Barare negli scacchi. [Era: Hans Niemann, prodigio o fedifrago?]

Sì, chiaro. Però mica per tutti è così: quando vien trovato il dopato in altri sport, pur che sappiamo tutti che trovarne uno davvero pulito davvero ai vertici è dura, ci si resta sempre male. E figurati se vien fuori che l’atleta ics per enne km ha preso una macchina…

Negli scacchi è uguale: se è un torneo e tu usi un phone, sei come quel corridore che ha accorciato il percorso.

Però tornei seri online non hanno senso - dovrebbero essere equiparati ai videogame e basta.

Corretto, concordo al 100%

Non vero, esistono estensioni del browser capaci di integrarsi nella pagina di chess dot com (o lichess o che altro) e interagire direttamente con la pagina, volendo anche senza richiedere l’intervento umano.

Beh i tornei online sono una bella vetrina anche per attività correlate, inoltre ci sono premi, , sponsor, e flower (=influenza cioè $$$).

Stai sottovalutando il mercato dell’online.

E personalmente credo che proprio la possibilità di trasformare gli scacchi professionistici in $$$ in modo molto più facile e meno faticoso sia stato il motore di certe scelte del nostro Magnus.

Io invece ho una mezza idea di avviare un business del cheating in presenza.

Spero sia una battuta, e comunque non credo sia così facile.

Per quanto riguarda il business che sta diventando il chess online, non credo possa stupirci; peraltro sarei ipocrita a lagnarmi, considerando che anche grazie a quello beneficio gratuitamente della possibilità di confrontarmi con vari bot (senza contare il resto).

Ti lascio nel dubbio :laughing:

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Ho un dubbio “tecnico” anche sui bot, chiedo in questo thread o passo al generale?

Meglio sul generale o su un thread specifico.

Comunque la cosa è proprio perché difficile che mi stimola molto… Ma il problema principale è il passare la posizione dalla scacchiera al motore (che sia “fuori” o addosso al giocatore).
Devo lavorarci su di fantasia.

Conviene passare giusto le varie mosse una alla volta durante.

Va bene anche un sistema ad impulsi, stile codice morse (ma ad hoc)

Purché poi rimanga una fantasia…

Fantasia? Te sei il nostro uomo, perché cominceremo dai tornei per Non Classificati, dove le misure di controllo sono inferiori.
Ti attaccheremo due elettrodi sottopelle in qualche zona sensibile e ti invieremo scosse che potrai decodificare facilmente: sotto i 5000 volt è un pedone, sopra un pezzo.

Preparati, si parte a breve.

Te sei malato, lo sai?

Sì, ma chiariamo il sistema con cui tu devi comunicare a noi le mosse.

Ti si scava un molare sano, ci si mette un sensore che, ogni volta che mastichi, ci manda un messaggio. Per essere certo che stai inviando, riceverai un segnale chiaro sul trigemino…

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Proponilo a Jabba, poi considera che la sua risposta sarà certo molto più educata di quella che ti darei io.

Ti vedo poco collaborativo e non capisco il perché.

Preferisci un comando a pedale? Leghiamo due fili al tuo alluce sinistro e, ogni volta che, con la punta del piede, sfiori il pavimento…

A me sembrano idee buone e funzionali. Di più quella del dente elettrificato, comunque.

Doh, troppo tardi per l’alluce della vedova, lo hanno già usato!

da Come si può barare a scacchi - Il Post

La tecnica del “computer” nelle scarpe è del programmatore James Stanley, che a luglio aveva raccontato sul suo sito di averla anche messa in pratica in alcune partite contro Owen, un amico contro cui a scacchi perdeva quasi sempre.

In breve, Stanley ha giocato a scacchi con in tasca un minicomputer portatile Raspberry Pi Zero. Il minicomputer, in cui c’era un motore scacchistico, era collegato a un marchingegno vibrante e dotato di pulsanti che Stanley teneva nella scarpa. Con le dita dei piedi Stanley comunicava al minicomputer nella tasca le mosse dell’ignaro Owen. Dopodiché il minicomputer comunicava, attraverso la vibrazione, quali mosse fare. Stanley – che ha avuto qualche problema a capirsi con il minicomputer – ha chiamato il tutto “Sockfish”, mettendo insieme la parola “sock” (“calzino”) e il nome Stockfish.

Sì, l’avevo letto quando si è iniziato a (s)parlare di Niemann.

Potevi dirlo che l’alluce non avrebbe funzionato.

Usiamo anche noi la tecnica dei luoghi: scagliamo un gatto in un punto preciso della sala per dirti dove devi catturare. Massimo due suggerimenti, poi ci cacciano o abbiamo comunque finito i gatti .

No, nel contesto scacchistico i gatti m’interessano solo in effigie: come pezzi da inserire al posto dei cavalli. :smile_cat:

Te non collabori. Se ci metti anche il tuo, son tre suggerimenti. Pensaci.

Chess.com pubblica un articolo sulla storia del cheating negli scacchi: