Alfred Duck nel 1893.
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Negli anime appare di continuo.
Lo so non è sto gran che. L’abbiamo inventata io e mia figlia mentre facevamo il bagno LOL
Ci sta, dai. Non è male.