Titolo: Abbiamo sempre vissuto nel castello
Titolo originale: We have always lived in the castle
Serie: Autoconclusivo
Autore: Shirley Jackson
Editore: Adelphi
Genere: Horror
Data d’uscita: 1962
Pagine: 189
ISBN: 9788845935497
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Sinossi: “A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce”; con questa dedica si apre “L’incendiaria” di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l’Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i “brividi silenziosi e cumulativi” che - per usare le parole di un’ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo “La lotteria”. Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male - un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai ‘cattivi’, ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.
Opinione: Ancora non ho realizzato quello che ho letto. Mi è piaciuto ed è una storia che, per molti versi, ricorda Frankenstein di Shelley. Non c’è pace per gli abitanti di questa casa, per la famiglia Blackwood, additati di un crimine dagli abitanti del paese in cui abitano. Eppure le bestie non sono loro, sono proprio i paesani. Il tutto viene narrato in una visione simil-onirica se non addirittura a tratti folle. Eppure alla fine, dopo tanto odio c’è un riscatto: che una volta esaurito l’odio non resti altro che qualcosa di positivo? È un libro davvero strano, davvero molto strano…bello.