Spesso per qualche meccanismo inconscio e soprattutto quando non ci piace guardare in faccia la realtà, la nostra mente si costruisce delle idee errate che nel tempo si trasformano in convinzioni.
Se però vogliamo capire dove sbagliamo e perché incorriamo spesso negli stessi meccanismi errati, proviamo a interrogarci con sincerità, solo così impareremo a raccontarci la verità.
Per iniziare a stare meglio con noi e con gli altri iniziamo a eliminare alcune bugie e smettiamo di mentire a noi stessi.
Queste sono per me le menzogne peggiori da raccontarsi.
Vi siete mai raccontati una di queste bugie?
Ho bisogno di qualcosa d’altro per essere felice -
Nel momento in cui siamo arrabbiati, tristi o infelici perché ci manca qualcosa, stiamo perdendo l’occasione per apprezzare ciò che abbiamo in quel momento. Il raggiungimento della felicità non è altro che il saper godere del qui e ora e non la si ottiene rimandando.
I miei sogni sono impossibili -
Sogni e speranze sono il motore della nostra vita e nessuno ha il diritto di portarceli via, nemmeno noi! Quindi non crederti quando ti convinci di non avere più l’età giusta per quel progetto, o quando ti ripeti che il tuo sogno è irraggiungibile.
Fallisco e quindi sono un fallito -
I fallimenti fanno parte della vita, e soprattutto indicano che hai provato a buttarti in una determinata cosa. Hai tentato e non è andata bene: questo non vuol dire che tu sia un fallito ma semplicemente che stai correndo per provare a realizzare i tuoi sogni. .
Non ho bisogno di nessuno -
Nella vita adulta è importante imparare ad essere indipendenti e sapersi arrangiare; questo però non significa che non abbiamo bisogno di nessuno.
Non ce la posso fare -
Se dovessimo essere obiettivi quando ci buttiamo nelle cose non siamo mai pronti al 100%; ciò accade perché di fronte alle novità dobbiamo abbandonare la nostra zona di comfort e affrontare le paure.
Penso che le cose stiano così, voi che ne pensate?
Tipo:
C’ho ragione io.
Sbagliano gli altri.
O, in versione alternativa:
C’ho diritto io.
Gli altri sono prepotenti. Di più il Jabba, non serve che lo scriva, vero?
Credo che purtroppo molte persone siano state educate con queste “bugie”. Le sovrastrutture, sistema economico e modelli educativi e lavorativi, hanno inculcato l’idea che la felicità e il successo siano oggetti da ricercare e ottenere.
Anche, ma nel “c’ho ragione io e torto gli altri” o, se vuoi, nel pensare di ricordarsi le cose per come siano andate (anziché tener presente che la nostra memoria è un film in bassa risoluzione riscritto continuamente con una certa fantasia), la Società è abbastanza innocente: si tratta di un bug molto umano.
Mi riferivo al post di Luke. Sai bene come la penso nel " ch’ho ragione io e torto gli altri".
Il dubbio! Il dubbio, sono più di duemila anni che esiste e pochi lo applicano.
Quanto male ha fatto la superbia l’uomo.
Ma tu lo sai, io vedo le cose in maniera diversa.
A proposito delle cose che ci raccontiamo per convincerci di qualcosa c’è un nuovo raccontino pubblicato ieri su Forevera Books https://www.forevera.net/i-nuovi-ricordi/
Persino quella casa che avevano comprato, la mansarda con la vista sul borgo antico [<- virgola] le faceva paura,[<-punto e virgola] tutto le sembrava precario e instabile.[<-virgola] Tutto si rompeva: dopo la sua morte [andrebbe messo a fine frase “dopo la sua morte”] era come se le cose avessero deciso di smettere di funzionare per protesta.
E ho solo gettato un occhio veloce alle prime righe, che adesso non posso.
Una volta ho visto un oggetto prelevare 500 € al bancomat e un altro imbestialito ed urlante che rincorreva un cane…
Poi per fortuna sono intervenuti i carabinieri e tutto è andato apposto