Club di lettura di fantascienza

Ho visto la pubblicità su FB (neanche su Fantascienza.com), mi sembra un’iniziativa interessante, ci stavo pensando, qualcuno di qui partecipa?

Io ci stavo pensando ma … mumble, mumble 10 Euro sono palanche…
Cero che l’idea è buona, mi piacerebbe farlo con un gruppo di FB…
Cosa ne penste?

Mah.

Non è tanto questione dei 10 euro, è più il discorso che ti arrivano 3 romanzi “di media grandezza” (e che significa? 200 pagine l’uno? 50? 120?) da leggere prima, che poi dopo ti si parla dell’autore, e di come avresti potuto leggerlo, via Skype (o webex o quel che vuoi).

Ci può stare, ma il fatto che debba leggere tre racconti specifici prima, sa un po’ molto di compito per scuola. Che poi, se, già che son lì, mi informo anche sull’autore, mi sciupo ogni sorpresa?

Che l’idea del solarpunk poi mi piace molto, avrei delle idee a riguardo (basandomi sui microracconti già prodotti), ma vorrei evitare che si creasse una bolla sul nulla. Vedo un attimo l’iniiativo e ci penso sopra.

io non riesco a leggere su richiesta.
leggo quello che mi ispira sul momento.

ora sto leggendo saggi sulle divise napoleoniche, poi ho in coda la guerra in pacifico e scalzi appena arriva

Ciao, Micronaut,
e perché non provi a sentire chi è interessato nel forum e lo apri qui un gruppo a gratis e con tante belle personcine svitate?

Non saprei che formula proporre, quelli di Solarpunk, propongono un racconto breve, un racconto medio e poi un romanzo breve… la formula sembra un po’ didattica in effetti, però utile ad avere una base di discussione. Io proporrei più una cosa più libera tra chi ha letto libri differenti e ne vuole un po’ parlare o consigliare…

puoi sempre creare un thread e chiedere a chi partecipa come gli piacerebbe. Comunque, a mio parere, ci sono tre modi di farlo:

  1. autarchico: decido io e voi non rompete fava.
  2. demagogico: proponete, votiamo, decidiamo, i minori muti.
  3. alla romana: comanna uno alla vorta e chi tocca nun s’aggrugna.
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Mi piace la numero tre:
Ognuno che lo desidera, ascolta e basta, chi vuole, invece, prepara un micro saggio su un autore e un’opera, da presentare in 20 minuti o giù di lì, con altri 10 o 15 minuti di discussione se ce n’è. L’importante è dire prima quali opere e quali autori, senza però la richiesta di leggere prima per forza tutto: me ne parli tu, mica devo studiare io, per partecipare.

Partirei però con un cappello iniziale su cosa si intenda per solarpunk, che non è mica detto si sia tutti d’accordo pure su quello.

Poi ci sono anche i babbani: — Solar che? È il Daitarn?

Non ho detto proprio questo.
Comunque il club di lettura serve per far divenire collettiva un’azione solitamente individuale. Per questo di solito non si leggono i manuali ma i romanzi. Di solito non si leggono tutti in una volta, ma si dividono in almeno tre parti distinte. Dopo la lettura di ogni parte, specialmente per lettori di lunga data, esiste una pausa riflessione dove si scambiano sentimenti ed emozioni.

…perché mi fa paura? Tipo che poi si passa allo stadio successivo e si citofona alla gente la domenica, alle 7 del mattino. Oppure ci si trova seduti in circolo in una stanza e ci si dice cose tipo:
Ciao. Mi chiamo Giovanni e non ascolto un audiolibro o un podcast da 10 giorni

Se scelgono loro cosa leggere già mi stressa! :smiley:

Io, ora ho voglia di iscrivermi e contestare all’infinito la scelta dei libri

Bravo, più o meno questo e poi ogni dieci libri si ottiene la medaglietta.

Io contesterò anche i miei!

Anche tu per la terza via, allora. Dilaga, come dilaga.

Però, tornando seri, in realtà l’iniziativa ha il suo perché, solo che bisogna trovare gente appassionata del genere, disposta anche a sezionare delle opere nei dettagli.

Per dire, se ci fosse il gruppo dei correttori e degli editori (e “portate tre racconti, che facciamo l’analisi, quella col voto finale”), io sarei davvero tentato. Quindi capisco chi volesse invece un gruppo per uno scambio su una passione parente ma diversa (la lettura senza ricerca di refusi o altro, per dire).

@Micronaut, può interessare un gruppo sul racconto?

https://www.assonuoviautori.org/forumnasf/viewtopic.php?p=45476#p45476

Sono andato a vedere. Ho deciso che non seguo, sennò finisce che faccio un mazzo così a chi lo ha proposto.

Cioè, un breve estratto:

a) Discorso diretto
Il discorso diretto è uno dei modi che offre il linguaggio per riprodurre, in forma orale o scritta, enunciati appartenenti a un atto di enunciazione diverso da quello che dà luogo alla riproduzione.
Così, ad una frase come quella dell’es. (1) corrisponde la riproduzione in discorso diretto (2) (Mortara Garavelli 2012: 429):
(1) Vattene, adesso!
(2) «Vattene, adesso!» mi disse
Nella forma diretta si possono riportare testi scritti o parlati che sono stati (o si suppongono) già realizzati, come in (2), oppure non realizzati dal parlante a cui si attribuiscono (Mortara Garavelli 2012: 431).
Ad esempio:

(ci sono altre 3000 parole, dopo, con citazioni ed esempi tratti da autori o linguisti più o meno noti, circondati da frasi misticheggianti, che , decodificate, a me sembrano proprio acqua immobile)

Una nostra conoscenza legge e ringrazia, ma nel suo ringraziare c’è un segnale chiaro, come in “grazie, non c’ho capito un’acca, quindi deve essere una roba forte”.

Niente, non ce l’ho fatta a tenermi, ho risposto:

[G. p]ha scritto: [↑]01/03/2023, 18:36) dovrò fare più letture per capirci qualcosa, ma è spiegata bene

No: se, per capirci qualcosa, bisogna fare più letture, non è “spiegata bene”.

il discorso diretto è uno dei modi che offre il linguaggio per riprodurre, in forma orale o scritta, enunciati appartenenti a un atto di enunciazione diverso da quello che dà luogo alla riproduzione.

Traduzione:
il discorso diretto serve per annunciare/far sapere (anche “far dire”) quello che è stato detto (o si va dicendo o sarà detto o si sarebbe voluto dire) al di fuori di quello che stai scrivendo o dicendo tu nel momento in cui scrivi, cioè anche quando riporti quello che hai detto ad altri o che avresti voluto dire. Ma mica solo quello. Il discorso diretto serve per far dialogare nella mente del lettore i personaggi in scena.

La seconda non usa meno parole della prima, ma scommetto che non solo è più chiara, è anche più completa.

Faccio anche un esempio assurdo, tanto per far capire che non serve scomodare grandi autori, per questo:
Ero lì che stavo andando quando si è aperta la portiera e il ciclista davanti a me ha gridato: — Nemmeno una virgola, in quella frase, ma ti pare? Assassino! —. Chiara prova che tanto sano non fosse già da prima, no?

Che poi: assurdo per voi. Io quel ciclista lo capsico benissimo.

Meglio che non ci torni o finisce in rissa.

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Parole sante. E pensano pure di saper scrivere…

Stasera ho partecipato al club di Solapunk.it, iniziativa molto carina, siamo stati quasi 2 orette a parlare di 4 pagine scritte da Ursula Le Guin, non l’avrei mai detto che poteva succedere, solitamente con i miei amici la discussione sulla fantascienza, finisce dopo dieci minuti dopo che uno ha fatto l’elenco dei supereoi Marvel…

Bene, Micronaut. Dunque per te funziona. Ogni tanto, passa e racconta.

La prima cosa che ho pensato quando ho letto il termine “Solarpunk” è stato proprio l’attacco solare di Daitarn III, quanto era avanti Han Banjo e pure ecologico! :smile:

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